Spesso si parla di esordi, inizi e debutti. Se ne parla meno, però, in ambito artistico. Un po’ per disinformazione e un po’ per disinteresse. Tuttavia, questi dati potrebbero arricchire il nostro bagaglio culturale e farci comprendere la nascita e la provenienza di particolari artisti e correnti artistiche.
Uno degli pittori più singolari ed insoliti è senza dubbio Pablo Picasso. Pablo Ruiz y Picasso, noto a tutti semplicemente come Picasso, nasce a Malaga il 25 ottobre del 1881. Il suo talento viene scoperto precocemente dai genitori, che lo accompagnano durante tutta la sua formazione.
Picasso è sempre stato un artista complesso e versatile. Ricco di sfaccettature e prospettive particolari. A tratti misterioso, ma pur sempre affascinante. All’età di diciannove anni prende un treno di sola andata per Parigi, stabilendosi a Montmartre. Questo, noto a tutti per essere il quartiere degli artisti, gli permette di stringere rapporti, amicizie e legami professionali con diverse personalità dell’epoca. Saranno anni d’oro, di grandi cambiamenti e, allo stesso tempo, di grandi inizi.
Il periodo blu
Il 17 febbraio del 1901, Picasso riceve una tremenda notizia: il suo grande amico Carlos Casagemas Coll si è sparato a causa di un amore non corrisposto. Da questo momento, anche la vita dell’artista prenderà una piega differente. Rimarrà per sempre angosciato da questa improvvisa mancanza. Anche e soprattutto a causa di questo episodio, che incessantemente si presenterà nella sua quotidianità, il pittore spagnolo darà vita al cosiddetto “Periodo Blu“, che si prolungherà sino al 1904. Una vera e propria svolta.
Cominciai e dipingere di blu quando riconobbi che Casagemas era morto.
Questo lasso di tempo è caratterizzato da tematiche malinconiche, oltre che dall’esclusivo utilizzo del colore blu e delle sue sfumature, considerate da Picasso come la maggior espressione di inquietudine. Come lui stesso affermava:
I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni.
Ed è stata proprio questa la sua forza. Il saper trasmettere attraverso la sua pittura e i suoi soggetti quel che lo affliggeva o, al contrario, lo rendeva felice.
Il così designato “Periodo Blu” è proprio caratterizzato da questo. Dalla diffusione e la conoscenza delle sue emozioni tramite la tela dipinta. Attraverso i colori, le linee – perlopiù spezzate – e i soggetti, generalmente mendicanti, miseri e bisognosi, l’artista riusciva a comunicare con il suo pubblico.
Uno degli esempi più noti è La vita, realizzato a Barcellona nel 1903. L’autore, qui, analizza il cammino dell’esistenza umana: in primis la vita, poi il destino ed infine la morte e la sofferenza.
Una seconda dimostrazione riguarda la tela Poveri in riva al mare, realizzata nello stesso anno della precedente. Come già accennato, i soggetti identificano un preciso stereotipo creato dall’artista stesso. Nel dipinto si percepisce malinconia, sconforto e avvilimento. Si apprende, allo stesso modo, l’umore e la propensione di Picasso. Il blu, poi, insieme alle sue infinite sfumature, mette ancor più in risalto questa sensazione. Si sa, il blu è da sempre associato alla tristezza e alla depressione.
Il periodo rosa
Dopo questo primo esordio, desideroso di una rinascita emotiva, Picasso volterà di nuovo pagina. D’altronde la sua vita è sempre caratterizzata da nuovi inizi.
Dal 1905, e fino al 1909, darà avvio al suo “Periodo Rosa“, caratterizzato da colori chiari e brillanti come il rosso, il rosa, il terra di Siena e il beige. I personaggi si tramutano in leggerezza assoluta: bambini, donne in maternità, soggetti del circo, degli artisti e relativi alla commedia. Insomma, ancora una volta, una nuova partenza. Totalmente differente dalla precedente.
Una delle opere più complete, sotto questo punto di vista, è Famiglia di Saltimbanchi. Realizzata nel 1905, quest’opera rappresenta sei soggetti completamente indipendenti tra di loro. Infatti, nonostante facciano parte della stessa cerchia e categoria, ognuno di loro sembra slegato dall’altro. Il paesaggio circostante è deserto e privo di qualsiasi connotazione, sia umana che non. In qualche modo, questo significato aggiunto equivale alla situazione stessa di Picasso e alla sua piccola cerchia di conoscenti.
Il periodo africano
Quasi contemporaneamente a questa fase, l’artista spagnolo svilupperà il – così chiamato – Periodo Africano.
Ancora una volta nuovi progetti, nuove idee e nuovi inizi. Ciò che caratterizza questo intervallo di tempo è la grande influenza dell’arte orientale e, in particolar modo, di quella africana. Soggetti stilizzati come fossero maschere, grosse e marcate linee spezzate, spazio prospettico inesistente e massima sintesi delle forme. Sono queste le caratteristiche della famosissima tela Les demoiselles d’Avignon, realizzata nel 1907.
Pablo Picasso, di certo, non smetterà qui di sorprendere. Negli anni successivi, infatti, darà vita al “Cubismo analitico e sintetico” – grazie anche all’amico e collega George Braque.
Nel primo cubismo vengono scomposti oggetti quotidiani noti – come bottiglie, bicchieri, vasi, chitarre e strumenti musicali -, mentre nel secondo cubismo si opera in modo differente; l’artista crea situazioni e forme che non hanno alcun rapporto con il mondo terreno.
Il pensiero comune nei confronti di una personalità come Picasso porta a definirlo come un eccentrico fuori dal comune. In parte questo è vero. È ugualmente vero, però, che pochi artisti dopo di lui hanno saputo condizionare le generazioni successive allo stesso modo.
È un artista poliedrico, eclettico e mai monotono. Un artista che ha sempre saputo reinventarsi nuovi percorsi, nuovi inizi e tratti inesplorati. E per questo non può che essere considerato come uno dei più grandi maestri di sempre.