Un sondaggio per scoprire quanto siamo (dis)ordinati e quanto siamo collaborativi nelle faccende domestiche
Una nuova tipologia di articoli è da poco sbarcata su Lo Sbuffo, e siamo felici di avervi visto partecipare numerosi. Si tratta di quelli che ci piace chiamare articoli interattivi, scritti insieme. Noi proponiamo i temi e creiamo sondaggi sul nostro profilo Instagram, voi rispondete e argomentate. E così l’articolo lo scriviamo insieme, a partire dalle vostre risposte.
Siamo arrivati ormai al quarto di questi articoli interattivi. Il primo era dedicato alle varie tipologie di studio, il secondo alla relazione tra musica e studio, il terzo all’imminente esame di maturità… tutti temi molto caldi, utili, attuali. E questo articolo, invece?
Come chi ci segue su Instagram saprà già, questo quarto articolo è dedicato ad una tematica curiosa: ordine e faccende domestiche. L’idea è venuta spontanea, un po’ perché la gran parte dei ragazzi che ci seguono sono piuttosto giovani (e, ahimé, spesso giovane è sinonimo di disordinato), un po’ perché, con la quarantena appena trascorsa, molte delle nostre abitudini sono certamente cambiate. Molti studenti fuori sede sono tornati a casa. Oltre a loro, molti ragazzi che generalmente a casa, tutt’al più, dormono e mangiano, si sono visti costretti all’improvviso a dover restare in casa 24 ore su 24. Cosa e come è cambiato nella gestione della routine domestica? Scopriamolo insieme.
La prima domanda del sondaggio è stata sicuramente inaspettata, perché diversa dalle domande che di solito vi rivolgiamo: Sei collaborativo nelle faccende di casa? A rispondere al sondaggio, 161 votanti: 128 si ritengono collaborativi e i restanti 33 non collaborativi. Un ottimo risultato, che dimostra quanto la maggior parte dei giovani svolga svariati compiti nella gestione delle faccende domestiche.
Vi abbiamo dunque chiesto in che modo siete collaborativi. In molti hanno specificato di essere abituati a collaborare perché hanno entrambi i genitori che lavorano. Per “collaborare” si intende impegnarsi nelle pulizie della casa, apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti e i vestiti. Alcuni si prendono cura delle piante, cucinano, spolverano.
Altra domanda particolarmente interessante è stata: Ti ritieni una persona ordinata o disordinata? Questo sondaggio è stato combattuto fino all’ultimo voto: i 161 votanti si sono suddivisi in 81 ordinati e 80 disordinati. Una sorpresa, che smentisce quanto detto nell’incipit dell’articolo: non è vero che i giovani sono sempre disordinati! Anzi, alcuni tengono all’ordine talmente tanto da avere a cuore anche modi particolari di sistemare vestiti e accessori (questo lo vedremo a breve).
Abbiamo poi proseguito facendo domande generali, di cui vi riportiamo le risposte.
Per quanto riguarda i vestiti, una domanda che è un classicone: hai una sedia che è un appendiabiti? 127 NO contro 55 SI (tot.182 votanti)
La discussione sull’organizzazione dei vestiti ha poi toccato un punto critico: Lavi, stiri e pieghi te i tuoi vestiti o lo fa qualcuno? Anche qui, la differenza è stata minima: 84 votanti stirano e lavano per sé, 72 no. Abbiamo dunque chiesto, a coloro che hanno risposto di non lavare e stirare i propri vestiti, chi svolge generalmente questo lavoro in casa. La maggioranza tra loro ha risposto che si tratta di un lavoro svolto dai genitori, in particolare dalle mamme (più raramente zie). Alla specifica domanda: Fai la lavatrice?, 177 votanti, suddivisi in 100 SI e 77 NO.
Interessante è stato chiedere se qualcuno avesse particolari “fissazioni” relative alla sistemazione dei vestiti. Qui, si sono registrate le riposte più divertenti: chi sistema i vestiti per colore, occasione d’uso, tipologia, addirittura “ordine di pesantezza”. Ma non dimentichiamo i molti coraggiosi che hanno ammesso di non avere un criterio organizzativo, né di, effettivamente, ordinarli.
Parte essenziale del suo programma di riordino consiste nel liberarsi delle cose vecchie, quelle che non ci servono più: attività più facile a dirsi che a farsi. Dal momento che ognuno di noi tende ad attribuire un valore affettivo agli oggetti. L’importante è non attribuire un valore affettivo a tutti gli oggetti. Questo ci impedirebbe di riordinare, e finiremmo con il ritrovarci sommersi da cose che non usiamo e non ci servono.
Abbiamo poi chiesto ai nostri votanti: cucini per te e la tua famiglia? 126 hanno risposto di sì, 47 hanno risposto di no. Ovviamente, per questa come per le altre domande, c’è da tenere in conto il fatto che durante la quarantena le abitudini di molti giovani e di molte famiglie sono cambiate. Proprio per questo ci è sembrato opportuno chiedere se e come sono cambiate le abitudini e i
Il motivo principale nei cambiamenti è dato proprio dal fatto che molti studenti fuorisede, come accennavamo, sono tornati a casa, e questo ha ovviamente cambiato gli equilibri domestici. Altro motivo di cambiamento è legato al fatto che durante la quarantena, chi era solito far venire qualcuno a pulire e sistemare casa, ha dovuto farne a meno e rimboccarsi le maniche.
È interessante sapere che spesso, il modo e la frequenza con cui riordiniamo gli ambienti o puliamo, rispecchia un particolare stato psicologico. Si apre qui un argomento particolarmente complesso e delicato che, qualora foste interessati, potremmo trattare in un altro articolo… faremo un sondaggio e sarete voi a scegliere se vi interessa saperne di più.