Venezia: la rinascita della Serigrafia Fallani

Dovrebbe essere chiaro a tutti che la storia di Venezia e delle sue tipiche botteghe si intreccia con quella della stampa, che da sempre fa parte del suo vissuto.

Facendo qualche passo indietro, sappiamo che nel 1455 il tipografo tedesco Johannes Gutenberg produsse – insieme al socio Johann Fust – la Bibbia a 42 linee, il primo libro stampato al mondo con la tecnica dei caratteri mobili. In Italia, invece, la stampa incominciò ad irradiarsi a partire proprio da Venezia, che poté fin da subito vantare di numerosissime stamperie specializzate.

Con il passare degli anni, la Serenissima è sempre stata al centro di questa produzione e ancora oggi la sua peculiare artigianalità ha il ruolo di assoluta protagonista.

È proprio a Venezia – all’interno di questo contesto tanto tradizionale quanto innovativo – che nel 1968 apre un piccolo atelier serigrafico, per volere proprio del suo fondatore Fiorenzo Fallani.

Ma che cos’è la serigrafia? La serigrafia è un’antichissima tecnica di stampa, che viene utilizzata ancora oggi per trasferire un’immagine, o qualsiasi altro soggetto, solitamente su un tessuto, utilizzando un movimento meccanico a pressione. Negli anni Sessanta, questa, era una tecnica conosciuta soprattutto negli States. Fiorenzo Fallani, per la prima volta, promosse questa pratica in Italia. Lui stesso aprì l’oggi conosciutissima serigrafia Fallani.

Alla morte del padre, avvenuta nel 2014, il figlio di Fallani – Gianpaolo – prese le redini del grande laboratorio di famiglia e fece in modo che questo diventasse un punto di incontro, e di scambio, per moltissime personalità artistiche, e non solo.

Infatti, da quel lontano 2014 la serigrafia Fallani non ha mai perso di vista l’obiettivo, e cioè quello di ampliare l’immaginario artistico di chiunque entri anche solo a conoscenza di questa piccola realtà. Lo stesso Gianpaolo afferma:

Mio papà, di Firenze, ha lavorato fin da ragazzo nella stampa e ha una formazione fotomeccanica. Con un gruppo di ragazzi era stato chiamato a Venezia dai padri armeni nella loro tipografia nell’Isola di San Lazzaro. Poi loro ritornarono a casa e invece lui si fermò per diverso tempo, si innamorò di Venezia e qui mise su famiglia. Quindi aprì un piccolo laboratorio. Faceva manifesti per mostre, cataloghi per artisti e gallerie: c’era fervore artistico all’epoca e le gallerie erano tante.

Serigrafia Fallani – Venezia

Quindi, è chiaro che la volontà – portata avanti da più generazioni – è ancora quella di far crescere questa realtà in un tempo in continua evoluzione. Per far questo, l’attuale proprietario Gianpaolo organizza oggigiorno workshop e laboratori che gli consentono di far conoscere a più persone possibili il mondo in cui e per cui vive.

Come ben sappiamo, pochi mesi fa – precisamente durante lo scorso novembre – la città di Venezia è stata sommersa dall’acqua alta. La marea, che ovunque ha creato disagi ed incombenze, ha danneggiato gravemente la serigrafia Fallani, la quale però non si è mai persa d’animo.

Da questo presupposto nasce il progetto Cronache da una città sommersa, e nasce grazie ad alcuni amici vicini al laboratorio serigrafico veneziano. L’idea, in particolar modo, si è sviluppata grazie al pensiero di Andrea Da Villa e Chiara Masiero Sgrinzatto. L’intento è stato quello di far ripartire, al massimo delle sue possibilità, l’antica attività artigianale. Come, se non con l’arte?

Venèxian Imprinting – Riccardo Guasco

Infatti, un gruppo di illustratori – Bruno Bozzetto, Ale Giorgini, Riccardo Guasco, Franco Matticchio, Andy Rementer, Jacopo Rosati, Guido Scarabottolo, Lucio Schiavon e Olimpia Zagnoli – ha donato una propria grafica alla serigrafia Fallani. Tutte queste opere sono ispirate alla città di Venezia. Un omaggio, quindi, anche alla città che spesso ha dovuto fare i conti con l’innalzamento del livello del mare.

Queste nove illustrazioni, tutte in vendita online, rappresentano in modo ironico – e spesso satiresco – le condizioni della città. È chiara la presenza, in formato grafico, dei gondolieri, dell’acqua che inonda piazza San Marco e del Ponte di Rialto. Quest’ultimo, in un’immagine quasi fiabesca, fa da sfondo ad una coppia innamorata.

Un gesto di estrema solidarietà, questo, che fa sperare nel buono delle persone anche laddove si parli di ‘antica’ artigianalità, e non solo di nuove tecniche artistiche.

In fondo, forse, è proprio questo il segreto per continuare ad andare nella giusta direzione. Uno sguardo verso il passato, verso ciò che è stato e che –  in fin dei conti –  ha ancora tanto da insegnarci.

 


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