Il 2019 è stato un anno molto prolifico, che ha regalato al mondo del rap molte conferme, come Persona, l’album di Marracash, pubblicato l’ottobre scorso. Il 2019, però, è stato anche un anno capace di stupire con molti artisti emergenti che, durante l’anno, hanno acquisito sempre più consensi e popolarità.
Oggi, noi de «Lo Sbuffo» vogliamo analizzare i tre album rap più influenti del 2019 e fare qualche considerazione sul futuro.
1. Massimo Pericolo con Scialla Semper
Massimo Pericolo – pseudonimo di Alessandro Vanetti – è un rapper di Varese nato nel 1992 (ve ne abbiamo parlato anche qui). Quest’anno si è fatto spazio tra i grandi del genere diventando un fenomeno che probabilmente sarà destinato a durare nel tempo.
Scialla Semper è un album riuscitissimo nel quale Alessandro si spoglia raccontandosi in sole otto tracce. È un album crudo, inaspettato e molto più profondo di quanto si possa pensare. Il filo conduttore dell’album è sicuramente il racconto personale, in cui Alessandro parla della sua vita difficile in provincia, fino ad arrivare al suo arresto, avvenuto nel 2014. Il periodo passato ai domiciliari si rivelerà decisamente prolifico: il rapper inizierà a scrivere assiduamente le sue canzoni, e si convincerà, una volta per tutte, a fare di questa passione un lavoro vero e proprio.
Si può dire che Massimo Pericolo sia stata la rivelazione dell’anno per eccellenza. Capace di passare in pochi mesi da fare concerti con giusto una cinquantina di persone a chiudere l’anno con un convincente sold out all’Alcatraz di Milano, locale che ha una capienza di circa 3000 persone. Nel mezzo, si è fatto conoscere con 7 miliardi, canzone che l’ha preso per mano e l’ha accompagnato in tutta Italia a farsi conoscere.
In Scialla Semper, l’artista sa essere riflessivo nel pezzo Sabbie D’oro (feat. Generic Animal), sa essere grato in Amici, arrabbiato nella title track Scialla Semper e leggero in Ramen Girl. La versatilità e la spontaneità della sua scrittura fanno di questo album uno dei migliori del 2019.
2. Tha Supreme con 23 6451
Nel 2019 esce con il suo nuovo album. Prima dell’uscita, avvenuta il 16 novembre scorso, il trapper organizza una grande operazione di marketing targata Epic/Sony Music Italy: nelle stazioni di Milano e Roma vengono posizionate delle statue che rappresentano il suo alter ego (la versione in cartone animato del rapper che viene utilizzata anche per i suoi videoclip) e, ai passanti, vengono fatti ascoltare alcuni suoi pezzi.
Il primo singolo estratto è blun7 a swishland, che avrà un successo enorme: già poco dopo la pubblicazione, la traccia inizia a passare in tutte le radio, riuscendo a farsi apprezzare anche dai non addetti ai lavori.
L’album contiene venti tracce, in ben nove delle quali troviamo dei featuring con alcuni degli artisti più importanti della scena rap italiana: Nayt, Fabri Fibra, Gemitaiz e Madman, Marracash, Dani Faiv, Mahmood, Salmo e Nitro. La ciliegina sulla torta è la collaborazione con la sorella, Sara Mattei (in arte Mara Sattei) nella traccia M12ano. Una canzone delicata, nella quale le voci dei due si intrecciano perfettamente, creando una magia inaspettata, decisamente diversa dai ritmi psichedelici e cartooneschi ai quali ci ha abituati Tha Supreme.
In generale, i beat creati sono complessi ma si sposano perfettamente con la linea melodica scelta dall’artista. 23 6451 ha creato sicuramente un tornado di pareri contrastanti: la critica che gli si fa più spesso è la sua scarsa capacità di rinnovarsi. In effetti, una parte del suo pubblico ha giudicato l’album noioso e superficiale. Tuttavia, nonostante sia decisamente un album leggero, bisogna sempre ricordare che Davide ha solo diciotto anni e parla, quindi, dei classici temi adolescenziali: gli amici persi, le relazioni turbolente con le ragazze e con la scuola e l’attrazione verso la droga e la sregolatezza.
Che piaccia o no, Davide ha catalizzato l’attenzione di pubblico e critica su di sé durante questi mesi e, sicuramente, si è creato una fanbase eterogenea molto affezionata. Inoltre, è diventato un producer ricercatissimo e un punto di riferimento per chiunque voglia fare trap oggi in Italia.
3. Mecna e Sick Luke con Neverland
In effetti, potrebbe sembrare strana la collaborazione con Sick Luke, il quale produce principalmente trap ed è conosciuto, tra le altre cose, per essere il quarto membro della Dark Polo Gang.
Tuttavia, i due hanno creato un primo capolavoro chiamato Akureyri, al quale seguirà un album composto da dieci brani decisamente riusciti. Inoltre, nell’album troviamo featuring di alto livello: in Neverland, title track, vediamo Marïna, che dà un tocco delicato alla traccia, e PSICOLOGI, il duo sempre più apprezzato sulla scena Graffiti Pop, che racchiude il nuovo cantautorato ma in un mood un po’ rétro. In Non Dormo Mai, invece, troviamo un inaspettato Luchè, Tedua e Generic Animal. Il ritornello di Si Baciano Tutti è, invece, di CoCo, altra bella scoperta del 2019: il suo album, Acquario, ha stupito tutti.
Nell’ultima traccia, chiamata semplicemente : (), troviamo una sorta di rivendicazione artistica: negli ultimi secondi della canzone sentiamo la voce di Sick Luke che si ritiene soddisfatto del disco e che ricorda all’ascoltatore di non rinunciare mai a essere se stesso, nonostante le critiche e i giudizi altrui. Niente di nuovo, per carità, ma fa sempre bene ricordarlo. Inoltre, Sick Luke, in questi secondi sembra voler rivendicare il suo diritto a fare quello che vuole: rap, trap, pop, quello che gli salta in testa nel modo più libero possibile.
E noi non possiamo che appoggiarlo: non c’è niente di peggio del rinchiudersi in un cerchio senza darsi la possibilità di aprirsi a nuove esperienze.
Il disco ci porta nel loro mondo fatato dove l’amore rimane il filo conduttore. Neverland è un viaggio che tutti dovremmo intraprendere, un viaggio nella varietà delle sonorità di Sick Luke, che, in quest’album, fa un grande sforzo artistico che conferma il suo talento. È, poi, un viaggio nella scrittura poetica di Mecna, capace, come sempre, di distanziarsi dalla retorica preferendo la realtà descritta in modo fotografico, capace di catapultarci nel freddo dell’Islanda e dei cuori di tutti noi dopo una delusione.
Questi erano, secondo noi, i tre album rap più significativi dell’anno appena passato, chi per un motivo e chi per un altro. Ne consigliamo l’ascolto sia ai veterani del genere che a chi si è appena affacciato al mondo del rap e della trap, ma anche a chi pensa di esserne lontano anni luce. È sempre bello provare nuove sonorità.