Eve, Georgia e Maddy sono tre sorelle e non potrebbero essere più diverse, come diverso è il modo in cui affrontano (o non affrontano) il rapporto con un padre anziano e malato e una madre che tempo prima decise di mollare casa, marito e figlie per andare a vivere con un altro uomo.
Ormai adulte, le tre donne sono alle prese con le proprie vite, con famiglie, carriere e difficoltà quotidiane e oltre a tutto questo devono prendersi cura del vecchio Lou, alcolista maniaco-depressivo che lascia dietro di sé una lunga scia di tentativi di suicidio e disastrose storie d’amore.
Eve, sorella di mezzo e voce narrante, è costantemente sull’orlo di una crisi di nervi: la relazione di alti e bassi con il marito, un figlio adolescente e la sua improbabile fidanzatina, la carriera di organizzatrice di eventi… se a questo si aggiunge un padre pazzoide che telefona in continuazione e non fa che combinare disastri, ecco Avviso di Chiamata, di Delia Ephron.
Il romanzo di Ephron corre su due binari paralleli: da un lato la vita reale, fatta di paraurti ammaccati, cocktail e le piccole frustrazioni di ogni giorno; dall’altro le interminabili telefonate (spesso concluse sbattendo il ricevitore in faccia a qualcuno) con le sorelle, i messaggi deliranti del padre lasciati alla segreteria telefonica, le chiamate nel cuore della notte dal reparto di psichiatria geriatrica:
«Dopo aver chiuso la porta di casa, faccio quello che faccio sempre: andare nello studio di Joe per controllare la segreteria telefonica. Cinque chiamate. Probabilmente tutte di mio padre. Probabilmente tutte in cui urla “Dove sei?”»
Avviso di Chiamata è un libro che può confondere; dà l’impressione di essere una lettura leggera, ma in realtà rivela una natura profonda e malinconica. Attraverso i ricordi di Eve il lettore rivive i momenti dolorosi del suo passato, assiste al lento ed inesorabile declino del padre che, afflitto da demenza senile, perde colpi giorno dopo giorno, diventando sempre più ingestibile e affronta il complicato rapporto con le sorelle, un po’ amiche, un po’ rivali.
La relazione tra le tre donne – diversissime tra loro – è infatti un punto nevralgico del romanzo:
«Georgia camminava come se la strada fosse sua, Maddy ci camminava senza neppure farci caso. Io tendevo a guardare bene dove mettevo i piedi, cercando di avanzare senza dare troppo disturbo a nessuno.»
Eve si relaziona con loro perlopiù per telefono e solo raramente le incontra di persona; per questo motivo il loro rapporto appare quasi sdoppiato:
«Tra noi sorelle va sempre così. Ore attaccate al telefono, vite aggrovigliate, ma quando ci ritroviamo davvero faccia a faccia ci tratteniamo. Mio padre può scoppiare a piangere facilmente. È sdolcinato. Ma noi abbiamo preso da nostra madre. Non siamo tipi da smancerie.»
Le difficoltà tra loro sono accentuate dal fatto che Eve provi un senso di inferiorità nei confronti della sorella maggiore Georgia, direttrice di un’importante rivista di moda che porta il suo nome e che sopporti a malapena la minore, Maddy, attrice di soap opera alle prese con una gravidanza inaspettata.
In tutto questo, tocca a lei prendersi cura del padre, di cui diventa l’unica confidente e che la chiama in continuazione, facendola vivere nel costante terrore di sentire lo squillo del telefono.
Il rapporto con l’apparecchio diventa una fonte di stress e angoscia, tra segreterie e avvisi di chiamata che interrompono le conversazioni, gettandola nello sconforto e allo stesso tempo alleviando la sua ansia – è come una droga, una vera ossessione in cui trovare conforto, un modo per sfuggire dalle difficoltà della vita reale e che, al tempo stesso, le esaspera:
«Continuo a comporre numeri. Qualche volta, quando inizio, non riesco a fermarmi. La bocca vuole parlare. Il corpo vuole sentire la sicurezza intima della cornetta infilata tra l’orecchio e la spalla. Tutto l’essere brama quella sensazione inebriante di quando si gioca con il telefono. Pigio quei tasti con incredibile velocità e destrezza e mi poi mi collego. Non importa per quanto tempo o con chi, parlare al telefono placa la mia ansia. Anche se mi si potrebbe obiettare che, quando l’effetto finisce, quando mi scollego, l’ansia torna più forte di prima. Il telefono mi calma davvero o mi manda su di giri? Non conosco la risposta.»
Avviso di Chiamata è un romanzo malinconico, che lascia l’amaro in bocca e un senso di triste rimpianto per le persone e i momenti del passato che non potranno più tornare. Lo stile di Ephron, leggero e scorrevole, alleggerisce la trama e regala al lettore un romanzo non banale, ironico e al contempo di un certo spessore.
FONTI
D. Ephron, Avviso di chiamata, Fazi Editore, 2019
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