Ispirato al romanzo HHhH (Himmlers Hirn heißt Heydrich = La mente di Himmler chiamata Heydrich), L’Uomo dal Cuore di Ferro è un film del 2017 diretto da Cédric Jimenez. La storia verte sulla vita di un giovane tedesco, Reinhard Heydrich (Jason Clarke), divenuto in pochi anni il braccio destro del capo delle SS Himmler (Stephen Graham), nonché Reichsprotektor e infine ribattezzato come “Il Macellaio di Praga“.
La storia racconta anche dell’audace attentato organizzato dai partigiani cecoslovacchi contro il gerarca nazista in pieno giorno e della loro fuga durante la massiccia caccia all’uomo messa in atto dai tedeschi a seguito della sua morte.
La carriera di Heydrich e le epurazioni
La visione del regista si apre nel 1929, quando Heydrich è un semplice ragazzo ambizioso di diventare un ufficiale della Kriegsmarine. A seguito di una relazione clandestina e del suo congedo disonorevole dalla Marina, l’uomo incontra la sua futura moglie Lina Von Osten (Rosamund Pike), la quale lo manipola e lo introduce al Partito Nazionalsocialista Tedesco, nonché allo stesso Himmler. In pochi mesi, Heydrich dimostra di essere un eccellente investigatore e viene messo a capo dell’ufficio di spionaggio delle SS, con l’incarico di spiare e ricattare i membri interni al partito.
La sua freddezza e la sua determinazione lo conducono fino alla notte del 1934 (nota come Notte dei Lunghi Coltelli), in cui le SS danno luogo a un massacro interno alla Germania, catturando e uccidendo chiunque si opponga al dominio assoluto di Adolf Hitler. La sfolgorante carriera di Heydrich è ormai all’apice e i nazisti possono finalmente concentrarsi sul resto dell’Europa. L’invasione della Polonia nel 1939 e le Leggi razziali del 1941 sono solo altri due tasselli della vita del gerarca, che ormai non teme più rivali.
L’operazione Anthropoid
Quello che nessuno si sarebbe aspettato è la fuga dei partigiani cecoslovacchi in Scozia e che gli inglesi li stessero addestrando da diverso tempo a diventare guerriglieri. Due ragazzi originari di Praga, Jozef Gabčík e Jan Kubiš, vengono incaricati di portare a termine un attentato ai danni del Reichsprotektor, facendo leva sulla sua eccessiva sicurezza. Heydrich, infatti, percorreva tutti i giorni una strada periferica della città nella sua Kübelwagen scoperta, per mostrarsi al popolo cecoslovacco e ricordare il suo ruolo e la sua crudeltà.
L’attentato prevedeva di attaccare la macchina da quattro lati, colpendola con fucili mitragliatori e granate per non lasciare scampo a nessuno. Sfortunatamente, la mitraglietta Sten di Kubiš si inceppa all’ultimo momento (forse a causa dell’umidità del nascondiglio in cui era riposta) e Heydrich ha la possibilità di rispondere al fuoco. La granata artigianale lanciata da Gabčík, invece, colpisce in pieno la macchina, ferendo gravemente il gerarca, che cade a terra svenuto.
I partigiani sono quindi costretti a scappare, nascondendosi in una chiesa fuori città, mentre Heydrich muore in ospedale a causa di un’infezione del sangue conseguente alle ferite riportate. Prima di spirare, il Macellaio consegna a Himmler un documento di fondamentale importanza per la Storia: La soluzione finale alla questione ebraica, ossia il piano di sterminio di massa del partito nazista. Con la morte di Heydrich, Himmler prende in mano le SS e dà luogo a una rappresaglia senza precedenti: il massacro di Lidice, un villaggio di Boemia che viene interamente rastrellato e bruciato dai tedeschi.
I partigiani sopravvissuti vengono rintracciati e rapidamente circondati dalle SS, ma iniziano una resistenza a oltranza che li porta, inevitabilmente, a venire uccisi uno per uno durante i vari assalti alla chiesa.
La regia
Jimenez ha deciso di prendere la storia di Heydrich alla lontana, per mostrarci la sua gioventù e la sua disastrosa carriera in Marina, nonché la sua spiccata indole violenta. Viene comunque sottolineato come il suo cambiamento sia stato prevalentemente causato dalla moglie, una nazista devota, che ha fatto leva sull’ambizione dell’uomo. La storia è suddivisa in due filoni: la carriera del gerarca, che mostra prevalentemente atti di crudeltà gratuita, e la storia dei due partigiani amici e delle relative storie d’amore. Le due trame vengono inevitabilmente a intrecciarsi il giorno dell’attentato.
Va comunque sottolineato che la storia non ha un vero e proprio equilibrio: i momenti morti ci sono e sono numerosi, in particolare quelli tra l’ascesa di Heydrich al potere e l’arrivo dei partigiani in Cecoslovacchia. Encomiabile la scelta del cast, che vede una somiglianza impressionante degli attori con le rispettive controparti, in particolare Graham nei panni di Himmler.
L’Uomo dal Cuore di Ferro è decisamente un film brutale, spietato e diretto, che mostra senza troppi problemi il periodo più nero del nord Europa sotto il giogo del nazismo, nonché una delle personalità più emblematiche e spietate del suo universo. In contrasto all’idea di prigionia del popolo si pone la storia dei due coraggiosi partigiani che sono stati capaci di lanciare un messaggio diretto agli oppressori del continente.