Adidas ha annunciato una nuova campagna chiamata Reimagine Sport, dedicata all’activewear femminile. Il brand prende posizione rispetto all’inclusività e al body positive introducendo nuove taglie.
In occasione del lancio della nuova collezione, il 16 gennaio, presso lo store di Corso Vittorio Emanuele, è stato organizzato l’evento REIMAGINE SPORT – Your Own Way – Donne, inclusività e body positivity. Tre sono state le ospiti d’eccezione: Muriel XO, Enrica Mannari e Milan Pyramid, che hanno parlato del rapporto con il proprio corpo, di come vivono lo sport e di cosa vuol dire essere donna al giorno d’oggi.
Nonostante siano tre ragazze provenienti da ambienti ed esperienze diverse, ognuna di loro ha intercettato un momento in cui il rapporto con il loro corpo è cambiato.
Muriel XO, youtuber ed attivista contro il body shaming e per i diritti LGBTQ+, è la prima a raccontare la sua esperienza. Il 3 marzo 2019, giorno in cui ha partecipato alla sua prima body positive catwalk, una sfida lanciata dalla modella curvy Laura Brioschi: sfilare in lingerie in piazza Duomo, celebrando il proprio corpo; dopo questo momento, Muriel si è sentita libera di mostrare le proprie forme, arrivando a pubblicare un video su Youtube in intimo.
La sua community è stata di enorme supporto, anche se i commenti negativi non sono mai mancati. Per lei non è sempre stato semplice lavorare sul web: all’inizio della sua carriera più volte le avevano consigliato di dimagrire. A causa di questa convinzione si era sentita spesso in dovere di modificare le proprie fotografie, in modo da sentirsi più accettata. Ad oggi, riconosce che le rappresentazioni artificiose di sé stessi online creano una falsa realtà, in cui bisogna ignorare gli stereotipi, mostrandosi in modo genuino.
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Milan, aka Aya, la prima lifestyle blogger italiana con il velo, racconta che intorno ai diciotto anni ha iniziato ad indossare l’hijab, riscoprendo il suo corpo. Aya convive dalla nascita con due culture diverse e, scoprendo la propria fede, ha deciso di indossare il velo. Attraverso il suo lavoro online vuole rompere gli stereotipi legati alle donne mussulmane velate e creare uno spazio comune, dove tutti si possono sentire accettati ed inclusi.
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Enrica Mannari è un’illustratrice visionaria livornese: a tutti i partecipanti è stata consegnata una sua opera, un piccolo libretto con cui si poteva comporre il proprio fisico, scegliendo tra cinque diversi tipi di testa, busto e gambe.
Durante l’intervista ha raccontato che il suo punto di svolta, a differenza delle esperienze citate precedentemente, non riguarda il suo corpo, ma la sua interiorità. La sua storia comincia a Milano, quando si laurea in design e gradualmente arriva all’apice della sua carriera. La sua vita va in crisi quando alla madre viene diagnosticata una malattia particolarmente grave; decide così di lasciare tutto e tornare nella sua città natale, staccandosi dalla sua vita frenetica per prendersi cura della sua famiglia. Solo dopo aver superato quel periodo difficile, ha ricominciato a prendersi cura di sé, sia interiormente che esteriormente.
La seconda parte dell’intervista si è focalizzata sul tema dello sport e di come le tre influencer vivono il loro rapporto con l’inclusività. Muriel ha raccontato che nonostante la sua forte pigrizia, le è sempre piaciuto muoversi: infatti, ha praticato danza fino all’ultimo anno di liceo. Dopo qualche anno di crisi, ha ricominciato a fare sport, per diverse motivazioni; infatti lo vede come uno sfogo, una ricarica, un investimento per il futuro, che la aiuterà ad essere più agile, ma soprattutto un modo per lavorare su di sé e sulla propria autostima. La fatica per lei significa soprattutto miglioramento.
Aya è molto legata allo sport: lo considera un valore importante ed un dono da esercitare nella sua totalità. Correre la aiuta a sentirsi libera, respirando aria pulita ed entrando in contatto profondo con la natura. Per lei risulta terapeutico, quasi come meditare: correndo si rilassa ed ascolta se stessa.
Enrica, come Muriel, ha praticato per moltissimi anni danza. Da quando è tornata a Livorno, adora camminare in riva al mare: immergendosi nel paesaggio, medita e si focalizza su sé stessa e sui suoi progetti creativi.
Muriel, Aya e Enrica, nonostante arrivino da tre ambienti diversi, hanno un punto in comune: il movimento body positive. La lotta deve cominciare lavorando prima di tutto sull’accettazione di se stessi, anche attraverso lo sport non competitivo.
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