La moda che soccorre l’Italia per l’emergenza Covid-19

L’Italia ha bisogno e la moda risponde. Sono giorni difficili per tutti quanti, soprattutto per tutti coloro che si trovano in prima linea a fronteggiare l’emergenza Covid-19. La mancanza di camici, mascherine e disinfettante a base alcolica ha spinto i maggiori marchi di moda a convertire la loro produzione per collaborare attivamente nell’emergenza.

Molte aziende si sono reinventate e si sono organizzate al meglio per essere d’aiuto.

Ermanno Scervino, nota maison di moda della Toscana, ha chiesto l’aiuto delle sue abili sarte. Toni Scervino, responsabile dell’azienda ha raccontato:

Le nostre sarte erano a casa per precauzione, abbiamo chiesto loro se volessero fare volontariato per produrre mascherine, camici e cuffie, e hanno aderito tutte, anche le loro vicine di casa: per noi è un grande orgoglio.

Le sarte, direttamente da casa loro, in modalità smart-working, si occupano volontariamente e gratuitamente della realizzazione dei dispositivi di protezione anti-contagio per gli operatori sanitari. Per la loro produzione utilizzano il tessuto non tessuto (Tnt), fornito direttamente dalle aziende di Prato. Quotidianamente le sarte, tramite addetti scelti per il compito, ricevono direttamente a casa il materiale di cui hanno bisogno: le pezze di tessuto, gli elastici e i ferretti. Le dipendenti in cambio restituiscono le mascherine e i camici finiti e pronti per essere consegnati negli ospedali e nelle strutture sanitarie della Toscana.

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Giorgio Armani ha aderito all’iniziativa scegliendo di convertire tutti gli stabilimenti italiani per la realizzazione di camici monouso. Lo stilista ha dimostrato subito grande solidarietà e attenzione per l’emergenza: ha infatti fatto delle donazioni prima a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma e successivamente per quelli di Bergamo, di Piacenza e della Versilia. Giorgio Armani ha voluto ringraziare personalmente medici e infermieri facendo pubblicare una lettera sui quotidiani italiani:

È commovente vedervi impegnati nel vostro lavoro con le difficoltà e i grandi sforzi che ormai tutto il mondo conosce. E soprattutto vedervi piangere. Credo che questo sentimento si colleghi al mio desiderio di intraprendere la carriera di medico quando ero giovane e cercavo una mia strada. Tutta la Giorgio Armani è sensibile a questa realtà ed è vicina a tutti voi: dal barelliere all’infermiera, dai medici di base a tutti gli specialisti del settore. Vi sono personalmente vicino.

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Per la produzione di disinfettante a base alcolica si è messa in gioco la maison Bulgari, che ha avviato la produzione grazie alla collaborazione con la Industrie Cosmetiche Riunite di Lodi. I laboratori sono passati dal produrre fragranze a creare gel igienizzante in grande quantità. I numeri parlano chiaro: ogni giorno si producono infatti circa 6000 bottiglie da 75cl. Successivamente la Protezione Civile si occupa della ridistribuzione agli enti che ne necessitano.

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Oltreché dal punto di vista pratico, la conversione della produzione di Bulgari è stata ottimale anche su quello economico. I laboratori infatti sono nel lodigiano, una delle zone più colpite dall’epidemia; riavviando la produzione molti operai hanno potuto evitare così la cassa integrazione. Non è stato facile, ma in soli dieci giorni il progetto è stato avviato pur dovendo risolvere alcuni problemi tecnici. Per esempio, essendo irreperibili in poco tempo flaconi adatti per il gel, si è pensato di usare quelli normalmente destinati agli hotel per i campioncini di shampoo e bagnoschiuma.

Anche il gruppo veronese Calzedonia si sta dedicando alla produzione di mascherine e camici. Per la nuova produzione sono stati rivoluzionati gli stabilimenti che hanno già realizzato e donato 5000 mascherine per il comune di Verona. L’idea è quella di raggiungere una produzione giornaliera pari a 10.000 pezzi.

Vanno poi ricordati anche Gucci, Prada, Dolce&Gabbana, Valentino e molti altri. Tra questi, Etro ha lanciato un messaggio positivo regalando magliette a influencer e celebrities con la scritta Milano never stops. Martina Colombari, Elena Santarelli, Francesca Chillemi, Diletta Leotta e altri hanno postato foto mentre la indossano con orgoglio. Il marchio ha inoltre divulgato la notizia di una sua donazione a favore del laboratorio di virologia dell’Ospedale Sacco.

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Insomma, nel momento del bisogno, il mondo della moda si è rivelato ancora una volta versatile e pronto ad aiutare. Sono gesti di grande solidarietà che oggi più che mai fanno bene al cuore di tutti e, per l’ennesima volta, dimostrano che solo uniti e cooperanti si può contrastare questa emergenza.



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