Torino la prima capitale d’Italia, Torino la città della Mole, Torino la città della FIAT, ma anche Torino Black City, la città dei OneMic. Questo l’ambizioso messaggio, in piena attitudine hip-hop, che tre giovani ragazzi vollero far passare all’inizio di questo decennio nel loro secondo album, dal titolo Commerciale (il primo, Sotto La Cintura, era uscito nel 2005).
Ensi (Jari Vella, 1985), Rayden (Marco Richetto, 1983) e Raige (Alex Vella, 1983), cresciuti artisticamente nel mondo del freestyle, avevano unito le loro forze con l’idea di portare avanti uno stile musicale comune già dal 1999, prendendo spunto per quanto riguarda il nome dall’abbreviazione di One Microphone, ossia un solo microfono per tre voci, seguendo l’antico motto di Dumas “tutti per uno, uno per tutti”.
È iniziato col freestyle e già sai come è andata, lo sa il primo classifica e l’ultimo stronzo per strada. Risultato scontato: primo, secondo, terzo classificato.
Uscito a marzo 2011 per l’etichetta Doner Music (detenuta da Big Fish, anch’egli piemontese), questo lavoro è composto da 14 tracce e si inseriva nel pieno della tradizione rap sabauda. Segna infatti un passaggio dalla generazione che aveva mosso i primi passi negli anni Novanta – vale a dire Kaos One, Rido, Dj Double S e Frankie Hi-Nrg MC – e quella attuale, la cui quasi totalità dei membri curiosamente fa parte del roster di Warner Music, ossia, oltre agli stessi Ensi e Raige, anche Fred de Palma, Shade e Willie Peyote.
I testi, se si considera la giovane età di tutti e tre gli autori, appagano anche gli ascoltatori più esigenti sia dal punto di vista della metrica che a livello di contenuti. Tra le citazioni letterarie (marchio di fabbrica in particolare di Rayden) e i riferimenti socio-culturali agli anni Novanta proposti in chiave nostalgica, senza con ciò rinunciare alle classiche punch line, le premesse per ottenere un salto di qualità a livello di popolarità e riconoscimenti erano solidissime.
Inoltre a livello di stile il 2010, anno in cui Commerciale venne registrato, era stato caratterizzato dal grande successo di Controcultura, terzo album di Fabri Fibra per la Universal Music. Con il singolo Tranne Te, al di là delle opinabili critiche, Fibra aveva oggettivamente aperto nuovi orizzonti per i passaggi in alta rotazione del rap italiano. Non fu un caso quindi l’affidamento della produzione quasi in toto proprio a Big Fish, prima membro dei Sottotono e poi capace di impacchettare il giusto suono anche per altri grandi artisti, tra cui lo stesso Fibra con Tradimento nel 2006 (l’album di Applausi Per Fibra). Pezzi quali Scusami, Pioggia RMX e Guarda Avanti, strizzano esplicitamente l’occhio ai passaggi in radio, sono così credibili e per certi versi “facili” che oggi non avrebbero problemi a ottenere visibilità.
La grande sfortuna di questo album è stata l’aver “sbagliato” di un anno la data di uscita. Infatti, benché possa sembrare una semplificazione, nel giro di dodici mesi le cose sarebbero cambiate drasticamente. Dal 2012 in poi, grazie ad album quali L’erba Cattiva (prodotto ancora una volta da Big Fish), Noi Siamo Il Club e Sig. Brainwash: l’arte di accontentare, il compromesso tra rap e pop fu accettato e sdoganato, al punto che oggi, solo pochi anni dopo, ogni settimana singoli di questo genere ottengono importanti riconoscimenti sia in termini di views, sia di streaming, per non parlare delle certificazioni. L’augurio della title track, “il nostro disco è il più underground, ma se lo compri è commerciale”, non si è quindi a posteriori realizzato.
Ensi è senz’altro colui che ha ottenuto maggiore successo. Questo non stupisce in quanto già all’interno di Commerciale il più giovane dei fratelli Vella sembrava godere di una marcia in più, sia per contenuti, sia in termini di metrica. La sua ultima fatica, Clash, è uscita l’1 febbraio di quest’anno.
Raige ha svoltato definitivamente verso il pop, partecipando addirittura a Sanremo e preoccupandosi sempre più di affinare il suo cantato piuttosto che puntare sulla qualità della strofa.
Rayden, infine, è stato reclutato prima da Fabri Fibra sotto Tempi Duri (con cui pubblicò Raydeneide nel 2014) e poi da J-Ax e Fedez sotto l’etichetta Newtopia (Artista, 2016), senza però riuscire a emergere. Continua ad avere fan molto affezionati e maturi. Si tratta probabilmente, tra i tre, di quello che meno è riuscito a scendere ai compromessi che il mercato musicale pretende, pagandone le conseguenze in termini di visibilità.