Yves Saint Laurent diceva: “Un bel vestito è un passaporto per la felicità”.
Tutti abbiamo infatti diritto di essere felici, soprattutto facendo shopping e scegliendo i vestiti che meglio valorizzano il nostro corpo. È sempre stato così proprio per tutti?
Negli ultimi tempi sembra che finalmente qualcosa si stia smuovendo nel mondo della moda grazie alla corrente dell’inclusive fashion, detta anche adaptive fashion.
Si tratta della moda pensata per tutte quelle persone affette da disabilità, ma che per questo non devono rinunciare a vestirsi alla moda.
Nel mondo sono infatti più di un miliardo le persone che quotidianamente affrontano la propria vita convivendo con la propria disabilità: ha quindi senso ignorarla?
Secondo l’inclusive fashion no. Ogni essere umano infatti è unico nel suo genere e questa unicità è proprio quello che l’adaptive fashion si propone di includere attraverso una rappresentazione del corpo che possa essere davvero autentica.
Chi si occupa concretamente di inclusive fashion?
Adaptive | La linea di Tommy Hilfiger
Nel 2016 Tommy Hilfiger lancia la linea Adaptive. Dedicata inizialmente solo ai bambini, racchiude capi più facilmente indossabili per tutti coloro che hanno particolari necessità, come le chiusure magnetiche che permettono di indossare i capi, utilizzando una sola mano.
Da allora la collezione si è ampliata anche per uomo e donna. Ogni anno, vengono infatti introdotti nuovi dettagli per permettere il massimo comfort senza rinunciare ad un look moderno.
Testimonial della campagna sono Jeremy Campbell, atleta paraolimpico, Mama Cax, modella amputata, Chelsie Hill, ballerina paraplegica e Jeremiah Josey, chef autistico. L’inclusività per Tommy Hilfiger non è quindi solo nell’abbigliamento, ma anche nei modelli che lo indossano.
La vision dell’azienda è “creare moda che apra le menti e chiuda i loop” e, secondo questa linea guida, l’obiettivo per il 2030 è arrivare ad avere un marchio completamente accessibile a tutti i possibili consumatori.
Easy Dressing | L’abbigliamento per bambini di Marks & Spencer
Marks & Spencer è una multinazionale britannica specializzata nella vendita al dettaglio e propone alla sua clientela capi d’abbigliamento, accessori e alimentari di lusso.
È stato il primo rivenditore in Gran Bretagna a proporre una linea di abbigliamento specifica per bambini affetti da disabilità fisiche o sensoriali.
Tutto ha inizio nel 2015, quando l’azienda decide di lanciare la campagna “Investors Wanted”[1], dove è stato chiesto ai bambini come avrebbe dovuto essere la loro uniforme scolastica dei sogni.
Le risposte non sono mancate e tra le tante spiccavano proprio quelle dei genitori di bambini affetti da particolari bisogni fisici. Da qui ha avuto inizio il progetto per la linea Easy Dressing, grazie anche alla collaborazione instaurata con The National Autistic Society, che ha permesso di comprendere meglio i problemi più comuni che questi bambini e i loro genitori devono fronteggiare.
A seguito del successo avuto con la linea Easy Dressing per l’abbigliamento scolastico, la Marks & Spencer ha deciso di proporre nuove collezioni anche per i capi per la vita di tutti i giorni.
Abbigliamento adattivo | La moda per persone con difficoltà motorie di Libero Style
Libero Style è un’azienda tutta Made in Italy specializzata nell’abbigliamento adattivo ed è il frutto di quarant’anni di esperienza nel settore.
I fondatori di questo marchio sono Stefania Viganò, che è anche una modellista, e Giuseppe Confalonieri, che è invece esperto nella gestione del confezionamento e della produzione.
Per essere in grado di proporre dei prodotti in linea con le esigenze specifiche di questo tipo di clientela, il team è formato da stilisti, ma anche fisioterapisti e persone con disabilità motorie.
Tutti i capi d’abbigliamento proposti sono quindi facili da indossare, senza però rinunciare allo stile delle ultime tendenze.
Sul sito è anche presente una pratica guida per poter individuare con più facilità la propria taglia e dedicarsi allo shopping senza pensieri.
Inclusive Fashion Agency | Iulia Barton
La prima modella disabile a sfilare durante una Fashion Week è stata Danielle Sheypuk nel 2014.
Oggi esiste addirittura un’agenzia di moda
L’obiettivo è quello di dare un’opportunità concreta nel mondo della moda a persone solitamente no incluse in questo settore: parliamo di disabili, ma anche di uomini e donne vittime di violenze e abusi o proveniente dalle carceri.
L’agenzia offre la possibilità di diventare modelli professionisti e vanta collaborazioni con passerelle internazionali e con figure dell’alta moda.
Tra i tanti eventi di spicco richiamiamo il Rome Inclusive Fashion Night, uno dei più esclusivi nell’ambito della moda internazionale e il cui ricavato è stato interamente devoluto in beneficenza per la ricerca sulle lesioni spinali.
L’adaptive fashion chiede quindi di venire presa semplicemente in considerazione per andare incontro a tutti coloro che hanno bisogno di un abbigliamento più specifico per le loro esigenze fisiche o sensoriali.
Si tratta di accettare il fatto che una persona può avere due gambe, ma anche delle protesi oppure può vivere su una carrozzina. Qualunque sia la sua situazione deve avere la possibilità di sentirsi parte integrante della società e, sì, di vestirsi anche alla moda se lo desidera.
[1] Trad. “Investitori cercasi”