Perché tutte dovremmo essere Morgana

Ce lo ricordano i social, i quotidiani e i notiziari. Ce lo ricordano le strade su cui camminiamo in solitaria, a volte spaesate e timorose. Sentiamo spesso, in quest’epoca tetra e complessa, che nascere donna equivale ancora quasi a partire con un bias, un punto debole marchiato a fuoco sulla pelle dal giorno zero. Femminicidi, tampon tax, coppette mestruali come panacea green, presunta incapacità nelle materie scientifiche che ci blocca nel percorrere strade del mondo STEM; queste sono solo alcune delle associazioni più ricorrenti (e purtroppo negative) che ci portiamo dietro e che subiamo.

Siamo facilmente “buone o cattive” in un battito di ciglia, solo a causa di vecchi pregiudizi sedimentati nel tempo: possiamo essere buone madri quando non ci concentriamo troppo sul lavoro. Siamo invece pessime quando la carriera diventa il nostro focus prevalente e non ci fa prostrare al nostro necessario istinto materno. Gli appellativi diventano insulti quando la nostra sessualità apre le maglie e diventa un po’ più libera, quando la gonna si fa troppo corta.

Di fondo siamo donne. Donne che spesso crescono nell’ombra di stereotipi e paure, pur avendo magari tutta la forza di cambiare la propria storia personale e puntare ambiziosamente in alto. Donne che dovrebbero provare a essere Morgana.

Ma chi è Morgana? Morgana nasce come podcast narrato da Michela Murgia e Chiara Tagliaferri su Storielibere.fm, piattaforma italiana di intrattenimento e divulgazione di contenuti audio di varia tipologia. In essa, il ricettacolo di storie proposto dalle due autrici si classifica tra i più ascoltati, arrivando alla vetta degli oltre 350mila tra ascolti e download. Le fiere protagoniste del podcast sono tutte donne rivoluzionarie e anticonvenzionali, unite da un’immagine simbolo: Morgana, la fata del ciclo arturiano. Le autrici ne raccontano in modo mai banale le storie di vita, cercando un taglio nuovo che dia una luce particolare al personaggio principale della puntata.

Morgana è la casa delle donne fuori dagli schemi. Donne controcorrente, strane, pericolose, esagerate, stronze e a modo loro tutte diverse e difficili da collocare. Donne che vogliono piacersi e non compiacervi un po’ fate e molto streghe, belle e terribili insieme.

Nei racconti di questo gineceo anticonformista possiamo raccogliere pillole di coraggio utili per combattere il mondo esterno senza essere sante, streghe o eroine del mito.

Per questo il progetto si è amplificato, diventando un libro, edito da Mondadori, che trasforma la voce in carta stampata con la collaborazione dell’artista MP5. In Morgana, Storie di ragazze che tua madre non approverebbe troviamo le narrazioni di ben dieci donne atipiche, vissute in mondi e tempi decisamente diversi. A ognuna è dedicato un capitolo, accompagnato da una bellissima illustrazione in bianco e nero, in cui le due autrici dipingono uno specifico microcosmo con piglio a volte ironico, divertente ma allo stesso tempo profondo.

Qual è il fil rouge che lega questa compagine? Questi dieci esempi del mondo femminile ci insegnano a non cadere nella sindrome di Ginger Rogers e a smontare l’icona della donna gentile e passiva. Ci invitano a non essere vittime di quel pensiero subdolo e misogino per cui una donna debba sentirsi capace di fare tutto come un uomo ma con risultati decisamente superiori, a “fare tutto quello che fa Fred Astaire, ma all’indietro e sui tacchi a spillo”, come scrive la Murgia.

In questo libro ci sono donne che la sindrome di Ginger Rogers non l’hanno mai avuta e ai loro traguardi ci sono arrivate lo stesso. Sono mistiche guerrafondaie, fantasmi che si aggirano nella brughiera, bambine ciniche, pornostar col cervello, atlete scorrette, regine del circo della vita, stiliste straccione, estremiste della ferita come arte, architette senza compromessi e icone trasgressive contro tutti i canoni.

È curioso come il libro muova le fila da due personaggi tanto opposti, quanto potenti, iconici ed efficaci: da un lato, l’immagine per eccellenza del porno Moana Pozzi e, agli antipodi, Caterina da Siena. Seguono Grace Jones (attrice, cantante e modella giamaicana), le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding (pattinatrice americana ormai nota anche alle ultime generazioni per un interessante film dello scorso anno), Marina Abramovic, Shirley Temple (famosa per i suoi riccioli d’oro ma vittima della relazione malata con lo spettacolo), Vivienne Westwood. Ultima, non per importanza, Zaha Hadid, che ha donato anche una particolarissima torre alla città di Milano.

Nonostante la tematica e il feroce femminismo di facciata che spesso si irradia nella nostra quotidianità, Morgana non è affatto un’opera di retorica o di proselitismo. Parlare di Morgane non implica necessariamente osannare ogni spaccato di vita di questi esempi femminili, non comporta un’imitazione pedissequa di scelte descritte con accuratezza in ogni capitolo. Le due autrici non si fanno portavoce di un apprezzamento aprioristico verso i personaggi, ma ci invitano a cogliere il monito sotteso alle vite altrui. Ci incoraggiano a spingere l’acceleratore sui nostri obiettivi anche a costo di pagare un prezzo altissimo. Ed è questo il motivo per cui tutte dovremmo cercare di essere Morgana, donne capaci di perseguire scopi e raggiungere traguardi nonostante le difficoltà e le cadute. Donne luminose nella fatica e nel coraggio. Donne più libere e forse più felici.


FONTI

Michela Murgia, Chiara Tagliaferri, Morgana, Mondadori, 2019

storielibere.fm 

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