Chi è un supereroe? Colui, o colei, che possiede poteri supernaturali o inumani con cui combatte il crimine e protegge l’umanità intera da supercattivi.
Pensiamo a supereroi come Wonder Woman, Thor, Superman, Iron Man, Batman, Spiderman, Captain America, Wolverine e molti altri. Abbiamo imparato a conoscerli da innumerevoli film, ed ora anche dalle serie tv. Basta pensare al mondo creato da Netflix (Daredevil, Jessica Jones, Iron Fist…), alla serie Inhumans, agli innumerevoli film visti negli ultimi 10 anni (Wonder Woman, I Guardiani della Galassia, Logan – The Wolverine, Avengers).
Ma la vera domanda è: “Perchè nascono? E soprattutto, perché ne abbiamo ancora bisogno?”
Per rispondere non resta che andare indietro nel tempo e cercare le origini di questi personaggi. Se il primo uso del termine può attestarsi intorno al 1917 – poco più di 100 anni fa – i supereroi contemporanei nascono ufficialmente negli Stati Uniti nel 1938 con Superman di Siegel e Shuster.
Prima di allora esistevano già personaggi con l’abitudine di andare in giro in calzamaglia a combattere i cattivi. Prendiamo ad esempio Robin Hood, eroe del folklore popolare e ben conosciuto dalla maggior parte della popolazione. Robin Hood ruba ai ricchi per dare ai poveri e lo fa vestendo un costume ben riconoscibile. Ahimé non possiede superpoteri.
Ma non è una coincidenza se nel 1938, lo stesso anno di uscita di Superman, Hollywood decide di far uscire un film che ritrae questo eroe popolare. Gli Stati Uniti si stanno risollevando grazie alle politiche di Roosevelt, ma un quinto della popolazione è rimasta senza lavoro proprio in quell’anno. L’appeal di un eroe che restituisce il denaro ai poveri è quasi scontato. Se tutti conoscono Robin Hood, non molti sanno di un secondo eroe vittoriano in calzamaglia. Si tratta di Scarlet Pimpernel (1905), l’avventuriero mascherato, il primo a introdurre la classica convenzione dell’identità segreta del supereroe.
Facciamo un piccolo riassunto: identità segreta, costumi distintivi, abilità inusuali, e missioni altruistiche ed eroiche. Sono queste le caratteristiche di un supereroe. In questo senso, personaggi come Zorro (1919), The Green Hornet (serial radiofonico statunitense del 1936) e The Scarecrow of Romney Marsh (alter ego di Doctor Syn, 1915) meritano una menzione, così come il personaggio fanta-scientifico di John Carter of Mars (1912).
Ma il vero antenato del moderno Superman è Tarzan, personaggio creato da Edgar Rice Burroughs nel 1912. L’atletismo, la sua forza, l’abilità particolare di comunicare con gli animali, lo rendono superiore a qualsiasi altro uomo. Non possiamo definirlo superhuman, ma metaforicamente possiamo descriverlo come superman. Era l’espressione del pensiero di Burroughs e delle sue idee sul darwinismo, argomento estremamente discusso nel 1912. Discorso poi ripreso dai Nazisti non molto tempo dopo. Tarzan è più che mero intrattenimento, è un’opinione politica.
Cosa vogliamo dire con questo? Prima Tarzan e poi Robin Hood. Uno espressione di un commento politico, l’altro di un’insofferenza popolare. Entrambi sono nati per dar voce a pensieri e situazioni reali.
Ma continuiamo la nostra narrazione. Gli anni Trenta vedono un picco eccezionale nella fama di Tarzan. Dal 1918 al 1939 uscirono nelle sale statunitensi ben 12 film con Tarzan protagonista. È lo stesso periodo in cui Siegel e Shuster stavano dando vita al loro Superman, riscrivendo e definendo il personaggio.
Nel 1934 usciva al cinema la versione di Tarzan (“Tarzan e la compagna” di Cedric Gibbons) interpretata da Johnny Weissmuller – già primo uomo al mondo a nuotare i 100 metri stile libero sotto il minuto e vincitore di cinque medaglie d’oro olimpiche. I giovani creatori di Superman videro la performance di Weissmuller ad un water park vicino Cleveland. Sono molti a pensare che la mascella squadrata e il riccio sulla fronte di Superman vengano proprio da Weissmuller.
