Fin dagli albori della civiltà, l’uomo è stato in grado di progettare e di costruire cupole. Si pensi alle coperture tradizionali in uso ancora oggi dagli iglù degli eschimesi ai trulli pugliesi di Alberobello. Non sono pochi i casi straordinari che hanno conquistato un posto d’onore nella storia dell’architettura, cupole che con le loro sbalorditive strutture sono in grado di emozionare gli spettatori anche a distanza. Una delle più emblematiche è la cupola di Santa Maria del Fiore di Filippo Brunelleschi, che proprio nel 2020 festeggerà i suoi 600 anni. Una ricorrenza alla quale Sky Arte renderà omaggio con la messa in onda del documentario Brunelleschi e le grandi cupole del mondo, previsto per la prossima primavera in due puntate.
Il documentario
Con la regia di Claudio Poli, già vincitore del Nastro d’Argento per il film documentario Hitler contro Picasso (2018), il programma è una produzione Sky Arts Production Hub. L’obiettivo è quello di raccontare al pubblico la nascita e lo sviluppo delle soluzioni tecniche impiegate da Brunelleschi per la realizzazione di un vero e proprio capolavoro ingegneristico mai visto prima, come ha evidenziato a Londra il direttore di Sky Arte, Roberto Pisoni.
Oltre alla genialità di Brunelleschi, considerato il primo progettista dell’età moderna, il documentario vuole anche mostrare come il concetto di cupola sia stato più volte brillantemente reinventato nel corso dei secoli, fino all’espressione delle nuove tendenze di Norman Foster e di David Libeskind: le nuove frontiere, rispettivamente, dell’architettura high-tech e del decostruttivismo.
Palm Temple, uno site specific nel cuore di Londra
In attesa di questo omaggio televisivo, fino al 17 febbraio a Londra è possibile ammirare l’opera site specific Palm Temple. Commissionata da Sky Arte all’artista britannico Luke Jerram, l’installazione presenta una struttura con lamelle a spirale, su modello della conformazione di una cupola. Tagliata in due porzioni identiche, le due metà sono state riunite verticalmente dall’artista, come i palmi delle mani giunte in preghiera.
L’opera offre “un’esperienza sensoriale a livello visivo”. Può essere “fruita come un luogo di contemplazione, progettato per far rendere consapevolezza dell’impatto che l’uomo ha sulla natura”. Così ha dichiarato Jerram.
Palm Temple è collocata a Lewis Cubitt Square, poco distante dalle stazioni di King’s Cross e St. Pancras, simbolo di un’area di riqualificazione urbana all’interno di una metropoli che, nel corso degli anni, ha dimostrato di evolversi continuamente, sforzando di stare al passo coi tempi senza estirpare le radici del suo passato.
Per la realizzazione dell’opera l’autore ha spiegato di essersi “ispirato a Brunelleschi e alla sua attività di artigiano-artista, non di architetto di formazione”. Il fine è conferire un’anima a questo site-specific, qualificandolo come un luogo di di riflessione e di connessione “tra cielo e terra”, sulla base anche dei riflessi sul pavimento delle sue trasparenze, che cambiano colore a seconda della luce.
Oltre a celebrare l’eccezionalità delle nuove soluzioni architettoniche, Palm Temple si fa portavoce di un messaggio attualissimo destinato a rafforzare la consapevolezza in merito alla perdita della biodiversità attualmente in corso.
All’interno della struttura, la campana Extinction Bell suona a intervalli regolari – tra le 150 e le 200 volte al giorno – adempiendo uno scopo preciso. Ciascun tocco emesso corrisponde infatti al numero di specie animali che scompaiono nel mondo in 24 ore, secondo i dati forniti nel 2017 dalle Nazioni Unite.
Luke Jerram
Nato nel 1974 nel Regno Unito, Luke Jerram è un artista interdisciplinare, famoso per le sue sculture e installazioni esposte in giro per il mondo. Al pubblico italiano è prevalentemente noto per il suo progetto “Museum of the moon”. Si tratta di una riproduzione in scala di una luna dal diametro di 7 metri, in occasione dei 50 anni dell’allunaggio, in mostra a giugno dell’anno scorso presso la Piscina Cozzi di Milano. Il suo daltonismo lo ha spinto ad approfondire le ricerche nel campo della percezione visiva, creando insolite sculture in vetro.
Un elemento costante nella sua produzione è la partecipazione attiva da parte dello spettatore, che diventa spesso il perno centrale attorno al quale si sviluppa l’intero concept dell’opera. Le sue installazioni diventano un gioco fruibile per il pubblico, animando lo spazio in cui si trovano. Questo è quello che accade con Palm Temple, una diversa idea di cupola progettata in onore del grande maestro rinascimentale, il quale, come lo stesso Jerram, non esitava a sfidare lo scetticismo e le convenzioni del proprio tempo.
Credits
Foto 1: scattata dall’autore
Fonti