Organizzazione, comprensione, memorizzazione, esposizione: ecco svelati i principi che si nascondono dietro l’acronimo OCME, metodo universitario messo a punto per la preparazione degli esami.
Un metodo riconosciuto tra gli studenti universitari che si affidano a OCME per preparare un esame in sette giorni. A inventarlo sono stati Andrea Acconcia e Giuseppe Morriello, pionieri di un metodo che gli ha permesso di laurearsi in tempi brevi riuscendo a sostenere quattordici esami in un anno.
Andrea Acconcia e Giuseppe Morriello erano due studenti universitari, fuori corso, con tantissimi esami da recuperare. Insieme sono riusciti a creare OCME, che permette agli studenti di sfruttare le tecniche mnemoniche applicando strutture organizzative semplici e accessibili a tutti. Come si legge dal blog di Andrea Acconcia – che ha inoltre ideato il metodo del palazzo della memoria e il metodo universitario di giurisprudenza – :
Il mio lavoro è proprio questo, aiutare gli studenti universitari a realizzare il loro sogno, ossia quello di laurearsi in corso con un voto alto. Lo so che lo studente universitario di solito è identificato con il #maiunagioia. Ma la verità è che l’ansia e la frustrazione tipiche dello studente universitarie, sono semplicemente l’effetto della mancanza di un metodo di studio. Infatti gli studenti studiano dalla mattina alla sera ma non sanno nulla sullo studio. Semplicemente perché ci hanno sempre detto di studiare ma nessuno ci ha mai detto COME studiare. Gli studenti dovrebbero essere degli esperti di apprendimento. Esattamente come un chirurgo è un esperto di anatomia e un cuoco è un esperto di cucina. È normale non ottenere risultati soddisfacenti all’università, se non si ha un metodo di studio universitario.
La prima fase del metodo, cioè l’organizzazione, prevede la raccolta di tutto il materiale dell’esame, il preparare una strategia e metterla in atto, calcolare le tempistiche, sulla base di una settimana, raccogliere tutte le informazioni sull’esame, sulla tipologia delle domande e “portare a casa la cattedra“, come afferma Moriello, focalizzandosi sulle risposte giuste alle domande che il professore realizza per l’esame. Infatti, in questa fase organizzativa, è anche molto importante avere una lista delle domande frequenti che il professore realizza all’esame per focalizzare i propri sforzi sugli elementi necessari.
Uno studente in crisi studia per quantità. Uno studente cazzuto studia per qualità.
Ecco come in sintesi Moriello focalizza l’attenzione dell’organizzazione del metodo OCME, che non si basa sul numero di pagine da studiare in un tot di tempo, ma sull’efficacia dei concetti da memorizzare in base alla tipologia di esame e di domande realizzate dai professori.
La seconda fase del metodo OCME prevede la comprensione. Il fulcro centrale del metodo universitario di Acconcia e Moriello è lo schema a cascata, che permette di schematizzare le informazioni comprese, farne una cernita e organizzarle per imparare tutto in modo rapido e schematico ma contemporaneamente legato agli argomenti compresi. Gli schemi, secondo i due ideatori, permettono agli studenti di memorizzare più velocemente rispetto ai riassunti e aiutano a far ricordare le informazioni all’esame.
Come si realizza un schema a cascata? Bisogna seguire sette punti necessari per eseguire una giusta composizione:
1. Prendere un foglio bianco (meglio se a righe).
2. Scrivere il titolo dell’argomento (in alto al centro).
3. Schematizzare in modo gerarchico .
4. Usare simboli e frecce.
5. Numerare il foglio.
6. Inserirlo nel raccoglitore.
7. Passare al prossimo schema a cascata.
Il principio cardine che regge lo schema a cascata è la struttura gerarchica: il termine “schema a cascata” è stato pensato proprio per associarlo alla gerarchizzazione dei concetti di un argomento da studiare. Acconcia e Moriello infatti hanno seguito gli studi dello psicologo canadese Endel Tulving secondo cui un’organizzazione categorica e gerarchica permette agli studenti di velocizzare la memorizzazione e l’apprendimento. Una volta suddivisi i concetti principali e quelli secondari si può passare alla realizzazione dello schema, che deve essere necessariamente scritto a mano. Il motivo è legato a due principi:
1. La memoria muscolare. Gli studi condotti da Acconcia e Moriello per la realizzazione del metodo OCME hanno catapultato i due coach nelle ricerche norvegesi e francesi sull’allenamento della memoria che hanno dimostrato come la scrittura a mano attivi diverse aree del cervello.
2. L’organizzazione percettiva. La produzione di dopamina attivata con il movimento fisico aumenta la voglia di studiare. Fare schemi al pc non permette al cervello di ricevere gli stimoli fisici e chimici per la produzione di dopamina necessaria per l’aumento di piacere nella realizzazione di uno schema. Ogni schema realizzato è un obiettivo raggiunto. Ogni raccolta di schemi permette di avere un’organizzazione totalizzante e quindi percettiva del lavoro svolto e da imparare.
La quarta e ultima fase è l’esposizione. L’esposizione deve essere magnetica e tecnica: non bisogna mostrare ansia ma soprattutto bisogna essere chiari e precisi. Registrarsi, guardarsi allo specchio e farsi interrogare sono ulteriori tecniche per migliorare l’esecuzione. Sui social e sulle pagine ufficiali dei due coach e del metodo universitario, centinaia di studenti italiani divulgano la loro testimonianza, ringraziando Giuseppe e Andrea per l’efficacia del loro metodo.
In un’intervista i due coach hanno lanciato un messaggio molto chiaro sugli obiettivi che si sono prefissati con il metodo OCME:
Vogliamo diventare la “normalità”. Ci piacerebbe che tutti i ragazzi italiani, prima di iscriversi all’università, guardassero i nostri video quasi per “abitudine”, perché imparare un metodo universitario è il minimo! Il nostro paese ha bisogno di laureati capaci di apprendere velocemente, che sappiano affrontare le sfide senza ansia. Perché se impari a superare l’ansia per l’esame e a dare il meglio di te sotto stress, allora puoi affrontare meglio un’operazione chirurgica un domani. Con una memoria infallibile, puoi essere un giudice migliore ed emanare una sentenza più giusta, e così via per le altre professioni. Avvicinando gli studenti all’auto-miglioramento e alla crescita personale sogniamo di creare un’Italia migliore.
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