Tutti conoscono John Lennon.
Il frontman dei Beatles è da sempre noto per la sua attività pacifista insieme alla moglie Yōko Ono. Quello che in pochi sanno è che nella sua vita privata, soprattutto prima di conoscere Yōko, John non fu proprio un esempio di non violenza. Tutto questo emerge sia dalle carte del divorzio dalla prima moglie, sia dalle sue canzoni.
Per analizzare il fenomeno nel suo complesso, è importante ricordare che John Winston Lennon ha avuto un’infanzia difficile. Nato nel 1940, i suoi genitori si separano nel 1942 e, dall’età di sei anni, John è costretto a crescere con una zia (la zia Mimi) che riteneva sua madre Julia troppo irresponsabile per prendersi cura di un figlio. La vita a casa della zia era dura, con scarse dimostrazioni di affetto. Tuttavia, è stata proprio quest’ultima a indirizzare John al Liverpool College of Art, notando il suo talento artistico. La morte della madre, investita da un agente di polizia ubriaco nel 1958, costituisce un grosso trauma per John, che anni dopo ricorda:
Ho perso mia madre due volte. Una volta da bambino a cinque anni e poi ancora a diciassette. Mi diede molta, molta amarezza. Avevo appena iniziato a ristabilire una relazione con lei quando fu uccisa.
Già negli anni dei Beatles ad Amburgo emerge il lato violento di John Lennon. L’accusa peggiore, ma poco credibile, arriva dalla sorella dell’allora bassista dei Beatles, Stuart Sutcliffe, detto Stu. Morto nel 1962 per un tumore al cervello sviluppatosi in seguito a una frattura del cranio, Stu era stato coinvolto con John in una rissa. L’accusa della sorella del bassista è che sia stato proprio John a causarne la morte, tramite il pestaggio avvenuto qualche mese prima. Sebbene questa ipotesi sia improbabile, è pur sempre vero che ad Amburgo i Beatles condussero una vita piuttosto dissoluta.
Passando alla vita personale di Lennon, il matrimonio con la sua prima moglie, Cynthia Powell, avviene in fretta e furia nel 1962. Cynthia era incinta e la carriera dei Beatles era agli inizi. Il grande successo che la band ottenne negli anni successivi ha senza dubbio influenzato la vita privata dei Lennon. John era un padre assente, preso dalle troppe novità a cui era stato sottoposto all’improvviso. Ecco una delle vicende riportate da Cynthia:
Una volta perse la testa perché avevo fatto un ballo con un suo amico, mi colpì al viso facendomi cadere a terra e se ne andò furioso lasciandomi lì. Potevo sopportare la sua gelosia e il suo possesso, ma non la violenza.
È inoltre importante la testimonianza di Dorothy Jarlett, la collaboratrice domestica dei Lennon, che attesta come fosse la vita nella loro casa. La Jarlett testimonia delle numerose liti domestiche per l’educazione di Julian e delle relazioni di John con altre donne. Tra queste anche Yōko Ono, rimasta incinta nel 1968. La Jarlett riferisce che:
Ci fu una lite su come Julian veniva educato. Il signor Lennon disse alla signora che era troppo debole con lui.
E, riferendosi al comportamento di John con Julian, che: “Come risultato, spesso lo picchiava”.
La testimonianza più importante del temperamento di John rimangono però le sue canzoni. Ci sono due esempi salienti in cui Lennon dimostra il suo temperamento geloso e ossessivo. Il primo è You Can’t Do That, brano incluso nell’album A Hard Day’s Night del 1964. Il testo recita fin dalla prima strofa:
Se ti troverò a parlare con quel ragazzo di nuovo ti lascerò
E ti pianterò in asso
Perché te l’ho già detto prima, tu non puoi farlo.
Il secondo esempio è Run for Your Life, brano del 1965 inserito in Rubber Soul. Paul McCartney riferisce che non avrebbe potuto scrivere lui il brano perché si sentiva più libero di John nelle relazioni, non essendosi ancora sposato. Alludendo a una possibile relazione con un altro uomo, l’ultima strofa della canzone dichiara.
Prendila pure come una predica
Ho parlato proprio sul serio
Bambina, sono deciso
E preferirei vederti morta.
Non proprio il John Lennon dei bed-in (forma di protesta non violenta contro la guerra in Vietnam) e delle proteste degli anni Settanta. Queste testimonianze servono a ricordare che idolatrare un personaggio porta ad assolutizzarlo. Ogni colosso della storia, musicista o non, va considerato nella sua complessità. Se è vero che non bisogna dimenticare l’importanza che Lennon ha avuto per l’opposizione alla guerra in Vietnam e per le sue campagne pacifiste, è anche vero che non possiamo mettere da parte la sua vita privata e la sua storia personale.