Il fuoco è un simbolo naturale di vita e passione,
sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa davvero vivere.
Susanne K. Langer
Tra i quattro elementi, il fuoco è quello che muove da una consistenza evanescente, ma imprime un segno indelebile e irreversibile. Il fuoco è impregnato di un forte significato sacrale, di una natura ascensionale di cui non conosciamo la destinazione. La sua materia diventa percettibile quando viene a contatto con qualcos’altro, quando penetra le carni o arde il legno. Solamente in quel momento l’aura così intoccabile del fuoco assume una concretezza, che sale lungo le narici e si fa sentire, più potente che mai.
Ma al di là del contenimento del fuoco tra le quattro pareti di un caminetto o in una location da falò, com’è che la sua rappresentazione artistica diventa interessante? Come, dall’inizio del Novecento, gli artisti sono riusciti a donargli una connotazione inedita? Scopriamolo in questa breve panoramica tra le trame artistiche novecentesche.
L’esaltazione incendiaria delle rappresentazioni futuriste
L’artista russa avanguardista Ol’ga Vladimirovna Rozanova racconta il fuoco in componente cubo-futurista. La sua rappresentazione è deprivata della sensualità del movimento oscillante e predilige la raffigurazione geometrica, dove, in un assetto in bianco e nero, la fiamma irrompe con la sua densità materica. E così la pittrice si incanala nella linea di pensiero futurista, con le sue aspirazioni distruttive, rivoluzionarie, un po’ piromani.
Il fuoco assurge così a un ruolo purificatore. La sua azione è unicamente indirizzata a travolgere e distruggere il pensiero tradizionalista, il moralismo, i musei, le biblioteche e tutto ciò che, secondo i futuristi, appartiene a un passato soffocato dalla polvere dei ricordi e opprimente per un luminoso futuro.
Così il fuoco non solo purifica un’esistenza rinnovata, ma illumina la via del progresso, che dovrà ancora essere macchiato dal sangue dei due conflitti mondiali, dove il fuoco ha giocato un ruolo fin troppo attivo.
Genesi del nuovo nel tocco artistico di Alberto Burri
Alberto Burri abbraccia la corrente artistica denominata informale materico, in quanto tutta la sua attività ruota attorno al significato di materia. Quella materia che è anche scarto, qualcosa di abbandonato, a cui nessuno dà importanza, ma che, proprio per la sua semplicità, può dare vita a qualcosa di straordinario.
“C’era una volta… ‐ Un re! ‐ diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.”
Le avventure di Pinocchio, Carlo Collodi
Come Pinocchio, che nasce da un coccio di legno d’avanzo, anche le opere di Burri evolvono dal nulla e la loro genesi gode anche della potenza trasformatrice del fuoco. Il fuoco depriva l’oggetto della sua forma originaria e gliene dona una nuova, lasciando però che rimanga sullo sfondo, poiché ciò che conta è il cuore di materia.
Le installazioni di fuoco di Yves Klein
L’artista gioca con questa realtà immateriale, evanescente, con un profondo significato sacrale. Il fuoco è la traccia, visibile, lasciata dalla civiltà, la cicatrice di un viaggio che trova le sue radici in un’esistenza immateriale, poiché, come afferma l’artista: “Io sono certo che nel cuore del vuoto, come nel cuore dell’uomo, ci sono dei fuochi che ardono.”
Ma qual è quindi il significato del fuoco per Yves Klein? Il fuoco è l’immateriale, o meglio, la percezione dell’immateriale, di quella dimensione che si raggiunge attraverso un percorso esoterico-cristiano.
Il dinamismo e la prorompenza della capacità incendiaria del fuoco lasciano una traccia come segno di una consapevolezza acquisita al termine del cammino. Quest’impronta è l’opera d’arte, l’immateriale che diventa attuabile e percettibile.
Ecco quindi come evolve il significato del fuoco. Da agente purificatore attraverso la distruzione, a demiurgo per la genesi di un’opera d’arte fino a essenza immateriale dalla natura sacrale.
Il fuoco ha la capacità di tradurre il tutto in niente, ha un aspetto spettrale, ma non si può rimanere indifferenti davanti al suo passaggio. Per questi motivi e molti altri l’arte l’ha reso oggetto di rappresentazione, come narratore di un contemporaneo che lo vede, sempre più spesso, triste protagonista della distruzione