Il 1 dicembre migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione delle sardine a Milano: secondo gli organizzatori in ben 25 mila, armati di ombrelli e cartelli, sono scesi in piazza in una piovosa e fredda domenica per dire no alla Lega. Alla manifestazione hanno partecipato persone di tutte le età, anche bambini e famiglie. Tra gli slogan che si sono sentiti più volte nella piazza vi sono “Milano non si lega” e il canto partigiano “Bella ciao“, ma anche “Fratelli d’Italia“. Nella manifestazione sono intervenuti anche Roberto Saviano, Ornella Vanoni e uno degli organizzatori del movimento, Mattia Santori. La piazza milanese ha dato anche dimostrazione di solidarietà: erano presenti alla manifestazione i volontari della mensa di Pane Quotidiano, che hanno raccolto decine di migliaia di scatolette di cibo.
Inizialmente, l’evento doveva svolgersi in Piazza Mercanti, ma l’alto numero di partecipanti ha costretto gli organizzatori a spostarlo in Piazza Duomo. In questa manifestazione, come in tutte le altre che l’hanno preceduta, gli organizzatori hanno chiesto che non fossero presenti “nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto”, ma solamente dei cartelli raffiguranti delle sardine. Come essi hanno spiegato in altre occasioni, le sardine sono una metafora per i manifestanti: un pesce piccolo e silenzioso, capace di contrapporsi alla retorica dei comizi di leader politici populisti.
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La manifestazione di Milano e le altre che si sono svolte il giorno prima a Napoli e a Firenze sono solo le ultime di una lunga serie di dimostrazioni di piazza. Il movimento delle sardine è nato lo scorso 14 novembre, a Bologna, grazie a un evento su Facebook. I quattro organizzatori sono partiti da un’idea molto semplice: riuscire a radunare in piazza Maggiore almeno 6000 persone, “strette come sardine“, che sarebbero state di più rispetto alla capienza di 5570 posti del PalaDozza di Bologna, dove Salvini stava tenendo un comizio elettorale a sostegno di Lucia Borgonzoni, la candidata del centro destra alle regionali dell’Emilia Romagna. Questo il messaggio con cui il flash mob è stato lanciato su Facebook:
“(…) È venuto il momento di dimostrare che a Bologna siamo più di loro. (…) Avremo macchine fotografiche, videocamere, cervelli. Testimonieremo tutto. Nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto. Crea la tua sardina e partecipa alla prima rivoluzione ittica della storia. Se non hai tempo per crearti la sardina vieni lo stesso, ne forniremo un migliaio per non lasciare nessuno fuori dal ‘banco’”.
Gli organizzatori della manifestazione sono Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa: non si tratta di politici, ma semplicemente di quattro persone che volevano dimostrare, in un clima politico dove il leader della Lega sembra emergere come il più abile tra i comunicatori attraverso una retorica populista e violenta, che non solo Salvini è capace di radunare una folla in piazza. Alla manifestazione bolognese si sono presentate ben più del doppio delle persone attese, tra le 12 mila e le 15 mila secondo le stime dagli organizzatori, unite dallo slogan “Bologna non abbocca“.
Il successo dell’appuntamento bolognese è stato tale che il 18 novembre le sardine sono arrivate anche a Modena, dove oltre 7000 persone si sono radunate in piazza sotto una pioggia scrosciante, cantando “Bella Ciao” e ripetendo lo slogan “Modena non si lega!“. Da questo punto manifestazioni associate al movimento delle sardine hanno iniziato a essere organizzate in ogni parte d’Italia e non solo. Le dimostrazioni di piazza sono uscite dai confini italiani e sono arrivate anche a New York, Amsterdam, in Belgio, spesso grazie alle comunità italiane. La lista di città piccole e grandi che hanno ospitato un flash mob delle sardine o lo faranno nel giro del prossimo mese è lunghissima, come si può vedere sulla pagina Facebook ufficiale del movimento, 6000 Sardine, che ha quasi raggiunto i 250 mila fan.
A livello di comunicazione le sardine non stanno lasciando indifferente Salvini. Il suo team di social media manager ha lanciato la campagna “gattini per Salvini” dopo le prime manifestazioni, con delle vignette dove erano mostrati dei gatti che mangiavano sardine. La pagina Facebook ufficiale del movimento, 6000 Sardine, è stata inoltre cancellata per qualche ora nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 novembre, in seguito a molte segnalazioni che sono arrivate nonostante l’assenza di post offensivi. Nelle ore della chiusura della pagina, i quattro organizzatori hanno dichiarato in un comunicato:
La pagina 6000 sardine è stata oscurata. In mancanza di post offensivi, violenti o lesivi dei diritti della persona, è stata comunque bersaglio di un gran numero di segnalazioni. Questo ha automaticamente generato l’oscuramento della pagina. Siamo fiduciosi che possa tornare on-line nelle prossime ore, ma non abbiamo certezza dei tempi. Si vede che un mare silenzioso fa molto più rumore di quanto si possa pensare.
Certamente il movimento delle sardine non ha ancora una sua maturità, essendo nato da poche settimane, e come molti altri movimenti sorti dal basso potrebbe finire in un nulla di fatto, senza portare un cambiamento effettivo al momento delle elezioni. Quello che è certo è che in questo momento storico le sardine riempiono un vuoto che si è creato nell’elettorato progressista italiano, che annaspa per trovare dei riferimenti. Mattia Santori, uno degli organizzatori, ha dichiarato al riguardo alla manifestazione di Milano: “In questo momento dobbiamo stare il più lontano possibile dalla politica e mantenere la nostra identità fluida e spontanea. Più avanti si potrà cercare il dialogo con chi le risposte le deve dare“. Per ora, secondo i quattro organizzatori, il movimento delle sardine vuole essere una chiamata all’azione per tutte le forze politiche anti-populiste, un movimento di partecipazione politica non violenta.