VIRTUAL TIME

Il cerchio si chiude per i Virtual Time

Tornano a fare parlare di sé i quattro ragazzi di Bassano del Grappa (VI) membri dei Virtual Time. Qualche tempo fa, vi avevamo già segnalato in un articolo la pubblicazione del loro ultimo lavoro: A-Go-Gi-Ca, uscito il primo maggio di quest’anno.

Il progetto grafico e musicale: Pictures

A-Go-Gi-Ca fa parte del progetto Pictures, ovvero una raccolta di cinque album pubblicati in un solo anno, a cavallo fra il 2018 e il 2019. In questo anno la fortuna non è stata dalla parte del gruppo vicentino, in particolare da quella del chitarrista e fondatore Luca Gazzola che, per problemi di salute, non ha più potuto calcare i palchi che li avevano portati in auge. Questo non ha comunque impedito al gruppo di continuare a lavorare in studio, accumulando così un gran numero di brani potenzialmente pubblicabili. Ed è proprio da qui che è nato il progetto Pictures; dalla loro capacità di non piegarsi a una sorte avversa ma di farne virtù e di trasformare un dolore improvviso nel motore della propria creatività. I brani prodotti in quel periodo sono stati raggruppati in cinque diversi album che differiscono sotto alcuni punti di vista, a partire dai generi musicali.

Il titolo di questa pentalogia, Pictures, è stato scelto per indicare il progetto visivo che si realizza in concomitanza con quello musicale. Diversi artisti – fra cui fotografi, illustratori e grafici – hanno collaborato alla realizzazione di vere e proprie cartoline che fanno da copertina ai dischi o che accompagnano i diversi brani, dandogli vita sotto forma di videoclip.

Pictures (vinile)

Cover di Pictures

Pictures è inoltre il nome del vinile dove verranno inseriti i brani del progetto che hanno avuto un impatto maggiore, che verranno poi ripubblicati in questo che sarà il sesto album. L’intento è quello di rendere il progetto un po’ meno dispersivo e facilitare la comprensione a un ascoltatore che si è avvicinato alla band solo di recente. Con la selezione di alcune greatest hits infatti, il novello ascoltatore non rischia di soprassedere su dettagli importanti che la band bassanese ha voluto inserire nei propri brani. Si tratta, dunque, di una sorta di bugiardino, un riassunto che guida l’ascoltatore attraverso i brani più evocativi contenuti nel box set finale. Il vinile verrà pubblicato il 5 novembre prossimo, segnando la conclusione del progetto.

Il lato A del vinile conterrà sei brani, di cui tre presi da From The Roots To A Folded Sky, primo album della pentalogia: Charmed, Just You Beyond the Sun. Il testo del primo brano citato racconta di cambiamenti naturali simili a quelli che si producono quando l’autunno lascia il posto all’inverno. Questi cambiamenti si riflettono nei musicisti stessi, che vivono quel momento come un momento di introspezione.

Thanks Nature ‘cause you look after me / Ti ringrazio, Natura, perché ti prendi cura di me
Taking me ‘round with your seasons. / Rinnovandomi con le tue stagioni.
Thanks Nature ‘cause you spur me to improvement / Ti ringrazio, Natura, perché mi spingi a migliorarmi
Making me understand the meaning of life. / Facendomi capire il significato della vita.
Making me understand what the real sense of being is. / Facendomi capire quale sia il vero senso dell’esistere.

In Just You, invece i ragazzi si rivolgono a un “tu” generico (quello del titolo), forse all’ascoltatore o forse addirittura a loro stessi, e cercano di ricordargli di non allontanarsi mai troppo dal proprio passato, di ricordare i momenti belli e quelli brutti, perché entrambi portano a crescere.
La terza traccia che abbiamo citato è un concentrato di positività e un omaggio all’amicizia, così come lo è anche il video che l’accompagna:

Il lato A si concluderà con altri tre brani presi, invece, dal secondo capitolo del progetto, ovvero Animal Regression. Parliamo di High Class Woman, Heaven is Asking… e The Adventures of Funky Boy. Sempre da questo album è preso anche il brano che aprirà il lato B del vinile: I See the Moonlight.

High Class Woman è una critica giocosa nei confronti dei vizi della società, vista come una una donna borghese. Heaven is Asking… invece si sposta su un tema completamente diverso e, ritornando sulle tracce di Just You, la band consiglia di non mettere mai nel dimenticatoio il proprio passato. Nel video di The Adventures of Funky Boy, i Virtual Time ci danno un assaggio di una loro sessione live:

L’ultimo brano citato, che sarà la prima delle cinque tracce del lato B del vinile, si chiama appunto I See the Moonlight. Questo brano parla di momenti difficili, fatti di paure, incubi e insicurezze.

Gli ultimi quattro pezzi del lato B provengono da A-Go-Gi-Ca. Nowhere Land si avvicina alla musica elettronica e parla di un posto che, come dice il titolo, non esiste se non nell’immaginazione dei ragazzi. Con Falling Away continuano i riferimenti naturali (come abbiamo già visto anche in Charmed), uno dei punti cardine della scrittura per il gruppo. Si parla di un uomo che sta cadendo sempre più in basso e, mentre cade, si interroga su se stesso, sulle persone e sulle cose che gli stanno attorno. Cerca di esprimere ciò che sta cercando e che gli servirebbe per riuscire a rialzarsi, ma le sue domande cadono, anch’esse, nel vuoto. She è un pezzo ancora più personale, che parla delle conseguenze di quell’amore che leva il respiro e che dà la percezione di essere migliori solo se di fianco alla persona amata. Ancora una volta troviamo riferimenti alla natura: un fiume in piena – che simboleggia, forse, l’amore stesso – continua a straripare e dà all’innamorato più di quanto egli possa assimilare.

