Nicolò Govoni è un ragazzo che già a ventisette anni è riuscito a distinguersi per il suo impegno verso i più deboli, come orfani, persone in difficoltà economiche e soprattutto migranti, diventando così una delle poche figure di millennial indispensabili per molti uomini, donne e bambini che devono affrontare enormi problemi.
È nato il 17 marzo 1993 a Cremona, ha passato l’infanzia coccolato dai nonni e il suo passatempo preferito è sempre stato leggere e scrivere. Ha passato un’adolescenza complicata e senza avere un rapporto con suo padre. Si è poi diplomato al Liceo Classico Linguistico D. Manin della sua città natale, ma fino ai vent’anni non è riuscito a trovare la sua strada. È in questo momento di smarrimento che decide di partire per l’India per iniziare quella che poi diventerà la sua missione di vita, il volontariato, nonostante le opinioni negative di amici, genitori e parenti.
Il volontariato, la scrittura e la sua vita in India:
L’India si rivela una bellissima sorpresa per Nicolò Govoni e l’orfanotrofio di cui diventa volontario gli regala ogni giorno amore e affetto, nonostante le difficoltà che non sono certamente mancate. Decide poi di trasferirsi in India per dedicarsi completamente ai bambini orfani che in lui avevano ormai trovato un’importante figura di riferimento. Inizia così la sua vita dedicata agli altri e anche alla scrittura, qui decide infatti di studiare giornalismo alla Symbiosis International University.
Nel 2014, entra nel programma Teach for India e in questo modo riesce a insegnare volontariamente ai bambini bisognosi. Nel frattempo, continua comunque a raccogliere fondi per l’orfanotrofio, a scrivere e a studiare giornalismo.
Nel 2015 pubblica il suo primo libro, intitolato UNO. UNO è un racconto autobiografico in cui Nicolò Govoni esprime la sua profonda riscoperta della gioia di vivere grazie all’orfanotrofio e all’amore dei bambini.
Nel 2016, diventa editor per la <<BBC Knowledge>> e per <<Metropolis Japan>>, testate giornalistiche straniere molto importanti. Un anno dopo, scrive anche per <<South China Morning Post>>. Nicolò Govoni vuole distinguersi dai giornalisti comuni ed è per questo che scrive di storie di vittime, oppressi ed esclusi, volendo dar voce a una parte di persone molto spesso non considerate.
Il 2017 è invece l’anno in cui Nicolò Govoni pubblica il suo secondo libro, Bianco come Dio. Ha avuto un successo enorme e i ricavati sono serviti per pagare le rette scolastiche dei bambini dell’orfanotrofio, per permettere loro di ricevere un’istruzione e soprattutto dare speranza. In quello stesso periodo, si laurea in giornalismo e decide, dopo 4 bellissimi anni, di lasciare l’India.
La fondazione della Onlus e la sua vita in Grecia:
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Dal 2017 inizia a lavorare in Palestina e dopo qualche tempo nel campo profughi di Samos, in Grecia. Qui crea e organizza un programma educativo per i bambini rifugiati, continuando a portare una speranza concreta a persone che ormai non ne avevano più. Contro le opinioni di parenti e amici, decide di rinunciare a un master a New York e ai sogni di una vita per non dover abbandonare i bambini.
Nel 2018, Nicolò Govoni fonda una ONLUS internazionale non governativa, Still I Rise. Still I Rise diventa così il punto di riferimento per centinaia di bambini e di profughi, oltre che un orgoglio grandissimo per Nicolò. L’organizzazione conta diversi progetti attivi in varie parti del mondo per aiutare i migranti e i rifugiati, come in Kenya, Messico, Italia, Turchia e Grecia. Nel suo sito ufficiale, l’ONLUS si descrive così:
Offriamo educazione di livello mondiale ai bambini dimenticati dal mondo.
Still I Rise è un’organizzazione internazionale indipendente nata per assicurare istruzione, protezione e dignità agli ultimi tra gli ultimi. Crediamo nel potere trasformativo dell’educazione e portiamo istruzione a bambini e bambine profughi, orfani e apolidi i cui diritti sono stati negati per troppo tempo.
Nello stesso anno, un lettore anonimo di Bianco come Dio decide di aiutare la ONLUS e grazie alle sue donazioni, Nicolò e Still I Rise riescono a costruire e a supportare la prima e unica scuola per i bambini rifugiati di Samos, Mazì. Mazì non è solo una scuola, è anche un luogo sicuro per bambini che sono dovuti crescere troppo in fretta, che hanno visto e subito orrori di ogni genere e che grazie all’impegno di Still I Rise, possono avere un futuro.
Nel Giugno del 2019 esce poi il suo terzo libro, Se fosse tuo figlio, dove racconta la vera storia di un bambino migrante.
La candidatura al Premio Nobel per la Pace 2020:
Nel mese di febbraio 2020 Sara Conti, membro del Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino, candida Nicolò Govoni al Premio Nobel per la Pace 2020 con queste parole:
Conoscere un ragazzo di 27 anni che dedica la sua vita al sostegno e protezione dei diritti dei minori non solo ha meritato la nostra attenzione, ma il nostro pieno appoggio alla candidatura per il Premio Nobel per la Pace.
Nicolò Govoni sta vivendo così, dopo molte difficoltà, un sogno ad occhi aperti:
È il più grande onore della mia vita finora. Sono a corto di parole. È un sogno che si avvera, un sogno che non avrei mai sperato di concretizzare. Non so che dire. Solo: grazie. Sono stati anni difficili e gli ultimi mesi specialmente. Questa notizia arriva in un momento in cui sento quasi di aver toccato il fondo, e mi solleva lo spirito.
[…] Ringrazio il Consigliere Sara Conti e Paolo Berardi per aver creduto in me, in noi, nella nostra Missione e nei valori per cui combattiamo ogni giorno. Esistono ancora persone che credono nella forza del bene e si battono per essa. Questa ne è la prova. È pura magia. Credo che, in un mondo sempre più freddo e diviso, sia giusto celebrare queste persone e l’amore che le muove. […]
Still I Rise non potrebbe essere più fiera del suo fondatore e del lavoro svolto fino ad adesso.
Coronavirus, Nicolò Govoni lancia l’allarme:
L’arrivo del Coronavirus in varie parti del mondo sta mettendo a dura prova diversi paesi e per questo Nicolò Govoni ha deciso di denunciare, attraverso i social networks, una situazione già molto complicata e che potrà peggiorare.
Infatti, il Coronavirus è arrivato anche nelle isole della Grecia e questo significa che presto si diffonderà nei campi profughi, dove le persone non hanno spazi, non hanno rifugi sicuri, non hanno igiene né strutture sanitarie adeguate e sono quindi molto più esposti ai pericoli del virus. Nicolò Govoni è stato anche costretto a chiudere momentaneamente la scuola Mazì per cercare di contrastare la rapida diffusione del virus e così centinaia di bambini si sono un’altra volta ritrovati smarriti.
Nicolò chiede strutture sicure dove i profughi possano ripararsi, proteggersi dal virus e avere una condizione che assicuri la dignità umana a lungo termine anche se, come lui stesso afferma, non crede succederà.
Inoltre in questo momento delicato anche per il nostro Paese, ha deciso di donare, attraverso la sua Onlus Still I rise, ben 20.000 euro all’ospedale di Crema per rafforzare la terapia intensiva. Ha poi successivamente lanciato una raccolta fondi per i piccoli ospedali italiani che stanno affrontando l’emergenza da soli e all’ombra degli ospedali più famosi.
Nicolò Govoni sta proprio cercando di cambiare il mondo!
Copertina by LoSbuffo