Siamo sulla metropolitana di Londra, la fermata è quella di Notting Hill Gate e la nostra destinazione è distante solo qualche metro. Alcuni passi tra le tipiche terraced house londinesi ed eccoci arrivati a Portobello Road. Se vi capiterà mai di passarci durante la settimana potreste trovarla un pochino anonima e desolata con i suoi piccoli negozietti non molto caratteristici, infatti il giorno giusto per visitarla è il sabato mattina, il momento in cui il Portobello Road Market riempie l’aria di voci.
La storia
Nel XVIII secolo, Portobello Road era nota come Green’s Lane – sentiero di paese che conduceva dal vecchio villaggio di Kensington Gravel Pits all’odierna Notting Hill Gate – e solo successivamente, nel 1841, prese ufficialmente il nome di Portobello Road dall’omonima città di Puerto Bello, nell’attuale Repubblica di Panama. La città panamense venne conquistata da Sir Edward Vernon durante la War of Jenkins’ Ear (1739-1742), lo scontro coloniale tra Inghilterra e Spagna. Green’s Lane si trasformò così da umile luogo di passaggio all’attuale mercato nel corso del XIX secolo, grazie all’interesse della ricca borghesia londinese che la difese dalla crescente industrializzazione.
Ritratta da film come Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) e Mary Poppins (1965) è probabilmente uno dei più famosi mercati di strada del mondo. Luogo dal fascino d’altri tempi ha attratto negli anni intellettuali del calibro di George Orwell, che vi abitò nel 1927, ed è stata una delle location più rappresentate tra quelle della città di Londra; chi non ricorda il negozio di libri di viaggio che qui gestiva William, un giovane Huge Grant, nel celebre film Notting Hill (1999)?
Ai giorni nostri
Ma come si presenta oggi Portobello Road? È una strada stretta circondata da edifici vittoriani dai colori pastello che curva sinuosamente per tutti i suoi 1,8 chilometri di lunghezza; costellata di botteghe e banchetti, permette ai milioni di visitatori che continuano a sceglierla come tappa fissa dei loro giorni londinesi di fare un salto nel passato.
Anima di Portobello sono i suoi artigiani e antiquari, che hanno fatto del loro mestiere un’arte; esperti consiglieri negli acquisti, non rifiuteranno se tenterete di patteggiare sul prezzo dei prodotti, ma mi raccomando: sempre nel rispetto della cortesia inglese! Soprattutto per gli amanti del vintage questo è il luogo ideale per scovare vere rarità.
Resa Famosa dai suoi bric-à-brac shops (i cosiddetti negozi di cianfrusaglie, che vendevano piccoli oggetti di basso valore e di vario tipo, utilizzati per decorare le mensole delle case) verso la parte terminale ha aperto le porte anche a stand di street-food, e non sarà strano per chi vi camminerà riconoscere profumi e sapori della propria terra perché il mercato offre cibi tipici da tutto il mondo.
Perdersi a Portobello è facile: sarete attratti dai banchi stracolmi di oggetti, molto spesso accatastati senza un ordine preciso, e dagli atipici negozi, tra cui l’AllSaints Spitalfields. Questo store britannico fa parte di una catena di abbigliamento di qualità sia per uomo che per donna e prende il nome dalla via incastonata nel cuore della più grande Portobello, la All Saints Road appunto; non sono solo i suoi prodotti però ad attrarre la curiosità dei passanti, ma anche le innumerevoli macchine da cucire Singer che costellano ogni lato delle pareti e degli scaffali.
Portobello Market è caotico e chiassoso, una frattura nel grigiore inglese. Lasciatevi trasportare tra i vari banchetti, spulciate tra la mercanzia, toccate con mano la carta usurata dei libri, fermatevi ad ascoltare il suono ovattato di un giradischi e perdetevi tra i mucci di abiti vintage. Lasciate che Portobello vi imprigioni per qualche ora così come ha imprigionato il tempo, che qui sembra davvero essersi fermato.