Murakami Haruki in Italia per la prima volta

Per la prima volta in Italia – in veste ufficiale, si intende – venerdì 11 ottobre Murakami Haruki ha ricevuto il premio Lattes Grinzani per la sezione “La Quercia”, presso il Teatro Sociale di Alba. Lo scrittore ha raggiunto ormai una vasta fama a livello internazionale – addirittura molti erano i mormorii su una sua presunta vittoria del premio Nobel quest’anno – ma non era mai venuto nel bel paese a titolo di autore di best seller, sebbene abbia trascorso un periodo della sua vita proprio in Italia.

Un evento dunque clamoroso e unico nel suo genere quello svoltosi nella cittadina piemontese, nota a molti per i numerosi romanzi fenogliani e per il suo famoso tartufo. A conferirgli l’importante premio la Fondazione Bottari Lattes, in seguito alle valutazioni di una giuria tecnica di cui è presidente Gian Luigi Beccaria, linguista, critico letterario e accademico. Accanto a Beccaria nella giuria Valter Boggione, Vittorio Coletti, Rosario Esposito, Giulio Ferroni, Bruno Luverà, Alessandro Mari, Laura Pariani, Marco Vallora, Bruno Ventavoli, tutte personalità di spicco nel mondo accademico ed editoriale.

Il premio, ormai giunto alla sua nona edizione, si suddivide in due categorie: Il Germoglio, volto alla scoperta di nuovi talenti nel mondo della letteratura, e La Quercia che è invece un premio alla carriera, vinto precedentemente da personalità come Alberto Arbasino, Amoz Oz e Ian McEwan. Proprio quest’ultimo è il premio assegnato a Murakami Haruki, con la seguente motivazione:

“Diventato autore di culto a livello mondiale, Murakami è lo scrittore che più ha contribuito ad avvicinare il Giappone ai lettori occidentali. Fin dagli esordi, alla fine degli anni Settanta, egli esce dalla cornice della tradizione letteraria giapponese creando un suo mondo narrativo originalissimo, tramite un linguaggio nuovo e comunicativo, molto vicino al parlato. La semplicità stilistica è un tramite per affrontare profondi temi esistenziali – il rimpianto per il “perduto”, la ricerca di sé nell’assurdità di un’esistenza alienata, l’attrazione per l’aspetto magico e misterioso, del mondo – e di toccare alcuni tasti dolenti del Giappone: le colpe storiche, le responsabilità politiche del passato e del presente. Caratteristica rilevante dei grandi romanzi di Murakami è la presenza di personaggi che conducono vite ordinarie (in cui l’ampia platea dei lettori immediatamente si identifica, al di là di ogni barriera culturale), ma nel seguito del racconto capita che la loro storia si venga di solito a trovare sospesa tra reale e irreale, coinvolta in eventi magici e inquietanti. Il brusco passaggio dalla realtà al sogno rappresenta pienamente lo smarrimento dell’essere umano contemporaneo di fronte a fenomeni sempre nuovi e incontrollabili. Lo sconfinamento in un universo parallelo tuttavia non è mai una fuga, ma discesa nel profondo di se stessi, alla ricerca di ciò che si cela nei recessi della nostra coscienza”.

I romanzi dello scrittore giapponese sono molto conosciuti tra il grande pubblico e hanno sicuramente suscitato, nei numerosi anni di attività dell’autore, una crescente curiosità nei confronti del Giappone. Murakami è infatti autore di libri di successo come Norwegian Wood, La ragazza dello Sputnik, Dance dance dance, Kafka sulla spiaggia e molti altri. In Italia l’editore per eccellenza dell’autore è Einaudi, che ha contribuito alla realizzazione di questo incontro con i lettori italiani. Alla serata hanno poi presenziato anche i due traduttori storici delle opere di Murakami, Antonietta Pastore e Giorgio Amitrano.

Il loro apporto alla diffusione delle opere dello scrittore è stato di vitale importanza: Pastore sottolinea infatti durante la serata come l’opera di traduzione di un testo – soprattutto se questo testo proviene da una cultura così distante dalla nostra, come quella giapponese – sia complessa e articolata. Un buon traduttore deve infatti essere in grado di traslare nella lingua di arrivo l’emozione che l’autore ha voluto trasmettere in prima battuta con le sue parole. Ma come evidenzia la traduttrice, i giapponesi hanno un modo diverso di esprimere e percepire le emozioni, per questo motivo rendere possibile la trasmissione di una stessa sensazione per un popolo così distante, come quello italiano, è estremamente complesso e implica talvolta degli stravolgimenti ai fini della comunicazione.

Ugualmente illuminanti e significative sono state le parole di Murakami Haruki, che, prima di ricevere il premio, ha tenuto una lectio magistralis. In particolare si è concentrato sulla sua esperienza di scrittore, un’esperienza inaspettata: infatti, in gioventù ha gestito per anni un jazz bar nella periferia di Tokyo e diventare un autore di fama internazionale era l’ultimo dei suoi pensieri. Lo scrittore ha poi descritto come avvenga per lui il processo creativo che porta poi alla composizione di quei romanzi che tutti noi conosciamo e apprezziamo.

Murakami non nega il forte legame che nella sua esperienza lega l’ascolto della musica alla scrittura, sottolineando l’importanza di tre elementi che derivano dalla musica ma che sono essenziali per i suoi testi: il ritmo, l’improvvisazione e una melodia piacevole che caratterizzi la scrittura. Non esiste infatti un modo giusto o sbagliato per scrivere un romanzo, si tratta invece di un processo fortemente personale e che varia di autore in autore.

Ma tutto questo, conclude Murakami, ruota attorno a un’esigenza primaria che sin dalle origini caratterizza la specie umana: quella di narrare delle storie. I romanzi sono dunque per noi “un piccolo falò nella caverna” (questo il titolo del suo intervento), un segnale di luce e di speranza, qualcosa che permette di dimenticare, anche solo per un momento, tutti i problemi. Nei suoi anni di attività letteraria – ben 40 – Murakami è stato per molti lettori quel falò in grado di illuminare gli angoli bui delle caverne.

FONTI

Fondazione Bottari Lattes

Presenza all’evento


CREDITS

Credit foto:
Haruki Murakami Premio Lattes Grinzane 2019 – lectio e premiazione © Fondazione Bottari Lattes – Murialdo

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