Siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo.Raymond Carver
Il balcone è un rifugio domestico all’aperto. Uno spazio privato, che si affaccia timidamente al di fuori delle mura di casa. Accoglie sole, vento, pioggia e riflette la personalità di chi lo arreda e lo abita, rendendolo parte della propria esperienza di vita. La situazione contemporanea, dominata dalla chiusura spaziale, dona al balcone un ruolo fondamentale. Diviene così lo strumento di congiunzione con la quotidianità del di fuori che desideriamo ardentemente, ma che forse abbiamo ancora paura di rincontrare.
È dall’Ottocento che il balcone diventa un soggetto iconico per i dipinti. La sua natura ibrida, a metà tra l’ambiente domestico e quello esterno, lo ritrae come perfetto rappresentante di un’evasione contenuta. Dietro la sua tradizionale struttura a ringhiera si trovano eleganti dame con lo sguardo rivolto all’orizzonte e uomini dal cappello a cilindro che le accompagnano. Come nel celebre dipinto Il balcone di Edouard Manet, dove i soggetti rappresentati sono quattro, due donne davanti e due uomini dietro, tutti conosciuti dall’autore.
Manet ritrae una scena di vita borghese, ma non sceglie di far interagire i soggetti tra di loro, lasciandoli invece alla libera contemplazione personale. Così il balcone diventa uno spazio per pensare, rilassarsi e abbandonarsi alla vaghezza lo sguardo, senza cercare qualcosa in particolare. L’opera concretizza la solitudine della compagnia, ovvero quel momento in cui si abbandona la giovialità di un pranzo o di un incontro nel salotto di casa per prendere una boccata d’aria.
Sicuramente la situazione attuale ha impreziosito questo momento, come allontanamento momentaneo dalla convivenza con i familiari, i coniugi o gli amici. Tuttavia ha anche intensificato l’incertezza del domani. Un alone scuro dai tratti indefiniti in cui si spera di trovare uno squarcio di luce. Quel senso di inquietudine che si può ritrovare nell’opera di Francisco Goya, Majas al balcone, a cui Manet si è ispirato.
Il soggetto è lo stesso, ma nel dipinto di Goya le due donne in primo piano appaiono piccole rispetto alle figure scure dei due uomini sullo sfondo. Come se questi ultimi vegliassero parassitari sulle figure femminili e queste brillassero innocentemente alla luce del sole. C’è quindi un’ombra che aleggia sul domani. Per qualcuno è la morsa oppressiva della quarantena, per qualcun altro è la paura di scoprire cosa c’è al di fuori della sicurezza domestica. Instabilità economica, drastico cambiamento delle abitudini di vita, rinuncia.
Per questo il balcone è un salvagente. E come tale deve distinguersi in mezzo al mare, saper comunicare con chi lo osserva attraverso la personalità. Ci sono tanti modi diversi per abbellire lo spazio. Dalla tinteggiatura della ringhiera alla decorazione floreale, fino alla creazione di un soirée personale con tanto di divanetti e candele. Ma anche un balcone spoglio racconta l’intimità di chi è dietro la finestra.
Lo dimostrano i molteplici volti dei balconi fotografati da Gail Albert Halaban. Nel 2009, l’artista espone per la prima volta la sua raccolta Out of Window. Da diverse finestre domestiche, Gail inquadra le vite degli altri per curiosità e piacere estetico. Si ispira al riferimento hitchcockiano de La finestra sul cortile, il cui sviluppo narrativo nasce da una condizione di immobilità domestica.
Il momento di transito sul balcone non accoglie quindi solo chi vuole un po’ di riposo disinteressato, ma anche chi cerca qualcosa con lo sguardo. E se ha fortuna, lo trova. È il caso di Paola e Michele che, durante la pandemia, si sono innamorati dai balconi dei rispettivi palazzi.
La culla della storia d’amore è Verona, che già a fine ‘500 aveva congiunto da un balcone i cuori di Giulietta e Romeo.
È stato grazie ai rituali canori delle sei del pomeriggio che i due cittadini veronesi si sono visti per la prima volta, dopo quarant’anni di vicinanza residenziale, senza mai accorgersi l’uno dell’altra. Il balcone si offre quindi anche come spazio musicale, da sempre usato o solo riscoperto ad oggi. Se la tipica serenata si volge al balcone dalla strada, adesso è la musica che all’unisono si irradia dai balconi. È una canzone per se stessi o una canzone di solidarietà, ma unisce i soggetti alla finestra in un reticolato armonico.
Tuttavia, se i più fortunati riscoprono l’amore per se stessi o lo trovano in altri, la maggior parte è stata costretta a separarsene durante l’emergenza sanitaria. Come in quell’ultimo bacio dal balcone tra Giulietta e Romeo, dipinto da Frank Dicksee come emblema dell’amore romantico. C’è però anche l’amore per gli amici o i familiari lontani, chi più chi meno invischiato nella vaghezza del termine congiunti.
Il balcone rimane lo spazio dove riscoprire l’apertura durante la chiusura. Si mangia, si balla, si canta, si prende il sole, si legge, ci si ama. Tutto questo in uno rettangolo più o meno piccolo, ma ricco di risorse e affascinante nel suo adattarsi ai cambiamenti del tempo. Per chi non ha il giardino, ora è un rifugio prezioso. Domani potremmo dimenticarcene, ma rimarranno le opere d’arte a testimoniarne la bellezza.