The river gives me more than I could drink, / Il fiume mi dà più di quanto possa bere,
And I keep going, keep going on, going on. / E io continuo ad andarci ancora e ancora.

Distant Shores è l’ultimo brano contenuto nell’album: è un pezzo introspettivo nel quale il cantante parla della sua necessità di esprimere ciò che ha dentro.

Evidentemente, questi brani sono stati scelti perché risultano essere coerenti fra di loro per tema e stile. Inoltre lasciano spazio all’ascoltatore che, avendo una linea guida dei messaggi fondamentali che la band bassanese vuole trasmettere, si sente più libero di approfondire la propria conoscenza dei restanti pezzi contenuti nei dischi da cui sono state estratte le canzoni del vinile.

I primi tre album: From the Roots to a Folded Sky, Animal Regression e A-Go-Gi-Ca

Il progetto ha avuto avvio con il primo capitolo della pentalogia, pubblicato nell’aprile del 2018, dal nome From the Roots to a Folded Sky. È invece di qualche mese dopo il secondo capitolo, pubblicato a ottobre con il titolo Animal Regression. I primi due dischi hanno introdotto l’ascoltatore al progetto, ma è con il terzo album che si entra nel vivo. Il terzo capitolo, al quale abbiamo già accennato in apertura, si chiama A-Go-Gi-Ca ed è il primo album pubblicato nel 2019, a maggio.

Gli ultimi due: The Circle e Live

Arriviamo così alle ultime due uscite, quelle con cui il cerchio si chiuderà. Il quarto capitolo di Pictures, da poco uscito, si chiama The Circle. Il riferimento è chiaro, la continuità fra un album e l’altro non viene mai interrotta e i brani scorrono in un flusso circolare che trova la sua fine (ma anche il suo nuovo inizio) in The Circle. Le due estremità del cerchio si congiungono. Si tratta, infatti, dell’ultimo capitolo del progetto vero e proprio. Questo perché il quinto album non conterrà tracce inedite ma punterà piuttosto sull’esplosività della band, che si moltiplica quando i ragazzi suonano dal vivo grazie alla sinergia che si viene a creare fra i diversi componenti. Ecco spiegato il titolo del quinto capitolo, Live, che raggruppa le migliori performance registrate durante diversi concerti.

Il cerchio si chiude

Cover di The Circle

Mentre aspettiamo l’uscita di Pictures, torniamo a parlare di The Circle: si tratta di un album composto da sei tracce inedite più due versioni unplugged di I Feel Sad e di Waves are Calling, brani già presenti nell’album Long Distance (2016). Sono le tracce di chiusura del progetto, ma nessuna di esse lascia spazio alla malinconia. L’idea dietro a The Circle è invece quella di tornare all’inizio usando la musica come una macchina del tempo.

Come è noto, una circonferenza non ha né inizio né fine, ma percorrerla porterà sempre e inevitabilmente al punto di partenza. Ed è proprio questo punto di partenza che i Virtual Time vogliono evocare con questi ultimi sei brani. Quegli interi pomeriggi dopo la scuola che i quattro ragazzi passavano a suonare insieme, avendo come attrezzatura solo una chitarra acustica, molta forza di volontà e un sogno nel cassetto. Non aspettatevi di trovare tracce dal sapore funebre. Preparatevi invece a essere trasportati in un mondo dove non esistono problemi o, se esistono, sono facilmente scansabili grazie a una buona dose di spensieratezza e giocosità. Le tracce non si perdono in virtuosismi ma osano invece essere semplici e orecchiabili, facilmente fruibili da parte del grande pubblico.

Le sonorità di The Circle

In generale possiamo dire che il sound di questo album è in pieno stile Virtual Time: sonorità anni Settanta che vanno dall’hard al progressive rock, dal folk all’alternative. La prima traccia si chiama proprio The Circle, riprendendo il titolo dell’album, ed è un vortice di sonorità rock addolcite dalle chitarre acustiche. Due tracce si distinguono discostandosi dalle influenze più tipiche del quartetto: sono Black Sun e Hades. Queste incupiscono leggermente il mood e si rifanno, piuttosto, alla tradizione musicale irlandese. Le due tracce conclusive sono i due brani unplugged di cui parlavamo in precedenza e che incarnano alla perfezione lo spirito dell’album, ricordando all’ascoltatore sessioni musicali più crude e quasi improvvisate.

Aspettiamo il 5 novembre per quella che sarà sicuramente la degna continuazione di un progetto lungo un anno al quale è doveroso rendere omaggio, anche per la tenacia e il coraggio di quattro ragazzi determinati: i Virtual Time.

FONTI

Materiale gentilmente fornito da Fleisch Agency

Losbuffo.com

CREDITS

Copertina e immagini gentilmente fornite da Fleisch Agency

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