Tra i millennials che decidono di addentrarsi nel mondo del cinema non ci sono soltanto attori di successo: in mezzo a loro si nasconde anche chi decide di stare nell’ombra, dietro la cinepresa. Il regno hollywoodiano ha sperimentato una crescita importante di giovani registi talentosi. Fra questi non si può fare a meno di citare Damien Chazelle che, nonostante la giovane età, ha già mostrato di avere tutte le carte in regola per dirigere con maestria un progetto cinematografico.
Prima di addentrarci nella descrizione dei suoi lavori e del suo talento, eccovi alcuni cenni biografici. Nato il 19 gennaio 1985 nel Rhode Island, i suoi genitori sono entrambi professori: la madre, Celia Martin, insegna storia, mentre il padre, Bernard Chazelle, è uno scienziato informatico di origini francesi. Ha una sorella, Anna, attrice e artista circense. Cresce nella città di Princeton, alimentando il suo amore per il cinema e la musica fin dalla più tenera età. In particolar modo, si avvicina al genere jazz: il piccolo Damien inizia a sognare di entrare a far parte di quel fantastico mondo. Purtroppo però, non è questo che il destino ha deciso per lui: tenta di diventare un batterista ma, terminato il percorso liceale, inizia a studiare regia a Harvard, accantonando il mondo della musica. Nel 2007 conclude gli studi e dà inizio alla sua carriera.
I primi passi da regista
Facendo un paio di calcoli, la sua vita lavorativa è solo agli inizi, ma cosa ha saputo realizzare in poco più di un decennio? Rivediamo insieme i suoi primi lavori, fino ad arrivare ai suoi maggiori successi. Nel 2009, inizia a lavorare a Guy and Madeline on a Park Bench, scritto insieme al compagno di studi Justin Hurwitz. Il progetto riceve diversi premi e apprezzamenti e riprende alcuni temi culturali cari a Chazelle.
Mentre inizia i primi progetti come regista, si dedica anche alla sceneggiatura: nonostante la sua dedizione profonda, non riscuote il successo sperato, almeno fino a quando non incontra J. J. Abrams, che gli chiede di rielaborare il soggetto per 10 Cloverfield Lane. Abrams appare così soddisfatto che gli propone di scrivere la sceneggiatura e dirigerlo. Chazelle rifiuta la direzione, ma chiede qualche dritta per avere contatti importanti. Abrams decide di distribuire nei piani alti di Hollywood Whiplash, che tuttavia non verrà mai realizzato. Chazelle ha davvero faticato per lavorare alla stesura di questo lavoro: il protagonista era in qualche modo lui stesso, un aspirante musicista jazz. Questo progetto viene trasformato in un cortometraggio e, nel 2014, dopo essere stato ritrasformato in lungometraggio, vince tre statuette durante la cerimonia degli Oscar. Anche se nessuno dei premi finisce fisicamente nelle mani di Chazelle, questo è il primo punto di svolta della sua vita, il vero trampolino di lancio.
2016: l’anno del boom
L’anno di maggiore importanza per la sua neonata carriera è però il 2016, quando la sua bravura viene notata e gli viene affidata la regia di La La Land. Anche qui una delle colonne portanti della vicenda e della vita dei protagonisti è la musica jazz, ritrovata anche nei lavori precedenti di Chazelle. Questo sottolinea come il regista voglia trasmettere aspetti della sua vita personale e, in qualche modo, del suo sogno infranto qualche anno prima.
Egli rielabora infatti la sua impossibilità di divenire un musicista jazz di successo attraverso l’inserimento di questi elementi nelle pellicole che produce. Per La La Land, vengono scelti due attori dal talento non indifferente: Emma Stone e Ryan Gosling. La Stone, nei panni della protagonista, riceve importanti riconoscimenti, tra cui la Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia e l’Oscar come migliore attrice protagonista. Sulla pellicola in generale piovono subito moltissimi elogi, innalzando così la posizione di Chazelle, che ha per le mani uno dei film più apprezzati dell’intero 2016.
La La Land è una delle pellicole che gli regala però anche un’amara sorpresa: durante la cerimonia degli Oscar, il film è protagonista di una clamorosa gaffe. Esso viene annunciato come miglior film, Chazelle pensa di aver raggiunto il massimo delle sue aspirazioni e, come testimonia egli stesso, fatica a capire quello che accade intorno a lui, fino al confronto con la dura realtà. Il film vincitore è in realtà Moonlight: il dispiacere per tutto il cast è forte, ma quella sera Damien Chazelle può comunque consolarsi stringendo fra le mani l’ambita statuetta per la miglior regia, battendo di fatto diversi registi con molta più esperienza di lui.
Lavori più recenti
Chazelle ha poi continuato il suo lavoro dirigendo First Man – Il primo uomo, con una sceneggiatura non sua: si ritrova a lavorare con Ryan Gosling, un viso familiare data la loro collaborazione nel film sopra citato. Il giovane regista fa il suo dovere, contento di essersi per un attimo allontanato dalle sue sceneggiature, così personali e diverse da un viaggio nello spazio.
Nella sua seppur breve carriera, Chazelle ha ammesso di aver avuto quasi un’ossessione per il suo lavoro: sembra strano, dato che è uno dei più giovani artisti di Hollywood ad aver ricevuto uno dei riconoscimenti più importanti. Insomma, capita anche ai migliori: nell’ultimo periodo ammette di essere migliorato grazie anche alle persone che lo circondano, una fra tutte la moglie Olivia Hamilton.
A oggi, Chazelle, dopo aver lavorato a The Eddy per Netflix, si sta dedicando a Babylon, una pellicola che uscirà nelle sale americane il 25 dicembre 2021. I protagonisti sono interpretati da Emma Stone, che torna nuovamente a lavorare con Chazelle, e Brad Pitt. La cornice è quella degli anni Venti a Hollywood, un clima in cui il nostro giovane regista può sentirsi a proprio agio. L’attesa è ancora lunga, vedremo cosa sarà in grado di regalarci.
Passione o ossessione?
Dunque, Damien Chazelle ha vissuto in pochi anni esperienze che alcuni non vivrebbero in una vita intera. La sua storia può essere considerata sicuramente un successo ma, come capita spesso ai giovani che si trovano davanti a esperienze così grandiose, è difficile mantenere il controllo sulla propria vita personale e professionale. Ci vuole davvero poco per guastare il precario equilibrio tra passione e ossessione e Chazelle l’ha imparato sulla sua pelle.
Ciò che sicuramente lo ha aiutato ad arrivare dov’è oggi è la sua profonda testardaggine, unita a una spiccata capacità d’inventiva. Fallendo come musicista jazz, si è inventato un modo per continuare a coltivare questa passione inserendo dei riferimenti nelle sue pellicole. Nonostante l’iniziale scarso apprezzamento, ha continuato a scrivere e parlare della sua vita con le battute dei personaggi dei suoi film.
Insomma, Chazelle non si è mai arreso: per fortuna per lui però, c’è ancora tutta una carriera da portare avanti e gli inizi sembrano far presagire un grande successo.