Ma l’ispirazione per Superman arriva anche dall’Europa. Per il suo primo Superman The Reign of the Super-Man – che ha nulla o poco del Superman che nascerà da lì a poco – ha molto in comune con un altro personaggio fantascientifico. Si tratta del Dr. Mabuse, uno psichiatra dall’alone mosterioso e sinistro presente in numerosi film di Fritz Lang. Come il Superman originale di Siegel, Mabuse è più un potere che agisce dietro le quinte più che una persona reale. Siegel e Shuster sono due fan di Lang, Metropolis la città di Superman, è un omaggio all’omonimo film del regista, datato 1927.
Quando Superman di Siegel e Shuster fu pubblicato su Action Comics #1, nel giugno del 1938, fu l’inizio dell’archetipo del supereroe e non si è fermato fino ad oggi. Superman è una delle dieci persone più riconosciute nel pianeta: lo abbiamo visto in film, cartoni, serie tv (senza contare costumi di Halloween o carnevale, copertine di quaderni e in tutto il resto del merchandising).
Nel ’39 la Detective Comics (DC) sulla scia del successo di Superman, pubblica un nuovo supereroe, Batman. Tanto più uno è puro e semplice, quanto l’altro è sinistro e complicato. Batman nasce dai film espressionisti tedeschi, da Nosferatu insomma. Ma se Batman non ha lo stesso appeal di Superman – non ha mai sofferto la Depressione, anzi – ciò nonostante è sempre rimasto in voga grazie alla sua versatilità. Batman compie un compromesso, è a metà tra due tipi di supereroi e questo gli permette di mutare e avere diverse incarnazioni. Batman ha più blockbuster film di qualsiasi altro supereroe e The Dark Night (2008) è stato il più redditizio in assoluto al box office – $533,345,358 negli Usa, complessivamente $1,004,558,444 – rispetto a qualsiasi altro film legato al genere.
Insomma, la storia dimostra quanto la creazione di questi Supereroi sia dovuta ad una congiunzione di forze diverse, interne ed esterne. Abbiamo visto l’ispirazione fiorire dalla letteratura, dalla radio, dai film. L’abbiamo vista legarsi a vicende storiche e politiche (il darwinismo e la grande depressione). Non è un caso se i primi supereroi si sono evoluti intorno alla Seconda Guerra Mondiale – Batman è l’unico dei “grandi” supereroi a non combattere i Nazisti – quando i bambini restavano effettivamente orfani di padre o a volte di tutta la famiglia. Da questo capiamo quanto grande sia il successo di alcuni supereroi quando ci accorgiamo che le loro storie d’origine sono basate su bambini abbandonati o orfani che guadagnano fantastici superpoteri.
Non è neanche un caso se Wonder Woman ha avuto la sua ribalta negli anni Settanta cavalcando l’onda femminista. Nel 1972 divenne la cover girl per Ms. Magazine e da allora è diventata un’icona. Perché è tornata sugli schermi nel 2017, dopo anni di assenza?
Ma c’è un’altra pietra miliare, l’11 settembre 2001. Prima di questa data i supereroi non avevano più un grande successo. Sì, c’erano i numerosi film di Batman, come scordarsi le due versioni dirette da Tim Burton nel 1989 e nel 1992? Ma la nuova trilogia di Nolan parte nel 2005 e lo stesso vale per Superman, il grande coming back è del 2006, con Superman Returns (titolo alquanto indicativo in questo senso). La ormai lunga saga cinematografica degli X-Men inizia nel 2000.
Tutto questo ci insegna che i supereroi crescono in popolarità quando i tempi sono peggiori e quando le speranze sembrano esser state spazzate via per sempre. Allora cosa vuole dirci questa sovrabbondanza di eroi e superumani sui nostri schermi – come mai prima d’ora? Deve darci forza per affrontare il periodo più spaventoso che l’umanità abbia mai affrontato?
Superheroes and Superegos: Analyzing the Minds Behind the Masks