Come evitare facilmente gli sprechi? Come risolvere agevolmente i problemi del parcheggio in città? Le risposte che, ormai, molti centri urbani stanno dando a questi problemi quotidiani sono indissolubilmente legate ai servizi di sharing. Che si tratti di bike-sharing o di mezzi elettrici – siano essi auto, motorini o monopattini – le start up si sono lanciate in questo mondo, fornendo servizi intelligenti ai cittadini a costi contenuti, spesso lavorando con l’ausilio degli enti locali. Ciò che però rischia di far morire queste esperienze cittadine è il vandalismo, vera e propria piaga con cui ognuna di queste realtà ha a che fare.
Sembra incredibile pensare che attività così lungimiranti e funzionali possano essere in crisi a causa di episodi vandalici, ma i numeri sono impietosi e definitivi. Per esempio è di pochi mesi fa la denuncia di Ofo, società che si occupa di bike-sharing nell’area di Milano e di alcuni comuni limitrofi, che dichiara che più del 10% delle proprie biciclette ha subito danneggiamenti sotto forma di atti vandalici o impossessamenti. Le biciclette di Ofo o Mobike, altra azienda leader nel settore, sono state rinvenute distrutte in ogni possibile zona della città e non solo, tanto che anche nelle province vicine ci sono stati dei ritrovamenti. Ormai famose sono le amare foto che ritraggono le due ruote recuperate dai Navigli, dove molte biciclette sono state gettate. Anche la società Share’n’go, con le sue auto elettriche, ha lamentato più volte i disagi e le perdite economiche subiti a causa degli atti vandalici che hanno interessato i mezzi: parabrezza sfondati, portiere incidentate e macchine rese inutilizzabili.
Questa situazione non è specifica e propria solo del capoluogo lombardo, ma è tristemente presente ovunque siano disponibili servizi equivalenti. Un caso famoso è quello di Derby, cittadina universitaria inglese, dove Hourbike aveva fornito circa 200 biciclette elettriche per il servizio apposito. Dopo solo un anno di attività la società ha dovuto ritirare i propri mezzi, e non certo a causa della mancanza di domanda: infatti, seppur forte di 7000 utenti, il servizio è stato reso impraticabile dall’incuria e della violenza dei vandali. Pochi mesi sono bastati affinché più di due terzi delle biciclette risultassero inutilizzabili perché abbandonate, distrutte o manomesse. Un danno economico enorme per la società e anche per la municipalità che vi aveva investito, tanto che i danni ammontano a circa mezzo milione di sterline.
I problemi delle società di sharing non si fermano solamente agli atti vandalici, che pure sono il fattore più odioso e insensato cui i manager di queste devono trovare rimedio, ma possono esser causati anche da errori di marketing, prezzi troppo alti e servizi non capillari. Auto e mezzi elettrici in città in cui le centraline per la ricarica scarseggiano possono essere di difficile utilizzazione. Inoltre, alcuni fallimenti sono dovuti semplicemente allo scarso utilizzo da parte degli utenti. Ma è importante evidenziare come questi possibili errori siano sempre presenti quando ci si pone davanti a esperienze imprenditoriali: ci sono società migliori di altre o offerte più convenienti. Ciò che resta assurdo è che per poter fornire un buon servizio le società debbano affrontare in primis le azioni dei vandali, che sono intollerabili e incomprensibili.
Vogliamo città in cui muoversi sia comodo e veloce, preservando i centri storici e le aree pedonali; non vogliamo perdere tempo a cercare parcheggio o prendere multe. Eppure, nel momento in cui i servizi di sharing mettono a disposizione efficaci possibilità di risparmio di spazio, oltre che energetico – infatti molti mezzi sono elettrici -, vediamo scene di vandalismo e violenza. Non è certo distruggendo o lanciando delle biciclette nei Navigli che si appaga la propria rabbia e insoddisfazione. Vivere in una società civile prevede che la condivisione sia un valore primario dei cittadini, un valore essenziale per la buona convivenza di tutti.