Self-confidence è il termine con cui gli Yankee descrivono l’autostima. Infatti autostima significa avere fiducia in se stessi, credere nelle proprie capacità, accettare i propri limiti e essere soddisfatti dei propri traguardi. Tuttavia, l’autostima non è una qualità innata o una dote naturale: è un’attitudine. Bisogna educare ad amarsi, ad accettarsi, a riconoscere i propri limiti e a non paragonarsi agli altri.
Oggi sono nati molti movimenti sociali (e social) per raggiungere la self-confidence, a causa di tanti disagi psicologici e di patologie psichiatriche legate alla bassa autostima. Attori, modelle, cantanti e politici hanno spinto alla sensibilizzazione riguardo all’accettazione di sé, step difficile da raggiungere soprattutto per gli adolescenti.
Infatti, è durante il periodo adolescenziale che nascono i primi problemi con l’autostima, perché è l’età in cui si entra in contatto con i modelli imposti dalla società e dai media. Durante questo periodo della vita si ha la costante necessità di dimostrare agli altri e a se stessi di essere ben integrati nella contesto spazio-temporale e nelle leggi del gruppo sociale. L’omologazione è la prima nemica della fiducia in sé, perché ciò che un adolescente non ha chiaro nella sua visione è l’importanza della personalità.
Inoltre, dinnanzi agli obbiettivi prefissati e al grado di successo raggiunto nella loro realizzazione, l’uomo crea un’immagine di sé che non si rifà alla realtà. In altre parole: il fallimento e gli insuccessi sono visiti come il risultato di un’incapacità di fondo e di mancanze qualitative.
Autostima, nel senso più profondo del termine, è non ostacolare tutti i personaggi che ci caratterizzano, compresi quelli che ci piacciono di meno, perché spesso sono quelli che servono di più!
Questo è l’insegnamento di Morelli pubblicato sulla rivista Riza: amarsi in ogni sfaccettatura. Per raggiungere l’ottima convivenza con l’Io, bisogna coltivare il giardino della self-confidence con i mezzi giusti. Innanzitutto, è inutile torturarsi con i classici cliché “bisogna sconfiggere l’insicurezza” oppure “bisogna avere più autostima”. Anzi, queste frasi, come si legge nell’articolo Autostima: le quattro mosse vincenti pubblicato su Riza, mettono in moto il processo contrario.
Possiamo riassumere in quattro punti gli step fondamentali per raggiungere un adeguato livello di self-confidence:
- Non paragonare la propria individualità con altre. Siamo unici, con difetti e pregi, per questo il mondo è vario e ogni persona insegue sogni diversi. Inoltre, la diversità è un patrimonio: siamo diversi nella fisicità, nel carattere, nei pensieri.
- Vivere il fallimento come un insegnamento. Tutti sbagliano e spesso non raggiungono gli obiettivi. Ciò non deve essere motivo di ansie o colpe: inutile rimuginare. Anzi, fallire aiuta a comprendere gli errori commessi per poi evitare di ricommetterli.
- Non stancarsi. Provare e riprovare e correggersi. Questi sono i tre dogmi principali per essere soddisfatti delle proprie azioni e del proprio approccio alla vita. Sfidarsi per migliorare. Il risultato che si cerca è un processo continuo di prove e sfide che migliorano la persona.
- Riconoscersi. Abbiamo tutti dei limiti e tutti delle doti. L’importante è valutare e provare cosa è adatto e soddisfacente per noi, come siamo davvero. Bisogna essere consapevoli dell’individualità. “Chi sono? Cosa voglio?” sono le “domande alfa” per costruire la fiducia in sé.
Sicuramente è un processo intimo, che si cura nel tempo e raccoglie i frutti a lungo termine. Tuttavia, imparare a rispettare il tempo della propria fioritura aiuta a crescere. Riconoscersi e accettarsi è il primo (e forse l’unico) step per conquistare il mondo. Un mondo che si realizza nella nostra misura. Possiamo essere ciò che vogliamo, ma l’importante è credere in sé.
Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati
senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello
che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà,
potrai scoprire
che andavi sognando
di essere un fiore
che aveva da fiorire.