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Le locuste minacciano la produzione di cibo in Africa e Asia

Le locuste sono note già nella Bibbia come una delle piaghe che affligge l’Egitto, punito da Dio dopo la fuga di Mosè e degli ebrei: si racconta che gli insetti rovinano le colture. Quello che sta accadendo oggi in alcuni Paesi dell’Africa orientale e nei Paesi del Golfo Persico assomiglia al racconto biblico: un’invasione di sciami di locuste e cavallette molto superiore alla normalità rappresenta una minaccia importante alla produzione presente e futura di cibo.

Gli sciami di locuste del deserto e di cavallette con il loro passaggio devastano i raccolti e consumano il suolo, rovinandolo anche per gli anni a seguire. L’emergenza di quella che è la più grave invasione di locuste da decenni a questa parte va avanti da mesi e si va a aggiungere alle minacce alla produzione di cibo provocate dal cambiamento climatico e dai conflitti nella regione, come spiega un comunicato congiunto della FAO e del World Food Program.

East Africa is a region beset by climate- and conflict-related shocks. Millions of people are already acutely food insecure. Now they face another major hunger threat in the form of desert locusts. The locust upsurge affecting East Africa is a graphic and shocking reminder of this region’s vulnerability. This is a scourge of biblical proportions. Yet as ancient as this scourge is, its scale today is unprecedented in modern times.

L’Africa orientale è una regione afflitta da sconvolgimenti relativi al cambiamento climatico e ai conflitti. Milioni di persone hanno già forti problemi di sicurezza alimentare. Ora affrontano un’ulteriore minaccia di carestia nella forma delle locuste del deserto. L’invasione di locuste che sta minacciano l’Africa orientale è un vivido e scioccante promemoria della vulnerabilità della regione. Questa è una piaga di proporzioni bibliche. Tuttavia, per quanto sia antica, la sua portata odierna non ha precedenti negli ultimi tempi.

Quali sono i Paesi colpiti dall’invasione di locuste?

L’emergenza è gestita, oltre che dai governi nazionali, anche dalla FAO, l’organo delle Nazioni Unite che si occupa delle questioni legate a cibo e agricoltura a livello globale. Al momento sono in corso operazioni di contenimento in ben tredici Stati nel Corno d’Africa e in Medio Oriente. Secondo quanto riporta la FAO, gli Stati africani più colpiti sono quelli del Corno d’Africa, una regione a est del continente: Somalia, Kenya, Uganda, Etiopia, Tanzania e, a partire da febbraio, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo. Quest’ultimo Paese non vedeva un’invasione di locuste dal 1944, secondo quanto riportano FAO e World Food Program nel loro comunicato. Si è stimato che in Somalia, Kenya e Etiopia, tre dei Paesi più colpiti, ben 100mila ettari per Stato dovranno essere cosparsi di insetticida.

Sciami di locuste e cavallette rappresentano una minaccia alla sicurezza alimentare anche in Asia. La FAO ha rilevato a fine febbraio che degli sciami che non sembrano essere legati a quelli africani sono arrivati in Arabia Saudita, Kuwait, Barhain, Qatar e nella costa sud-occidentale dell’Iran, portati dal vento e destinati a crescere. Altre zone dell’Asia gravemente minacciate dalle locuste sono il Pakistan e alcune aree dell’India vicine al confine.

La crisi nella produzione di cibo

Gli sciami di locuste sono iniziati ad arrivare già a dicembre in alcune regioni, come il Kenya, e si sono espansi velocemente in altri Stati, portati da venti e da condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Gli insetti riescono infatti a spostarsi su una distanza di circa 150 chilometri al giorno, causando un immenso danno ai raccolti. Gli sciami possono contenere fino a ottanta milioni di locuste adulte in un chilometro quadrato, che sono in grado di mangiare in un giorno la stessa quantità di cibo che mangerebbero 35mila persone.

Questo va a destabilizzare di molto la stabilità sociale e economica delle aree colpite, già molto insicure dal punto di vista alimentare. Si stima che già allo stato attuale dodici milioni di persone non abbiano accesso al cibo oppure siano in estrema difficoltà. A questi potrebbero tuttavia aggiungersi altri venti milioni di individui.

Una delle cause principali di quella che è la peggior invasione di locuste e cavallette degli ultimi settant’anni è il cambiamento climatico. Dopo un periodo di straordinaria siccità, la stagione delle piogge è stata molto più lunga del previsto: questo ha creato le condizioni ideali per lo sviluppo delle locuste. La crisi potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi: secondo le autorità, l’invasione potrebbe continuare fino a giugno, in cui l’arrivo di un clima secco sarà un’ostacolo alla riproduzione di locuste.

Le locuste hanno un ciclo riproduttivo di tre mesi e nel loro passaggio stanno deponendo le uova. Questo significa che la prossima generazione di locuste potrebbe distruggere il raccolto primaverile, arrecando un danno incalcolabile e provocando una crisi alimentare. Oltre a rappresentare una minaccia per l’agricoltura e per le comunità che su di essa hanno basato la propria sussistenza, le locuste danneggiano molto anche la comunità che vivono di pastorizia. Il loro sostentamento si basa infatti sulla vegetazione di cui si nutrono gli animali, anch’essa minacciata dalle locuste.

I tentativi di risolvere la crisi

A gennaio, quando i Paesi affetti dagli sciami erano appena tre, la FAO ha richiesto 76 milioni di dollari come fondi per combattere la crisi delle locuste, ma le risorse hanno tardato ad arrivare. Visto che le locuste ora sono arrivate in molti altri Paesi, i fondi ora necessari per risolvere la crisi ammontano a 138 milioni di dollari. Finora solo 52 milioni sono giunti a destinazione, dieci dei quali sono arrivati dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

I fondi vengono usati principalmente per due scopi. Il primo è offrire aiuto ai governi nazionali per fermare gli sciami con pesticidi spruzzati da terra o dall’alto e per migliorare la collaborazione tra Stati confinanti. I Paesi necessitano di personale ed equipaggiamento come aerei e pesticidi, oltre che di addestrare i cittadini a combattere la crisi. Il secondo scopo è il supporto immediato e a lungo termine alle comunità locali, in particolare agli agricoltori, duramente colpiti dalla crisi, in modo che possano diventare più resilienti.

Qu Dongyu, direttore generale della FAO, ha sottolineato inoltre che questi fondi servono urgentemente. È fondamentale supportare i governi nel tentativo di contenere gli sciami di locuste, in modo da evitare gli effetti più devastanti. L’arrivo immediato dei fondi permetterebbe infatti di controllare l’invasione di locuste prima della nascita di nuovi sciami.

Le persone intanto cercano di adattarsi come possono. In molte comunità, le locuste vengono catturate per essere mangiate, dopo che sono state bollite e fritte, in sostituzione ai cibi che esse stesse hanno devastato. Tuttavia, non tutte le locuste possono essere considerate cibo, perché in molti casi sono ricoperte di pesticidi.

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