Gli influencer digitali: tra bellezza e politica

Quando era ancora ben chiaro che ruolo avesse l’influencer in carne ed ossa, sono entrati in scena quelli digitali. Stiamo parlando di profili social, seguiti da milioni di follower, che nella realtà non esistono. Sono i nuovi volti, o meglio i nuovi prodotti, creati da programmatori. Belle ragazze, un’esistenza affidata agli algoritmi, da sfruttare nel campo politico e pubblicitario.

Gli influencer virtuali hanno una vita comune: modelle, cantanti, femministe, … ognuna con passioni e interessi, che, in alcuni casi portano al conflitto. Come è successo tra Miquela Sousa e Bermuda.

Conosciamo chi sono i nuovi volti, che fanno impazzire Instagram e non solo.

-Lil Miquela

Musician, change-seeker, and robot with the drip.

Così si definisce Miquela Sousa, diciannovenne, brasiliana, residente a Los Angeles. Di professione fa la musicista (il suo primo singolo appare in “Best Hiptronix 2017” su Spotify) e la modella. Tutto ciò spiega il successo riscosso nel campo della pubblicità: i post la ritraggono accanto ad altri musicisti, come Steve Aoki o JBalvin, ma anche amici, in attività comuni, come mangiare o lavorare al tornio. Partnership con aziende celebri, come dimostra il video advertising firmato Samsung, e i capi firmati da Balenciaga, Supreme, Prada o Chanel. Non mancano le copertine a lei dedicate!

Nata il 22 aprile 2016, pubblicando un post ritraente una semplicissima canotta four rosa, appesa ad una gruccia. Per vedere la sua prima foto da protagonista bisognerà attendere fino a giugno: un gelato insieme ad un’amica con la stessa frangia, sempre perfetta. Ciò che colpisce è la sua fisionomia, molto simile a quella dei personaggi del celebre videogioco “The Sims“. Un’attenzione spropositata al make-up dai colori accessi, che mettono in risalto le numerose lentiggini.

L’ impegno nel sociale e nella politica ha molti richiami nei suoi post. Lil Miquela sostiene un movimento a favore dell’educazione delle giovani ragazze di colore: non manca il post in riferimento a ciò, dove appare una ‘graduated black girl‘. Una maglia bianca con stampata la scritta ‘vote’ e un murales arcobaleno per il pride: l’attenzione alle questioni che scuotono l’opinione pubblica è forse il lato più umano di questo personaggio.

-Bermuda

Una donna contemporanea e conservatrice che parla con la sua testa.

Nasce dopo alcuni mesi dal primo post di Miquela, ma non tarda a riscuotere successo. Gli ingredienti dell’algoritmo, come nel caso dell’influencer brasiliana, appartengono al mondo della moda, alla gioventù e alla politica. Questa volta il bot è biondo, molto elegante e coraggiosa, tanto da citare Trump durante la campagna elettorale nelle sue captions.

Numerosi sono gli elementi in comune con Miquela, con cui ha molte foto sul suo profilo. Anche lei canta, o meglio fa cover, e fa molto sport. Anche per lei, il primo post non la ritrae in prima persona: le sue prime foto sono dei semplicissimi primi piani, dei quali stupisce la carnagione pallida e gli sfondi, che accompagnano il personaggio. Inoltre, @bermudaisbae è fidanzata e usa fare fotografie dal volto sensuale e posizioni provocanti.

Ma ciò che marca davvero la differenza tra i due profili sono i numeri: 624 post di @lilmiquela contro i 215 dell’amica. Per non parlare dei follower: la prima arriva a un milione, mentre la seconda ne ha ‘solo’ 180 mila. Lil Miquela ha anche un canale IGTV e filtri, cose che Bermuda non possiede.

Amiche o concorrenti? Il loro rapporto è ambiguo. I primi post della cantante brasiliana accanto a Bermuda hanno description criptiche. Queste alludono al dubbio, innescato dalla bionda, di non essere reale. Così compare una foto rivelatrice: una startup sta dietro a questi due profili, e non solo. Il 20 aprile 2018 appare una scritta rossa, ‘brud’ (il nome della start up), sullo sfondo bianco, accompagnata da un testo shock: la proprietaria dell’account, incredula, annuncia ai suoi seguaci e a suo ‘fratello’ che la seguente compagnia l’ha da sempre ingannata parlando delle sue origini.

Questo nuovo fenomeno fa riflettere. Nonostante l’utilizzatore del social sembra scontato di avere a che fare con un robot, continua a seguirlo e interagire con lui. Questa relazione con un qualcuno che non esiste, ma che appare vero, sottolinea il potere illusorio dei media: l’apparenza inganna, ma convince. La forza di questa innovazione mediatica è sfruttata da vari brand, ma in un futuro potrebbe avere conseguenze significative anche in altri settori.



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