Ai piedi del Duomo, dal 20.09 al 20.10, è spuntata una capsula del tempo, dove ripercorrere il successo della maison francese. La “Time Capsule Exhibition Milan” propone un percorso tematico per raccontare il savoir-fare firmato Louis Vuitton. Ci si sofferma sulla capacità di stare al passo con i desideri dei clienti delle diverse epoche.
Un viaggio attraverso la storia della maison.
Porte aperte a turisti e interessati, che vogliono conoscere da vicino il brand di lusso, dalle determinate caratteristiche:
1. HARDWARE: struttura metallica, come il lucchetto inconfondibile, brevettato dal figlio di Louis, e gli angoli del baule;
2. MATERIALE DUREVOLE: la pelle con pattern inconfondibili;
3. MALLETAGE: cinghie di tessuto, per tenere immobili gli oggetti all’interno del baule.
La visita sottolinea la bravura del brand nell’inserirsi in vari settori. Invenzioni di ogni genere, per contenere oggetti preziosi. Nel perseguire questo obbiettivo, il signor Vuitton crea delle icone, risultati delle sfide date dalla trasformazione dei consumi. Richiesta incentrata sempre più su comodità e ingegno, ma dove regna sempre l’eleganza. Questa si ritrova nella sezione seguente: l’arredamento d’interni. In questo caso, la firma di Vuitton non sta nel pattern, ma nel ‘malletage’, che avvolge i pezzi in esposizione. Un’esperienza lavorativa
Proseguendo la visita, una sala dedicata al ‘red carpet’. L’abbigliamento firmato dalla maison francese è degno di star, come Coco Chanel o Audrey Hepburn. Si parte dalle figure geometriche e i colori elementari, per arrivare alle paillettes scintillanti. Sono molti i nomi con cui Vuitton ha collaborato. Per esempio, l’edizione firmata da Supreme, in voga tra i clienti più giovani, che unisce il lusso della pelle Vuitton al design rosso fiammante, apprezzato da volti noti, come Fedez. O ancora, la serie di borse ritraenti noti dipinti, sottolinea, ancora una volta, l’eleganza del marchio e la voglia di ampliare il suo pubblico.
Parlando dei settori in cui Vuitton si è inserito, non si può non citare l’attività lanciata nel 2016: le fragranze Louis Vuitton. Queste sono accompagnate da contenitori dal pattern classico (quello dallo sfondo marrone e LV in beige) o in tinta unita, sulla quale riportare le iniziali del proprietario della boccetta. Portano nomi legati alla natura, come ‘Rose des vents’, o all’esperienza amorosa, come ‘Coeur battant’. Per quanto riguarda il packaging, regna la raffinatezza e la semplicità: tappo nero e boccetta trasparente, che lascia intravedere il colore tenue della fragranza.
Per sottolineare la capacità della maison nell’unire la tradizione con l’innovazione, la capsule ospita una sala, al cui centro, si trova il baule ‘emblema’ di Vuitton, ma in versione ‘digitale’. Si chiama ‘Magic Malle’, rivestito da pannelli luminosi, sul quale lo spettatore può rivivere il successo della maison. Si tratta di un’esperienza multimediale e multisensoriale. Tratti distintivi, che si ritrovano all’uscita dell’esposizione: il visitatore ha la possibilità di stampare un souvenir personalizzato grazie ad un totem, in cui inserire il proprio indirizzo mail. In questo modo, il ricordo sarà sia su carta, che su dispositivo elettronico.
Un salto nel passato, ma non troppo nostalgico. La tecnologia e le nuove richieste da parte dei clienti sono state racchiuse in questa struttura, accompagnata da una storia così lunga. Basta pensare che la prima boutique Louis Vuitton è stata aperta nel 1914 sugli Champs-Élysées, dove, ancora oggi, si trova il negozio più grande al mondo! Oltre ai materiali resistenti e alle idee innovative, la manualità gioca un ruolo importante nella costruzione di questo impero. Per questo motivo, all’ingresso si osservava la lavorazione dei manici in pelle, a cura di alcuni artigiani francesi.
Un museo interattivo, dove sottolineare dei valori ben precisi: innovazione, tecnologia, design e tradizione. Un punto d’incontro per appassionati, curiosi e clienti, che spesso sono ignari di ciò che c’è dietro al prodotto acquistato. Un’idea originale per avvicinare, anche i meno interessati, ad un’attività così antica, ma mai così attuale.
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