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Opening acts: perché andare a vederli

Vi sarà capitato di arrivare a un concerto decisamente troppo in anticipo, magari per prendere i posti migliori nel parterre o semplicemente per evitare ore di coda. Non sapete cosa fare nell’attesa che inizi, almeno finché non vi ricordate dell’esistenza degli opening acts. È ormai la norma, infatti, che artisti già affermati scelgano di portare in tour con sé altri cantanti o band ancora poco conosciuti rispetto a loro. Si tratta ovviamente di una grande opportunità per farsi conoscere, “sfruttando” chi ha un seguito piuttosto consolidato di fan: è per questo motivo che spesso opening acts e headliner hanno stili musicali simili.

Perché assistere agli opening acts?

Innanzitutto, è un ottimo modo per scoprire nuovi artisti, che potrebbero addirittura entrare a far parte dei nostri preferiti in assoluto. Tutti hanno iniziato facendo la proverbiale gavetta e aprendo concerti per altri. Pensiamo a Ed Sheeran che a inizio carriera si esibiva come spalla degli Snow Patrol e di Taylor Swift; oppure alla cantante americana Halsey che si è fatta conoscere aprendo i concerti degli Imagine Dragons; e come dimenticarsi del fatto che a inizio 2000 i Coldplay aprirono qualche concerto per i più noti Muse?
Certo, non tutti coloro che vediamo agli opening acts sono poi destinati a ottenere un successo così enorme, ma mai dire mai, no? Magari tra dieci anni potrete affermare di aver visto la popstar più acclamata del momento quando ancora non era nessuno.

Un altro buon motivo è la ragione stessa per cui gli opening acts esistono: scaldare l’atmosfera e preparare il pubblico all’esibizione dell’artista principale. Nessuno vuole salire sul palco e trovare una folla timida e silenziosa, quindi far cantare qualcuno prima è un ottimo sistema per rompere il ghiaccio e avviare i motori. In questo modo l’hype per il concerto vero e proprio, quello per cui siamo venuti, aumenta, e quando arriva il momento tutti sono pronti a scatenarsi al massimo. È una specie di riscaldamento pre-partita, insomma, si ha la possibilità di prendere confidenza con se stessi e i propri vicini di posto e anche di abituare le orecchie ai decibel tipici di un concerto.

Affrontare il pubblico

Si tratta, infine, anche di un gesto di cortesia e di rispetto nei confronti degli artisti invitati sul palco. È innegabile, infatti, che ci voglia una buona dose di coraggio ad affrontare un pubblico per cui risulti totalmente sconosciuto (non il tuo pubblico), e che probabilmente non vede l’ora che tu finisca e che gli artisti “veri” prendano il tuo posto. Spesso gli opening acts si ritrovano di fronte spalti mezzi vuoti e persone scocciate di essere arrivate così presto, eppure devono cercare comunque di sollevare il morale collettivo e di coinvolgere gli spettatori con la propria musica. È importante ricordare, dunque, che chi ci troviamo davanti durante gli opening acts è pur sempre un artista che ha accettato di esibirsi per persone che, con ogni probabilità, non lo conoscono e che – ci piaccia o meno – sono lì per lavorare.

Vi esortiamo quindi ad andare in anticipo ai concerti, se possibile, per vivere l’esperienza completa e scoprire così anche che tipo di musica piace ai vostri artisti preferiti!

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