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Achille Lauro ha vinto Sanremo e nessuno lo sa

Si è appena conclusa la settantesima edizione del Festival di Sanremo con la vittoria di Diodato e la sua Fai rumore. Come ogni anno, sono stati tanti i fattori che hanno alimentato le polemiche. Questa edizione ha acceso le discussioni sin dal principio: dal chiacchierato discorso di Amadeus in conferenza stampa fino ad arrivare alla squalifica di Morgan e Bugo.

Sicuramente, il personaggio che ha suscitato più scalpore è stato Achille Lauro con i suoi look eccentrici e le sue esibizioni particolarmente scenografiche che hanno fatto molto parlare.

Tutte le trasgressioni di Achille

Lauro è sempre stato un personaggio controverso. L’anno scorso è stato vittima di attacchi da parte di Striscia la Notizia: il programma, in effetti, lo accusava di inneggiare all’utilizzo di ecstasy nel testo del brano presentato a Sanremo 2019, Rolls Royce. Quest’anno, invece, quello che ha fatto maggiormente discutere sono stati i suoi outfit. In effetti, si è parlato molto di più dell’aspetto estetico delle esibizioni più che del brano in sé, Me ne frego.

Sembra che, ogni anno di più, si faccia di tutto per cercare di metterlo in cattiva luce. Questo perché non è il classico cantante “sanremese”, anzi, oseremmo dire che è molto più innovativo rispetto al concorrete medio.

Che poi, se ci pensate, quella di vestirsi con costumi di scena eccentrici non è una cosa particolarmente nuova. Chiunque conosca un minimo la musica italiana sa che il maestro dei travestimenti è Renato Zero. Negli anni Settanta e Ottanta, il cantante romano creò un personaggio eclettico, ricoperto di paillettes e di glitter, incarnando il glam rock, genere che all’epoca era diffuso in Inghilterra e negli States. La stessa cosa è stata fatta anche dalla ragazza del Piper, Patty Pravo, che osò molto con capigliature eccentriche e trasgressive.

Per una società senza genere

Sicuramente, Lauro ha fatto tutto questo per far parlare di sé. Ma chi al suo posto avrebbe fatto il contrario? Ha in mano le carte che gli permettono di giocare una bella partita e le ha sfruttate tutte, dalla prima all’ultima. Dietro a un grande costume c’è sempre un messaggio che si vuole trasmettere. Lo stesso Lauro, sul suo profilo Instagram, ha pubblicato una lettera che recita:

Sono stato anche io bambina.
Cinquantenni disgustosi, maschi omofobi. Ho avuto a che fare per anni con ‘sta gente volgare per via dei miei giri. Sono cresciuto con ‘sto schifo.
L’aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l’immagine di donna oggetto con cui sono cresciuto.
Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni da cui poi si genera discriminazione e violenza. Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina.
Tutto qui?
Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore.
Ogni tanto qualcuno mi dice: ma che ti è successo?
Io rispondo: “Sono diventato una signorina”.

Questa lettera è stata pubblicata da Lauro dopo la terza serata di Sanremo – quella dedicata alle cover – subito dopo aver duettato con Annalisa nel brano Gli uomini non cambiano di Mia Martini. Il fatto che Achille non abbia pubblicato questo post prima del Festival porta a diverse riflessioni. Probabilmente, il cantante ha postato questa riflessione perché era stanco degli attacchi alle sue esibizioni e, soprattutto, del fatto che in molti nel 2020 non abbiano ancora capito il suo intento.

Facciamo un breve resoconto: quali sono stati i look tanto criticati dal pubblico italiano? Piccola premessa: tutti i look di Achille Lauro sono targati Gucci, un brand di un certo livello. Lo stesso direttore creativo di Gucci – Alessandro Michele – ha dichiarato che “Achille Lauro è una persona libera che vola in alto”. I due hanno già avuto collaborazioni in precedenza e Michele, affascinato dal rapper, ha deciso di continuare andare avanti per questa strada.

