Arona, il borgo dai mille colori affacciato sul Lago Maggiore, ha ospitato dal 3 all’8 settembre la IX edizione del festival “Teatro sull’Acqua”. La particolarità che distingue questo festival, unico nel suo genere, è il ruolo protagonista affidato all’acqua. Arona, infatti, città priva di palcoscenico ufficiale, ha reinventato il modo di fare teatro. Così, sul finire dell’estate, il paese è diventato un concentrato di cultura e tradizione. La città ha offerto un ventaglio di iniziative adatte al pubblico più variegato, diventando meta turistica privilegiata per appassionati e di pellegrinaggio per i più esperti. Il festival, diretto da Dacia Maraini, quest’anno ha avuto come tema la Poesia. Lo spettacolo al centro del festival, “Concertazione per elementi” vede alla regia Monica Maimone. In scena in prima nazionale la sera del 4 settembre nella cornice suggestiva del porto di Arona, ha costituito la punta dell’iceberg di uno degli eventi teatrali più attesi d’Italia.
Il festival
La storia tra Dacia Maraini e Arona è una storia d’amore, di cui il festival è uno dei frutti. Tutto ha inizio nel 2004, quando Luca Petruzzelli, studente di ingegneria, incontrò Dacia Maraini per la prima volta. Lo studente, stagista durante un festival diretto da Dacia Maraini presso Gioia il Vecchio (l’Aquila), ha proposto alla donna di riprodurre il progetto culturale nella città affacciata sul lago. Nel 2011 nacque dunque il “Festival delle due Rocche” di Arona, trasformatosi poi in “Teatro sull’Acqua” nel 2014. L’obiettivo del progetto è rivitalizzare piccoli paesi grazie a una crescita culturale consistente. L’enorme successo ha poi decretato Dacia Maraini “cittadina onoraria di Arona” nel 2016. Al di là dei meriti letterari, ingrediente fondamentale è la fiducia che Dacia Maraini manifesta nei confronti delle nuove generazioni.
Il festival “Teatro sull’acqua” è la cartina al tornasole di un progetto più ampio che ha sede nella città di Arona: “Nativi Teatrali”. Il termine richiama la famosa espressione “Nativi Digitali”. Questa, coniata da Marc Prensky, indica l’insieme di individui che nascono immersi nella tecnologia digitale. Allo stesso modo, con “Nativi Teatrali” s’intende dunque una branca della popolazione che nasce in un clima culturale che pone al centro il teatro. Si può parlare perciò di un vero e proprio progetto di educazione e avvicinamento al teatro. I bambini aronesi infatti, dall’età di 3 anni, vengono portati a teatro su iniziativa degli adulti. Poi, a 14 anni, iniziano a partecipare al festival grazie a progetti di alternanza scuola-lavoro. Da lì le porte sono aperte per diventare soci del festival, dunque “operatori culturali” a pieno titolo. Ogni anno il festival viene sostenuto da 150 volontari di età variabile.
Il festival esiste grazie alla partecipazione di un’intera comunità, in unione agli operanti nel settore. I volontari si improvvisano infatti macchinisti o tecnici. Addirittura alcune case vengono aperte per ospitare artisti. Nello spettacolo “Concertazione per elementi”, per esempio, i timonieri sono ragazzi e uomini che si prestano come servi di scena. Proprio per agevolare il coinvolgimento dell’intera popolazione aronese, durante l’anno è attivo il progetto “Teatro X casa”. Consiste in una rassegna di spettacoli in scena nelle case di coloro i quali mettono a disposizione locali privati. Il progetto è conveniente su due fronti. Da una parte, colma il vuoto generato dall’assenza di un teatro ufficiale; dall’altra agevola il coinvolgimento del pubblico.
