Jurij Gagarin: questo nome vi dice qualcosa? Agli amanti della scienza sicuramente sì. Per chi invece non lo sapesse, Jurij Gagarin, oltre a essere stato un aviatore sovietico, è stato il primo uomo a viaggiare nello spazio.
Per gli amanti della musica indie, invece, questo nome corrisponde al titolo del nuovo brano di Novamerica, pubblicato lo scorso diciotto novembre per la Rokovoko Records.
Chi è Novamerica?
Novamerica, pseudonimo di Carlo Cerclin Re, fa parte di quella cerchia di artisti che scrivono di proprio pugno le parole che cantano. In quanto a gusti musicali, l’artista ha sempre avuto buon gusto, sin da piccolo: tra i suoi artisti preferiti troviamo cantautori italiani come Lucio Battisti e Vasco Rossi, ma anche rocker d’oltremanica come i Led Zeppelin, o addirittura d’oltreoceano come Jimi Hendrix. Come molti artisti, anche Novamerica è stato influenzato dalla musica inglese e americana e infatti, subendo il fascino della lingua, ha iniziato la sua carriera cantando solo in inglese.
Perché in inglese? Forse perché suonava bene o forse perché così gli andava. Si può dire che questo suo stile un po’ british sia stato fondamentale durante il suo esordio. Per esempio, Novamerica (2016), il suo primo album, contiene esclusivamente brani con testi in lingua inglese.
I temi
La sua musica e i suoi testi sono rivolti a chi si trova a vivere una vita di corsa. La vita di oggi è molto più frenetica rispetto a quella di vent’anni fa: si lavora troppo e ci si svaga troppo poco. Questa frenesia la vive anche Novamerica e, forse, lo scopo della sua musica è proprio quello di crearsi alcuni momenti di svago, assolutamente necessari nella routine quotidiana. Con le sue parole, l’artista ricerca quella libertà di cui ogni giorno ci priviamo.
In effetti, proprio a questo aspetto della vita moderna è legato il tema della fugacità del tempo o, al contrario, del tempo come “cura”, che troviamo rispettivamente in There is no Time for us e in Cure of Time, entrambi estratti dall’album di esordio.
Novamerica è dalla parte di chi oggi soffre in silenzio, di chi è alla ricerca di un benessere che non sa se durerà per sempre. Nei suoi brani, racconta di una vita di provincia, quella di chi è costretto a prendere un treno ogni giorno e, su questo treno, si sente isolato dal resto del mondo ma ha il tempo di riflettere su ciò che vede attorno a sé. Ecco le parole che Novamerica usa nel suo nuovo singolo:
Non posso neanche scriverti, da qui non prende niente.
I vecchi in bici cadono ma io mi alzo su.
Una canzone per l’estate
Lo scorso 6 settembre, Novamerica ha pubblicato Una canzone per l’estate. Questo brano gli ha permesso di entrare ufficialmente nel panorama dalla musica italiana poiché, per la prima volta, l’artista si è ritrovato a scrivere e cantare brani nella sua lingua madre.
Curiosa, poi, la scelta di pubblicare una canzone estiva a fine estate. Che l’intento fosse quello di generare un po’ di malinconia nei suoi ascoltatori, reduci da un torrido agosto passato sdraiati in qualche spiaggia del Belpaese? O forse, come dice il testo, Novamerica voleva in qualche modo accodarsi al trend dei tormentoni estivi in un modo tutto suo?
Una canzone per l’estate,
Finalmente la scrivo anch’io.
Una canzone per l’estate,
Per andare in radio.
[…] Così finalmente mi amerai perché ho fatto i soldi con la musica.
[…] Proprio me, che non mi piace l’Adriatico con il cemento e con la sabbia.
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Le canzoni di Novamerica sono le classiche canzoni da ascoltare quando torni a casa al tramonto, in macchina o in treno. Magari dopo una giornata di lavoro o in università. Un esempio è proprio Una canzone per l’estate. Sicuramente ricorda la stagione più calda, ma pensateci: fuori fa freddo, c’è la nebbia e l’unica cosa che desiderate è un po’ di relax, possibilmente su una spiaggia. Bene, questa è la canzone perfetta.
Un altro brano, forse un po’ più maturo anche se più datato, è Music is the Answer (2015), singolo che ha anticipato l’album di esordio dell’artista. Questa è la classica canzone da ascoltare la domenica mattina, quando tutto va a rilento e non c’è bisogno di tenere conto del tempo che passa.
