La vecchietta –ma sempre affascinante– Polaroid compie 82 anni. Nel 1937 Edwin Herbert Land –inventore e studioso statunitense– fondò la ‘Polaroid Corporation’, multinazionale americana. Appassionato di fotografia, fu particolarmente attratto dalla luce. Tanto è vero che intraprese diversi studi sulle lenti polarizzate e i filtri ottici.
La nascita della prima istantanea è dovuta alla richiesta della piccola Jennifer Land, figlia dello stesso Edwin. Durante una vacanza in famiglia, la bimba chiese al suo papà di poter vedere immediatamente le foto che questo le scattava. All’epoca questo non era ancora possibile. Così si accese la lampadina. Nel giro di qualche mese venne messa sul mercato la Land Camera Mod. 95, la prima macchina fotografica istantanea della storia. Il nome era dovuto al suo inventore e al suo prezzo; infatti, il costo era di 95 dollari.
Da quel momento in poi, il successo non tardò ad arrivare.
Un aspetto essenziale della creatività è non avere paura di fallire – Edwin Land
La vera svolta avvenne nel 1963. In questo anno, infatti, si mise in commercio il primo rullino istantaneo a colori, che prese il nome di Polacolor. Anche in questo caso, il consenso del pubblico non poté che essere positivo. Tutto ciò permise ulteriormente la riuscita del progetto. Un progetto che si evolse e crebbe negli anni. Il suo punto di forza è sempre stato questo: l’apprezzamento costante.
La novità del colore portò all’invenzione di una nuova macchina che potesse supportarlo, la Polaroid Swinger. Questa, pensata per un pubblico giovane, non smentì le aspettative e permise un’ulteriore crescita.
I Beatles si sciolgono, muore Jim Morrison, nasce la rock band ‘Queen’, il presidente americano Nixon si dimette. Viene fondata la Microsoft e poi la Apple. Il vaiolo viene debellato. Sono gli anni Settanta. Gli anni della vera modernità. Gli anni della libertà e, allo stesso tempo, della trasgressione. Sono gli anni dei cambiamenti, delle rinunce, delle costanti e dei consensi. Anni che non si dimenticano e che hanno segnato profondamente i loro protagonisti. L’esordio della tecnologia è alle porte.
Dotato di una grandiosa personalità, Edwin Land non ferma il suo lavoro. Nel 1973 è la volta del modello-icona per eccellenza, la Polaroid SX-70. Completamente pieghevole, e quindi tascabile, rappresentò un salto di qualità senza precedenti. Permise, tra le altre cose, la possibilità di creare immagini con effetti speciali.
Gli ultimi anni del XX secolo sono caratterizzati dall’avvento del digitale. Da una parte, questo, permise un grande passo in avanti, nella comunicazione ad esempio. Dall’altro lato, però, portò all’abbandono di ciò che, fino a poco prima, veniva considerato ‘colonna’ portante della società.
L’ascesa della tecnologia trascinò la Polaroid in un profondo oblio, da cui riuscì a risollevarsi solo negli ultimi anni. Nel 2000, a causa di due gravi bancarotte, l’azienda attraversò una vera crisi. Questa scaturì, nel 2008, nella chiusura della produzione e nella conseguente rinuncia del marchio.
Dopo soli due anni, in una cittadina dei Paesi Bassi –conosciuta come Enschede– si pensò ad un cambiamento di direzione. Una équipe di ingegneri ed appassionati decise di acquistare una vecchia azienda, appartenuta a Polaroid. Inizialmente non fu che una scommessa. Decisamente vinta, se si pensa al successo odierno.
Al giorno d’oggi, nonostante gli anni passati, chiunque può desiderare di possedere una Polaroid. Una nota azienda – conosciuta come Fujifilm, o semplicemente Fuji – ha creato delle fotocamere istantanee, divenute ormai un best seller. Ormai conosciute da tutti, le Instax portano avanti il fascino delle loro antenate. Caratterizzate dai loro colori pastello, sono ormai un ‘must’ a cui poca gente sa rinunciare.
Compatte, leggere, economiche e semplicissime da utilizzare, queste moderne Polaroid vanno incontro ad ogni esigenza. Negli ultimi anni, poi, vi è stata una vera e propria riscoperta. Vengono scattate istantanee durante feste, banchetti e cerimonie, per dare un tocco vintage all’atmosfera. Insomma, sono amatissime.
Non deve essere stato semplice, per un oggetto così datato, riuscire a farsi strada in un’epoca in continua evoluzione. Il digitale è tutt’altra cosa, è vero. Ti permette di cancellare, modificare, ripensare. Comodo, senza dubbio. È altrettanto vero, però, che l’autenticità non ha prezzo.
Aaron Siskind, fotografo americano nato nel 1903, si è sempre soffermato sul dettaglio. L’originalità del suo lavoro stava nel creare delle nuove immagini, grazie ai minimi particolari degli oggetti. E lo stesso affermava:
La fotografia è un modo di sentire, di toccare, di amare. Ciò che hai catturato nella pellicola è catturato per sempre. Ti ricorda piccole cose, molto tempo dopo averle dimenticate
Se ci si ferma a pensare, è questa la natura di quella che è stata ed è tutt’ora la Polaroid. Non vi è mai la possibilità di eliminare o annullare lo scatto. Quel che viene creato, permane nel tempo. Non ci sono ripensamenti o seconde possibilità. La macchina istantanea scatta e l’immagine rimane così com’è. Nel tempo e nello spazio. E non si parla certo di spreco, quanto piuttosto di magia.