Come poco sopra anticipato, il tema del festival è stato la Poesia. L’idea di Dacia Maraini, la direttrice appunto, era quella di fondere il linguaggio attorale con quello poetico. Entrambi i linguaggi possiedono infatti denominatori comuni: la voce e l‘immagine. La poesia, dotata di ritmo e spesso declamata in pubblico, si presta bene per essere interpretata dagli attori. Le parole dei poeti, inoltre, evocano spesso immagini, oniriche e metafisiche, che possono essere realizzate attraverso la scenografia teatrale. La stessa Dacia Maraini afferma:
È vero che pochi leggono la poesia sulla carta, ma quando si organizzano delle letture pubbliche la gente accorre. La voce ha infatti una importanza essenziale nella diffusione della poesia. Da queste premesse partiamo quest’anno, puntando sugli accenti, sia dei poeti sia degli attori che si accompagneranno ai poeti. […] Sarà un grande concerto disperso per la città, i cui suoni si rifletteranno sull’acqua del lago, per ritornare verso terra arricchite di echi profonde.
“Concertazione per elementi”
Lo spettacolo “Concertazione per elementi”, diretto da Monica Maimone, si basa proprio su questi principi. L’idea è quella di una fusione tra le parole dei poeti e le immagini, così da creare una vera e propria “poesia per immagini”. Lo spettacolo, produzione di “Teatro sull’Acqua” e “Festi Group”, si svolge nell’antico porto di Arona, in una conca delimitata sulla sinistra dal molo. L’acqua, elemento centrale dell’intero festival, non manca di essere protagonista anche in questa occasione. Attori e ballerini non recitano su un palcoscenico; o meglio, il palcoscenico è l’acqua. Le coreografie, a cura di Tiziana Cona, si svolgono infatti sopra piccole barche. Le immagini prendono forma scivolando sull’acqua calma del lago.
Come si può intuire dal titolo, i protagonisti dello spettacolo sono i quattro elementi naturali: aria, acqua, terra, fuoco. Ciascun elemento viene accompagnato dalle parole di un poeta, quale Emily Dickinson, Jorge Luis Borges, Kahlil Gibran e Yves Bergeret. Un attore, sul molo, legge le parole dei poeti, mentre sull’acqua si formano le diverse immagini. Lo spettacolo è diviso in quattro quadri, ciascuno composto da diverse coreografie. A ciascun quadro corrisponde un elemento, che viene evocato attraverso la danza e la performance. I danzatori che emergono sopra la superficie dell’acqua sembrano apparizioni oniriche. La materialità dei personaggi si riduce infatti al minimo e l’idea dello spettatore è di trovarsi immerso in un sogno. Il clima metafisico viene incrementato dalla musica e dalla voce sullo sfondo.
Monica Maimone sceglie una regia focalizzata sulla scenografia. L’impatto visivo infatti è parecchio potente, soprattutto grazie alla presenza del palcoscenico naturale. Molto utilizzate sono le luci, in particolare il bianco per evocare l’acqua o l’aria. Le coreografie sono quasi completamente danzate: dal balletto classico al teatro danza, l’obiettivo è raggiungere l’espressività del corpo. Le coreografie riproducono i quattro elementi: per questo i colori e le movenze dei ballerini si adattano alle caratteristiche essenziali dello stesso. Degno di nota è il quadro relativo al fuoco: i ballerini, vestiti di rosso, danzano con ritmo serrato e sfavillante, introducendo nel repertorio anche coreografie con il fuoco.
Azienda casearia Luigi Guffanti 1876
Per finire, un breve accenno a un’eccellenza enogastronomica del territorio aronese: l’Azienda casearia Luigi Guffanti 1876. In occasione della prima nazionale dello spettacolo il 4 settembre, è stato offerto ai giornalisti un tour presso l’azienda con un ottimo aperitivo degustazione. L’azienda, da diverse generazioni, seleziona i prodotti caseari di alta qualità, conservandoli e affinandoli. Svolge, come è stato spiegato, anche la funzione di “microfono” per le piccole imprese. L’azienda infatti, grazie alle sue grotte di stagionatura, ospita formaggi provenienti da zone differenti del territorio. L’azienda affina formaggi prodotti da animali che pascolano liberi e privilegia tecniche produttive manuali. Grazie alla bellezza estetica della sede aronese infine, l’azienda offre la possibilità di organizzare cerimonie o ricevimenti. La cura della location, la disponibilità del personale e l’alta qualità dei prodotti sono garantiti.