Intervista lefrasiincompiutedielena

Intervista a LefrasiincompiutediElena: tornare all’essenza delle canzoni

LefrasiincompiutediElena è un progetto che nasce a Roma nel 2017, creato quasi per gioco, con lo scopo di tornare all’essenza delle canzoni. La scena musicale odierna è così variegata che quasi si è persa l’autenticità del fare musica, si scrive quasi per necessità e non per passione: LefrasiincompiutediElena vogliono evitare questo. Sono malinconici, sono semplicità, sono trasparenza, sono veri.

Il primo singolo, Fiori e Camomilla, viene pubblicato nel 2017 in maniera del tutto indipendente. Questo brano viene definito da loro stessi come “una carezza per i tempi bui” ed è proprio così che inizia il loro percorso musicale.

Sempre in maniera indipendente, nel 2018 pubblicano altri due singoli: Libia e IncensoÈ proprio grazie a questi due pezzi che, finalmente, riescono a ottenere il loro primo contratto discografico con Romolo Dischi, etichetta per la quale, nel 2019, pubblicano Ciglia e, in seguito, Lenzuola. I due singoli sono solo l’assaggio di quello che sarà il loro primo album, in uscita il marzo prossimo.

Noi de «Lo Sbuffo» cerchiamo sempre volti nuovi da proporvi ed è quello che abbiamo fatto anche con LefrasiincompiutediElena. Li abbiamo intervistati per voi. Ecco cosa ci hanno raccontato.

L’intervista: progetti, social e Sanremo

LefrasiincompiutediElena: nome insolito per un progetto musicale. Chi è Elena? Perché avete deciso di raccontarne le “frasi incompiute”?

Il nome è venuto tutto d’un fiato. Suonava bene. Ne abbiamo capito il significato dopo. Tutti siamo Elena e tutti ne abbiamo avuta una.

Dite che il progetto è nato anche per “Tornare all’essenza delle canzoni”. Sentite una mancanza di autenticità sulla scena musicale italiana odierna?

No, e non sta a me dirlo. Però spesso si creano un milione di contenuti pubblicitari, si parla molto del contorno, della vita privata di un artista e si dà poca importanza ai brani. Ecco perché per due anni non abbiamo pubblicato foto in cui ci si vedeva.

Ciglia e Lenzuola sono i brani che avete lanciato nel 2019 e, finalmente, in primavera uscirà il vostro album d’esordio. Parlateci di questo nuovo progetto, quando è nata l’idea di un nuovo album?

È un disco testardo. Lo era già in fase di produzione. Volevo avere un’indipendenza artistica. Per me è importante la sincerità nella musica. Questo sarà un disco sincero. Ecco, quando ho iniziato a pensare questo è nato l’album.

Il vostro singolo Lenzuola è stato inserito nella playlist Scuola Indie di Spotify. Ve lo aspettavate? Vi trovate a vostro agio di fianco agli altri nomi nella nuova scena indie italiana?

Diciamo che non ci avevo pensato. Ma ne sono felice. Ho sempre visto le playlist come uno strumento indispensabile per far conoscere la propria musica. Non come un punto d’arrivo. Non esiste nella musica un punto d’arrivo.

Restando sempre su Lenzuola, il brano è molto malinconico. Viene raccontata la difficoltà dello scorrere delle giornate in mancanza di una determinata persona. Quanto è importante nella vostra produzione musicale il concetto di mancanza? E quello di presenza, invece?

Tutto il concept è centrato sulla mancanza. Questo non esclude la presenza a livello concettuale. Potrei rispondere con: “Si avverte la presenza della mancanza. Ed è pur sempre la sua presenza”.

Dite di amare poche cose ma di odiarne tante, tra queste le canzoni che scrivete. Pensate di essere ipercritici nei confronti del vostro lavoro? Se sì, pensate che ciò porti conseguenze maggiormente positive o negative?

Se non sei ipercritico alla fine ti accontenti. Essere ipercritico vuol dire, per me, cercare di fare le cose al meglio delle proprie possibilità. Nella scrittura, negli arrangiamenti, nel sound. Ho capito con il tempo una cosa fondamentale: a un certo punto nella produzione è inevitabile fare dei piccoli compromessi dettati dalle possibilità, ma prima di pensare a questo bisogna raggiungere e cercare di ampliare al massimo proprio quelle possibilità.

Fiori e camomilla è stato uno dei vostri primi singoli. In che modo vi sentite cresciuti musicalmente da allora? E il brano è collegato in un certo senso con Elena?

Senza Fiori e Camomilla non ci sarebbero state LefrasiincompiutediElena. Tutto il disco è collegato a lei.

Abbiamo sbirciato il vostro profilo Instagram e abbiamo notato che i vostri fan vi mandano delle foto in giro per il mondo con un pezzo di carta e l’hashtag #lefrasiincompiutediElena. Cosa significa? Quanto è importante la comunicazione sui social per il vostro progetto?

Ci piace molto. È una bella sensazione sapere che in giro per il mondo qualcuno ascolta le tue canzoni. Questa è una cosa che mi è sempre piaciuta. Non porta nulla forse, ma stimola a fare altro, a non accontentarsi, appunto. Credo sia importante per tutti, ormai, la comunicazione social. Non so se sono bravo in quella cosa. Di sicuro è un impegno in più per ogni artista che si deve gestire da solo e io sono pigro.

Il Festival di Sanremo: se mai dovessero chiedervi di partecipare, accettereste? Per quale ragione?

Si, accetterei per vedere felice mia nonna. Me lo continua a chiedere da quando ho iniziato a suonare. Per il resto credo non sia una dimensione in cui mi sentirei a mio agio ora. Preferisco i club e lo studio di registrazione. Ma è sicuramente un’esperienza diversa.

C’è un artista con il quale vorreste collaborare in futuro, magari perché vi sentite affini musicalmente?

Paul McCartney.

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LefrasiincompiutediElena sono ironici e speranzosi, come ogni artista emergente d’altronde. Non si accontentano di poco e vogliono dare molto. Vi invitiamo ad ascoltarli perché, come dicono loro, “Tutti siamo Elena e tutti ne abbiamo avuta una nella vita”. Noi gli facciamo i nostri migliori auguri e aspettiamo marzo per ascoltare il loro atteso album d’esordio.


FONTI

Intervista e materiali gentilmente concessi da seitutto

CREDITS

Copertina e immagini gentilmente fornita da seitutto

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