Jurij Gagarin
Novamerica non si è fermato e, lo scorso 18 novembre, ha pubblicato il singolo Jurij Gagarin.
Che dire di questa canzone? Di certo i più esperti noteranno l’influenza di Battisti: il brano ricorda vagamente Amarsi un po’.
Ultimamente, molti brani di artisti indie ricordano il cantautorato degli anni Settanta e Ottanta. Questo pezzo non fa eccezione: sembra uscito da un vecchio disco che starebbe bene nella preziosa collezione di vinili dei nostri genitori.
Il brano suona bene già dall’intro. Si sentono i suoni di una navicella spaziale, come se fosse arrivata qui per noi, per portarci su un altro pianeta. Il testo, insieme alla musica, presenta dei tratti malinconici. Diciamocelo, è la classica canzone pop che piace. Suona bene, ha un bel testo e il timbro vocale di Novamerica accompagna il tutto alla perfezione.
Nonostante questo, la penna dell’artista rattrista molto poiché racconta una dura realtà. Questo suo modo di scrivere però ci dà anche speranza. Ogni mattina cerchiamo un buon motivo che ci faccia andare avanti ed è proprio questo quello che Novamerica vuole lasciare intendere ai propri ascoltatori con il nuovo pezzo: non bisogna mai arrendersi, nonostante ci sia spesso qualcuno che ci mette i bastoni tra le ruote:
Mi hai detto tieni i piedi giù, ma invece mi alzo su,
Come se prendessi un volo interstellare.
Un ragazzo che sogna
La storia di Jurij Gagarin si collega molto al messaggio che Novamerica vuole fare arrivare all’ascoltatore. Come detto prima, Gagarin fu il primo uomo a viaggiare nello spazio. Era il 1961 e questa sembrava un’impresa quasi impossibile. Sicuramente la scienza ha fatto la sua parte ma è stato anche l’impegno e la dedizione di Gagarin a far sì che questa impresa fosse portata a termine.
Novamerica prende esempio dalle gesta del cosmonauta, ma non si focalizza sugli aspetti scientifici, ponendo invece il focus sul fatto che l’aviatore avesse sognato a lungo di poter compiere quell’impresa.
Ritornando propriamente alla canzone, il protagonista è un ragazzo che vuole vivere per aria e che vuole scappare da quella realtà che gli sta stretta. Che sia una delusione d’amore, una bocciatura, un litigio o il conto perennemente in rosso, ogni giorno, in un modo o nell’altro, tutti affrontiamo situazioni che ci fanno venire voglia di scappare. Il giovane aviatore è riuscito a volare in alto, anche se solo fisicamente, ed è la stessa cosa che, metaforicamente, vorremmo fare anche noi. Tutti vogliamo evadere dalla nostra routine, ma c’è sempre qualcuno o qualcosa che ce lo impedisce.
Perché proprio Jurij Gagarin?
La maggior parte delle volte le canzoni nascono per caso. Che sia una frase o un semplice evento, l’ispirazione viene sempre quando meno te lo aspetti. Ecco come Novamerica ci racconta dell’ispirazione che ha portato alla nascita del suo nuovo brano:
Stavo facendo una camminata in montagna con un mio amico il quale mi racconta di un suo sogno ricorrente: scopre di poter volare semplicemente alzando un po’ il piede. Un gesto semplicissimo che tutti possono fare, ma nessuno lo sa. Forse il senso è che tutti, con un piccolo gesto, possiamo fare grandi cambiamenti e che la soluzione spesso è dietro l’angolo, ma solo in pochi hanno l’immaginazione per fare quel passo. Poi si dà il caso che quella sera in tv parlassero proprio del primo uomo nello spazio.
Tutti abbiamo momenti no nella vita e a volte basta veramente poco per evadere da quella realtà che siamo costretti a vivere ogni giorno. Che sia alzando un piede, come l’amico del cantautore, o semplicemente chiudendo gli occhi, tutti possiamo scappare da una realtà che ci fa male.
Che poi, prima o poi, questo viaggio immaginario potrebbe anche trasformarsi in qualcosa di più concreto e reale, e anche noi potremmo spiccare il volo come Jurij Gagarin per trovare finalmente quella spensieratezza che ci manca.
A chi è consigliato? Musicalmente a tutti gli amanti dell’indie, concretamente a chi vuole volare chiudendo gli occhi.
FONTI
Materiale gentilmente fornito da Conza
CREDITS
Copertina e immagini gentilmente fornite da Conza