Dopo due anni di silenzio, ieri la Fondazione Nobel ha annunciato non uno ma ben due vincitori del Premio Nobel per la Letteratura. Infatti, durante il 2018 nessun riconoscimento era stato conferito dall’Accademia a causa di alcuni scandali che avevano investito dei membri dell’importante istituzione svedese (e di cui vi abbiamo parlato qui).
I premi sono stati annunciati oggi a ora di pranzo, e sono stati conferiti rispettivamente a Olga Tokarczuc per il 2018 e a Peter Handke per il 2019. Sono nomi questi inaspettati, sicuramente, che hanno generato non poca sorpresa tra i curiosi che attendevano con ansia, dopo la mancata assegnazione dello scorso anno, la nomina di ieri. Si mormoravano, infatti, nomi del calibro di Philip Roth o Haruki Murakami ma, come sembra essere ormai prerogativa dell’Accademia svedese, i vincitori hanno colto tutti in contropiede. Nessuno si attendeva che a vincere i Nobel quest’anno fossero questi due autori. Ma andiamo per ordine.
Olga Tokarczuc, classe 1962 e origini polacche, non estranea ai premi letterari. Nel 2018 aveva vinto il Man Booker International Prize, importante riconoscimento letterario assegnato nel Regno Unito, con il romanzo I vagabondi. L’autrice è forse tra le più importanti del panorama letterario polacco e viene introdotta nel mercato editoriale italiano piuttosto tardi rispetto ai suoi esordi. La sua prima opera pubblicata risale al 1989, si tratta della raccolta di poesie Miasta w Lustrach. In Italia arriva soltanto nel 1999 grazie al romanzo Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli pubblicato da E/o edizioni ma oggi conosciuto con il titolo Nella quiete del tempo (riedito da Nottetempo nel 2013).
La Fondazione Nobel ha così giustificato l’assegnazione del premio alla donna:
“Per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”.
Certo Olga Tokarczuc non solo è una scrittrice di spicco ma anche un’importante figura di riferimento in ambito politico. La donna infatti è un membro del partito dei Verdi del suo paese, un partito ricordiamo attento all’ambiente e collocato a sinistra, e si impegna quotidianamente nella lotta contro la destra radicale polacca.
Ben più controverso è il premio Nobel assegnato per il 2019 a Peter Handke. Lo scrittore nasce nel 1942 da padre austriaco e madre slovena ed è forse tra i più importanti autori di lingua tedesca degli ultimi anni. La sua produzione letteraria è molto florida e varia: si è occupato negli anni non solo di romanzi ma anche di opere teatrali e testi poetici. Molte delle sue opere arrivano al pubblico italiano grazie all’editore Guanda.
Il premio gli è stato oggi conferito
“per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”,
ma sicuramente questa assegnazione provocherà non poche critiche nei prossimi mesi.
Handke è conosciuto non solo per la sua vasta e apprezzabile produzione artistica ma anche per le sue opinioni spesso politically incorrect. Nel 2014, infatti, si era pronunciato aspramente contro il Premio Nobel – proprio quello che gli è stato appena conferito, lo accetterà dunque? – arrivando addirittura a proporne l’abolizione. Ben più note, e sicuramente più gravi, alcune sue posizioni politiche. Nel 2006 lo scrittore tenne un discorso al funerale di Slobodan Milošević, ex presidente della Jugoslavia considerato un criminale internazionale in quanto ritenuto responsabile di crimini di guerra e genocidio. Inoltre, già precedentemente, le sue opinioni politiche avevano fatto scalpore, in quanto si espresse con strenuo negazionismo sui fatti di Srebrenica.
Insomma, i due scrittori vincitori del Premio Nobel per la Letteratura sono sicuramente due personaggi di cui sentiremo parlare ancora a lungo, nel frattempo non ci resta che leggere, o rileggere, le loro opere per apprezzarne i meriti.