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“Quelli che benpensano”: esistono ancora gli arrampicatori sociali?

La società è composta da tante sottocategorie differenti tra loro: ci sono gli individui che ambiscono ad avere una famiglia, quelli che vogliono ottenere qualcosa per orgoglio personale e poi ci sono gli arrampicatori sociali. Ma chi sono? Sono quegli individui che cercano in ogni modo di elevare la propria posizione sociale, anche a costo di calpestare altre persone.

Negli anni Ottanta e Novanta questi individui venivano etichettati come yuppies. Erano i giovani professionisti che si affacciavano al mondo del lavoro per cercare il proprio equilibrio economico. Di questi individui ne hanno parlato film e libri, e ne ha parlato anche Frankie hi-nrg mc nel brano Quelli che benpensano.

Frankie hi-nrg mc

È risaputo che uno degli scopi dei cantanti rap è quello di denunciare ciò che succede intorno a noi e nella nostra società, creando una sorta di political hip hop. Ovviamente si tende a sottolineare maggiormente il marcio della società e raramente il buono e, anche Frankie, nel 1997, ha rispettato l’etica del rapper arrabbiato con tutti e con tutto. Quelli che benpensano è il brano che ha cambiato gli anni Novanta, è il brano che ha chiuso il decennio mostrando il marciume di quelli che si credono migliori di noi.

Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili,
perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.

Alla fine non c’è nulla di nuovo. La situazione di oggi è la stessa di vent’anni fa, se non peggio. Certo, la figura dello yuppie è scemata (e menomale), ma c’è di peggio. Ci sono quelli che, per avere un posto di lavoro o per qualche conoscenza in più sono scorretti nei confronti degli altri. Che sia una scelta personale o una scelta imposta dall’alto non ha importanza. Il rapper in questa strofa scrive come questi, una volta raggiunto l’obiettivo, si credono superiori a tutti e a tutto: gli ultimi saranno sempre gli ultimi.

Sono tutti identici, guardali,
stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere.

Che poi, se ci fate caso, sembrano tutti fatti con lo stampino: giacca e cravatta, capelli laccati, auricolari bluetooth e un meeting da preparare. Si nascondono dietro delle maschere fingendo quel perbenismo che in realtà non c’è.

Tiratissimi, s’infarinano, s’alcolizzano
e poi s’impastano su un albero
Nasi bianchi come Fruit of the Loom
che diventano più rossi d’un livello di Doom.

Cosa c’è dietro quel completo firmato? Il rapper spiega come dietro a quel finto perbenismo possa esserci chiunque: un padre di famiglia, un giovane o qualsiasi altra persona. Come se, per appartenere a un determinato status sociale, sia necessario arrivare a questo stato di degrado psicofisico:

Quelli che la notte non si può girare più,
quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv.

In questa strofa Frankie ha messo in chiaro forse la parte più triste dell’arrampicatore sociale. Risulta quasi impensabile una cosa del genere anche se purtroppo è la realtà dei fatti. Questo lo si vede soprattutto nel videoclip del brano, girato interamente all’interno di un taxi, che mostra la parte più triste del nostro paese.

Sono intorno a me, ma non parlano con me.
Sono come me, ma si sentono meglio.

In conclusione, facendo un piccolo resoconto finale, esistono ancora quelli che benpensano? Sicuramente. Esistevano, esistono ed esisteranno. Cambia solo la tipologia ma gli opportunisti ci sono sempre. Frankie ovviamente ha analizzato il caso di quel periodo, degli anni del dopo Tangentopoli e degli inizi del governo Prodi. Oggi la situazione non è di certo diversa. Questi benpensanti possiamo essere un po’ tutti: la nostra è una società di consumo, siamo tutte vittime di dipendenze futili.

Siamo noi che cerchiamo sempre di essere superiori agli altri. I finti benpensanti non sono solo quelli in giacca e cravatta che ci prendono e si prendono in giro ogni giorno. I finti benpensanti siamo anche noi che critichiamo qualcuno che ha un’auto nuova o che ha avuto un posto di lavoro migliore del nostro.

Il punto è che questa situazione non potrà mai cambiare, perché sin dai tempi della preistoria l’uomo ha sempre pensato solo al suo bene e non a quello degli altri. Siamo una società di egoisti e, come tale, forse ci meritiamo questi finti perbenisti che ci prendono in giro ogni giorno.

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