Nel 2014 viene rilasciato nelle scale Maleficent, il live-action remake de La bella addormentata nel bosco (The Sleeping Beauty) prodotto da Walt Disney alla fine degli anni Cinquanta. Cinque anni dopo ci ritroviamo nelle sale con il sequel Maleficent – Signora del Male, che il 17 ottobre 2019 è uscito nelle sale italiane: come si sono evolute le vite di Aurora e Filippo? Che ne è stato di Malefica?
Il film riprende sostanzialmente la storia dal punto in cui si era conclusa: Aurora, cresciuta nella brughiera grazie alle cure di Malefica (interpretata ancora da Angelina Jolie), riceve una proposta di matrimonio da parte di Filippo, giovane principe dell’Ulstead. La ragazza accetta: il matrimonio potrebbe anche essere un’occasione per unire per sempre i due regni in pace e armonia, mettendo fine a rancori e conflitti. Questo momento di felicità viene però turbato dalla reazione di Malefica e da ciò che si dice di lei nell’Ulstead: riusciranno i due regni a stabilire la pace? Malefica lascerà che Aurora realizzi il suo sogno d’amore?
Una nuova originalità espressiva
Il film, che ripropone gli stessi interpreti già visti nel primo capitolo, propone fin da subito una storia con una libertà narrativa ancora più intensificata. Allontanandosi dal classico Disney, il film vede al centro della sua narrazione il confronto-scontro tra due mondi agli antipodi: da un lato il regno di Malefica e la brughiera, abitata da pacifiche creature magiche, fate, folletti e fiori dagli incredibili poteri. Dall’altro lato vi è il regno degli umani, al cui trono siedono Re Giovanni e la sua consorte. Quest’ultima appare subito come uno dei personaggi-chiave della vicenda: finge di sposare la causa del marito e del figlio che vorrebbero la pace nel loro regno, ma in realtà nutre un odio profondo per tutto ciò che si trova al di fuori dell’Ulstead. Proprio la regina, una donna senza scrupoli, sarà alla guida dell’esercito scagliato contro gli abitanti della brughiera: quali sono le sue vere intenzioni?
Le tematiche accennate nel primo capitolo trovano il loro pieno compimento in questa nuova pellicola: esse non sono di facile comprensione e allontanano il film dagli standard dei Classici Disney, scavando a fondo nell’animo dei singoli personaggi. Tutto ruota chiaramente attorno alla figura di Malefica e alla solitudine, costante della sua esistenza: questa tematica è il nodo centrale del film e regala svolte inaspettate. L’amore che nutre per Aurora è qualcosa contro cui si ritrova a combattere in un sentito confronto interiore. Da mamma amorevole, il matrimonio della figlioccia è per lei una sfida contro la solitudine che la aspetta: lasciandola nelle mani di Filippo come futura regina, teme di perderla per sempre.
Non esistono più i cattivi di una volta
Malefica si mostra così profondamente umana: non riesce a lasciarla andare, perché questo vorrebbe dire tornare ad una vita solitaria. A sconvolgere tutto intervengono però dei personaggi inaspettati, che si riveleranno preziosi aiutanti per la protagonista. Sì, perché Malefica scopre di non essere sola: un intero popolo di suoi simili si nasconde per fuggire dall’estinzione e dai pericoli della cattiveria umana.
Stupita da questo mondo che non ha mai conosciuto prima, in lei si scatena una sorta di transizione: lascia andare la mano della figlia umana per stringere quella del suo popolo. Il tema della maternità dunque torna ad essere protagonista anche in questo secondo capitolo. Malefica appare come il classico personaggio corazzato all’esterno, ma pronto a far sgorgare dolcezza dal suo cuore: sacrificherebbe la sua vita per vedere Aurora salva e felice.
Quando la Disney piace anche ai grandi
Giocando su queste tematiche, il film si apre anche ad un pubblico più adulto e maturo, correndo il rischio di lasciare scontenta e delusa la fetta degli spettatori più piccoli: questo viene in qualche modo compensato dagli aspetti più tecnici del film. Infatti, nonostante i temi un po’ troppo profondi e complessi per la mente di un bambino, dietro vi è un lavoro tecnico piuttosto semplice e lineare. Lo spettatore comprende l’atmosfera grazie ad alcuni richiami con il cartone originale, un esempio fra tutti il colore verde a rappresentare i poteri di Malefica. I toni e le immagini delle varie sequenze appaiono semplici, quasi piatte per una trama così intricata e appassionante.
Dunque, Maleficent – Signora del Male ci porta a scoprire ciò che già era stato preannunciato sul conto di Malefica, una rivelazione inaspettata sul piano materno. Si riscopre apprensiva e tenera: a modo suo ha un cuore di mamma, che crea un contrasto vincente con le sue maestose corna.