SOS: la geografia non è più valorizzata

Grazie alle migliori condizioni economiche e alle vacanze low cost, negli ultimi anni viaggiare è diventato più comune, facile e frequente. Eppure le persone conoscono sempre meno il mondo e l’ambiente che ci circonda. Perché succede questo nel XXI secolo? Sbagliava forse Voltaire sostenendo che è difficile capire il mondo senza uscire dalla propria casa?

A tutto questo vi è una risposta evidente: il tempo dedicato all’insegnamento della geografia a scuola è assai limitato, se non addirittura scomparso. La geografia infatti è addirittura stata eliminata dagli orari scolastici di alcuni istituti o, nel migliore dei casi, quando è presente si limita solo a poche ore settimanali. Inoltre questa materia non viene proposta con temi interessanti che invoglino i ragazzi a conoscere il nostro pianeta. La colpa non è quindi degli studenti, bensì del sistema scolastico che non sa aggiornarsi.

In questi ultimi anni le scuole primarie e medie hanno messo a contatto studenti e geografia una o al massimo due ore a settimana. Gli istituti tecnici e quelli professionali, invece, l’hanno eliminata del tutto. Nei licei scientifici e classici? La geografia non è pervenuta. Questa materia è stata infatti sostituita da tre ore settimanali di una nuova materia: geostoria. Insomma, due delle materie più importanti per conoscere quello che abbiamo attorno – la storia e la geografia appunto – non sono nemmeno più degne di essere ritenute delle vere materie, e per questo sono state fuse.
Oltre alle poche ore destinate a questa disciplina, vi è un ulteriore problema: i docenti a cui è affidato l’insegnamento della geografia sono professori di area umanistica che devono suddividere le ore tra i diversi insegnamenti, molto spesso sacrificando questa materia a favore di altre discipline (storia, italiano, letteratura, antologia, ecc.).

Quale geografia si studia a scuola durante le poche ore di lezione? Una geografia monotona, che ha assunto il ruolo di materia accessoria. Gli argomenti trattati sono sempre gli stessi, dalla prima elementare fino alla maturità: le regioni italiane, le capitali europee, i sistemi montuosi, i mari, i fiumi.
Questo metodo di studio mnemonico riduce la geografia a un semplice elenco di nomi. La geografia non è questo, è molto di più: la geografia è cultura, territorio, storia, società di un Paese, di un continente o di una città. Sapere a memoria, per esempio, che la capitale della Bulgaria è Sofia non è sufficiente per conoscere la Bulgaria; non è sufficiente per conoscere il suo paesaggio, il suo clima, la sua popolazione e le sue tradizioni.

A difesa dell’insegnamento della geografia nelle scuole italiane, è nato il sito internet SOS Geografia. Dal sito si legge che questa pagina web è stata creata:

A opera di un gruppo di insegnanti e di  cultori della materia allo scopo di diffondere la cultura geografica nel nostro Paese e per difendere e incrementare l’insegnamento della Geografia, svolto da docenti specialisti, in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Gli obiettivi di questi docenti sono numerosi, ma senza dubbio la finalità primaria che emerge è quella di riportare la geografia a essere una materia centrale nelle scuole di ogni grado.

Sicuramente un passo avanti per conoscere il nostro mondo è viaggiare con coscienza. Flavio Lucchesi, nel suo libro L’esperienza del viaggiare, riporta un’intervista fatta a Giacomo Corna Pellegrini, grande viaggiatore. Quest’ultimo spiega che per capire ciò che si incontrerà durante il viaggio è utile cercare in anticipo informazioni su tutto quello che si visiterà; ma è ancora più opportuno riflettere su di esso mentre lo si guarda.

Bisogna scegliere di viaggiare per imparare. Viaggiare per crescere, per ampliare la propria cultura, per entrare in contatto con ciò che differisce dalle nostre abitudini e non solo per accontentarsi di essere stati in un paese.

Sì, forse Voltaire aveva ragione: oggi, per conoscere il mondo è necessario uscire dalla propria casa. Ma questo non basta. È infatti essenziale aprire gli occhi e la mente. Viaggiare “alla cieca” è come non viaggiare. Viaggiare con cognizione equivale a vivere!

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