Prima serata: san Francesco di Giotto

Prima serata, l’inizio dell’ascesa. Il rapper, come inizio, ha portato in scena uno dei momenti più importanti della storia religiosa e, nello specifico, quella di san Francesco d’Assisi: il momento in cui il santo si è spogliato dei propri abiti per dedicarsi in toto alla fede. Così come il santo, anche Lauro si è spogliato dei suoi abiti di scena mettendo su un vero e proprio spettacolo teatrale.

Ovviamente, non tutti hanno accolto questa performance positivamente. Parecchi sono stati i commenti che descrivevano Achille Lauro come una persona priva di gusto, irrispettosa e non adatta al “prestigioso palco dell’Ariston”. Ovviamente non è stato colto il messaggio di Lauro, ovvero che l’azione di san Francesco è ancora oggi attuale.

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Terza serata: Ziggy Stardust di David Bowie

Per la serata dedicata alle cover, Lauro ha deciso di riprendere uno degli alter ego più famosi della storia della musica, ovvero Ziggy Stardust di David Bowie. Per l’occasione, l’artista ha duettato con la cantante Annalisa. I due si sono esibiti nella cover di uno dei brani più iconici della storia della musica italiana: Gli uomini non cambiano della grandissima Mia Martini. Sui social, Lauro descrive il personaggio di Ziggy Stardust come un’anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica, espressiva e sessuale e di una mascolinità non tossica. 

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Quarta serata: la Divina Marchesa Luisa Casati Stampa

Per la penultima sera l’artista ha voluto omaggiare una delle donne che è stata fonte di ispirazione per molti artisti a lei contemporanei: la Marchesa Luisa Casati Stampa. Figlia di ricchi commercianti, è stata una delle protagoniste della belle époque nella Venezia del Novecento. Lauro ha deciso di omaggiarla poiché, oltre a ispirare i più grandi artisti dell’epoca, lei stessa è passata alla storia come un’opera d’arte vivente. Il momento più iconico di tutta la performance è stato quando Achille ha estratto un rossetto con il quale si è truccato le labbra.

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La finale: Elisabetta I Tudor

Sicuramente questo è stato il look più scenografico. Per la finale, Lauro ha deciso di omaggiare Elisabetta I Tudor, vergine sposa della patria, del popolo e dell’arte. Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, con lei il Regno d’Inghilterra tornò alla serenità e ottenne il benessere economico. Un’interpretazione importante, per una donna importante, per una serata importante. Nonostante la bellezza dell’abito, anche in questa occasione Lauro ha deciso di spogliarsi e di portare avanti la sua trasgressività, soprattutto con il bacio con Boss Doms, momento atteso fin dalla prima serata.

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Achille Lauro non ha vinto il Festival e non si è classificato nemmeno nelle prime tre posizioni, ma quel che importa è che in questa settimana ci ha insegnato molto. Sicuramente non è stato il primo e nemmeno l’ultimo artista a eseguire delle performance del genere, ma il messaggio che ha voluto trasmettere è al di sopra di quello è apparso ai più. Tutti noi guardiamo sempre oggettivamente un’azione e raramente cerchiamo di capire quale sia il vero scopo della stessa. A un artista come Lauro poco importa della vittoria dato che il suo scopo era quello di invitare la gente a vivere come meglio crede, senza distinzione di genere e senza etichette.

Noi siamo d’accordo con Achille Lauro e lo abbiamo sostenuto in tutto e per tutto, anche se la canzone, forse, non gli rende giustizia. Sicuramente, in futuro lavorerà anche sull’aspetto più prettamente tecnico dei suoi brani ma, per adesso, cerchiamo di capire fino in fondo ciò che ha fatto durante questo Festival. Cerchiamo di non essere bigotti, di aprire la mente e fregarcene, come dice la canzone.


CREDITS

Copertina gentilmente fornita da Rai

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