Femminismo e sarcasmo: “I’m every woman” di Liv Strömquist

La raccolta di fumetti I’m every woman è stata pubblicata in Italia nel 2018 dalla casa editrice Fandango, ma è stata scritta e illustrata dall’autrice svedese Liv Strömquist ormai vent’anni fa. Il tema centrale di questa raccolta è una provocazione di chiaro stampo femminista che gioca sul proverbio “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Liv Strömquist sceglie infatti esempi di compagne di personaggi storici o celebrità che non hanno avuto l’opportunità di diventare grandi, in quanto sono state soggette a molteplici casi di abuso fisico ed emotivo da parte dei loro partner, dei quali invece si dimenticano invece spesso e volentieri le colpe per elogiare i loro meriti professionali e artistici, quasi si trattasse di tanti casi Weinstein ante litteram.

L’arma dell’autrice è un sarcasmo irriverente e senza censure, che traspare forte e chiaro anche dalla traduzione italiana, ad opera di Samanta K. Milton Knowles e sostenuta da una sovvenzione dello Swedish Arts Council. L’ironia di Liv Strömquist non si ferma neanche davanti agli snodi più tragici delle vicende, restando tuttavia ai margini della categoria del black humour propriamente detto. La rabbia provata dalla giovane Liv dinanzi all’attualità, o ai retroscena della Storia che evidenziano il sessismo insito nella società occidentale, è palpabile in ogni singola tavola, ma tutt’altro che irrazionale. La maggior parte dei fumetti di stampo biografico, infatti, è sostenuta da un’ampia bibliografia corredata di note all’interno delle stesse tavole e ripresa in modo più estensivo alla fine del volume.

All’interno di I’m every woman trovano così spazio le storie delle amanti di Jackson Pollock, Karl Marx, Edvard Munch e Stalin; questi fumetti risultano particolarmente interessanti alla luce della pubblicazione, negli ultimi anni, dell’edizione italiana di questa raccolta, in quanto rappresentano il rovescio della medaglia rispetto alle biografie di “grandi donne” sulla scia di Storie della buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo e Indomite di Pènelope Bagieu. Purtroppo, non a tutte le donne è concesso di superare le barriere poste dalla società patriarcale e arrivare ad essere annoverate nei ranghi della Storia; proprio per questo è importante ridare giustizia e restituire una voce a tutte le donne rimaste nell’ombra.

L’autrice esplora inoltre altre tematiche, sempre legate all’ideologia centrale di un femminismo impegnato socialmente: in un fumetto affronta la rimozione sistematica delle figure divine femminili con l’avvento delle religioni monoteistiche, in un altro denuncia l’ipocrisia di determinate categorie di persone — come i “benefattori entusiasti” che usano la beneficenza per alimentare il loro egoismo, o i politici che scaricano le colpe dell’emergenza climatica sugli individui anziché sui sistemi di produzione liberisti — e sottolinea come il sessismo passi anche dalle scelte di produzione di cartoni animati come i Simpsons o i Barbapapà.

In pratica “parità di genere” è diventato sinonimo di “lo stesso numero di uomini e di donne in ogni luogo di lavoro”.

Prima di farsi venire le lacrime agli occhi dalla commozione per questa bellissima “visione” politica, bisogna riflettere su un paio di cose: sarebbe “meglio” per l’ecosistema del delta del Niger se la metà dei membri del Consiglio d’amministrazione della Shell fossero donne? Sarebbe “meglio” per i lavoratori degli sweatshop del Terzo Mondo se la Nike o la Adidas avessero più azioniste donne? Sarebbe meglio per i prigionieri di Guantànamo se la metà delle guardie carcerarie fossero donne?

Liv Strömquist sottolinea l’inutilità insita di un femminismo “pop” e liberale, che mira ad inserire una parità di genere superficiale all’interno dello status quo politico e sociale. Questa visione ideologica è molto vicina, nei termini e nell’alternativa proposta, a quella espressa dal pamphlet Femminismo per il 99%, scritto da Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser, di recente pubblicato in Italia dalla casa editrice Laterza. Il titolo stesso della raccolta, “I’m every woman” sottolinea come la lotta per la giustizia e l’uguaglianza debba coinvolgere e inserire nella discussione sul femminismo ogni categoria di donne, anche coloro dalle quali non si riesce a trarre ispirazione nel senso canonico del termine.

Fandango Libri ha recentemente portato sugli scaffali italiani altre due raccolte di fumetti di Liv Strömquist: “Il frutto della conoscenza“, un’analisi della percezione sociale dell’organo riproduttore femminile, e “I sentimenti del principe Carlo“, in cui l’autrice riflette sui perché e sui come delle relazioni amorose.

FONTI

Liv Strömquist, I’m every woman, Fandango Libri, 2019

Liv Strömquist, Il frutto della conoscenza, Fandango Libri, 2017

Liv Strömquist, I sentimenti del principe Carlo, Fandango Libri, 2018

Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya, Nancy Fraser, Femminismo per il 99%: un manifesto, Laterza, 2019

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.