Il Carnevale è una ricorrenza internazionale, festeggiata nei paesi di tradizione cristiana; è un evento in movimento, che si svolge in spazi aperti e pubbliche parate.
L’elemento che caratterizza questa festa è la maschera e il travestimento.
La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare, letteralmente eliminare la carne, e stava ad indicare il banchetto dell’ultimo giorno di carnevale, il cosiddetto Martedì Grasso, prima dell’inizio della Quaresima. Nell’antica Roma, la festa in onore alla dea egizia Iside prevedeva la presenza di gruppi mascherati. Nelle feste dedicate a Dioniso, invece, passava il carro di colui che aveva il compito di restaurare il cosmo inseguito al caos. Durante questi festeggiamenti si svolgeva una sorta di processione nella quale era metaforicamente rappresentato il caos, che si opponeva alla creazione dell’universo.
Il Carnevale celebrato dal popolo della Mesopotamia e da altre civiltà, aveva una valenza purificatoria. Le anime delle persone, per non diventare pericolose, dovevano avvalersi di corpi ‘provvisori’ attraverso i travestimenti che spesso avevano delle caratteristiche soprannaturali.
Il Carnevale ha continuato a influenzare diversi paesi tra cui, ovviamente, anche l’Italia, in particolare, Venezia è nota a tutto il mondo per i suoi festeggiamenti. Nel 1296 venne stipulato il primo documento ufficiale, che dichiara il Carnevale di Venezia come una festa pubblica, di cui lo scopo del carnevale era quello di concedere alle persone un periodo dedicato al divertimento e ad un’ assenza di diversità. Il travestimento durante questa festività rappresentava una copertura, un filtro: le persone per un breve periodo dell’anno erano libere e uguali. Non vi era alcun tipo di distinzione né sociale, né di sesso e né di religione. La propria identità veniva nascosta. Tutti potevano assumere comportamenti in base ai nuovi costumi, tutti recitavano la parte di un personaggio che avevano scelto di essere. Ognuno era un attore e il palcoscenico era lo stesso per tutti!
Così, nacque un commercio dedicato: a partire dal 1271, si attesta la produzione di maschere e scuole per la loro realizzazione, nella quale venivano utilizzati materiali specifici, come argilla, gesso, garza. Dopo la fabbricazione dei
modelli vi era la fase della colorazione, per la quale nasce una vera e propria figura di artigianato preposta alla realizzazione di maschere e abiti, riconosciuta ufficialmente come un lavoro nel 1436. Durante i festeggiamenti i veneziani annullavano tutte le loro attività per dedicarsi a tempo pieno agli spettacoli e festeggiamenti, realizzati in tutta la città, in particolare in Piazza San Marco.
Nell’accezione moderna il Carnevale di Venezia è una magnifica festa popolare considerata unica per storia e travestimenti. A differenza degli anni passati, oggi per la creazione di maschere e travestimenti vengono utilizzati dei materiali molto più preziosi.
Tolentino, ispirandosi ad Arlecchino, ha creato uno splendido costume, ricoperto di pailette e costituito da pantaloni e casacca, passamanerie e collo in pizzo ricamato a mano. Le sue creazioni sono state apprezzate da moltissimi, tanto che le sue opere lo hanno portato alla vincita del premio Leone D’oro.
Nel 2019 lo stilista bresciano ha vestito un immaginario nobile veneziano settecentesco. L’abito realizzato in quest’occasione è azzurro fatto con pailette nere e con decorazioni di fiori.
Il connubio Carnevale e Moda è molto forte, poiché una festa in cui si può dare libero sfogo alla propria creatività, ai colori e alle fantasie. È un momento dell’anno in cui ci si diverte, ci si mette in gioco, si recita, ci si spoglia della propria identità per assorbirne un’altra.
Secondo Camporesi:
Il Carnevale è una festa di contestazione, di rottura, di rigenerazione sociale vissuto in un tempo ciclico di morte e resurrezione, d’annientamento e di rinascita.
Il Carnevale esprime anche la voce dei gruppi sociali inferiori e l’opposizione della cultura popolare alle forme e alle immagini della cultura “ufficiale.”
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