Certe situazioni non perdonano, danno luogo a trasformazioni irreversibili. E, sfortunatamente, l’uomo non potrà difendersi quando verrà un giorno, affermando di non sapere quello che stava facendo. La società odierna ha delle colpe enormi, colpe che non resteranno impunite e che suonano quasi come una maledizione, come un destino fatale. È questo e molto altro che viene affrontato in Doom Days.
Doom Days è il nome del terzo e ultimo album in studio della band britannica Bastille, pubblicato il 14 giugno scorso. Ma è anche il nome di una delle tracce, pubblicata ad aprile come singolo. Il disco parla di una festa “apocalittica”, come definita dalla band stessa, che prende avvio a 00.15, come annunciato dalla prima traccia: Quarter Past Midnight. L’album termina con la fine della festa, il mattino seguente.
Le canzoni raccontano quello che avviene, i pensieri che attraversano le menti e i discorsi che vengono fatti. È per questo che si alternano testi più leggeri, come Bad Decisions, a riflessioni importanti come quella contenuta in Doom Days.
Le tematiche sono scottanti e attualissime: l’ossessione dai social, la dipendenza dalla pornografia e dalle fake news, accompagnate ovviamente da tutte le loro conseguenze.
We’ll stay offline so no one gets hurt
Hiding from the real world
Just don’t read the comments ever, ever.
Ma si parla tantissimo anche di cambiamento climatico, o meglio, se ne parla in modo allusivo ma al tempo stesso estremamente chiaro:
We fucked this house up like the planet
We were running riot
Crazy that some people still deny it.
Paragonare il caos provocato in casa dalla devastante festa con l’inquinamento del pianeta è sicuramente ardito, ma crea un’immagine estremamente riuscita. L’ultimo verso dell’estratto del testo, invece, si riferisce al fatto che molte persone neghino l’evidenza dei fatti e si dicano non convinte dell’emergenza ambientale. Uno studio condotto dall’università di Yale riporta dei dati agghiaccianti: negli Stati Uniti solo il 70% degli intervistati crede nell’esistenza del riscaldamento globale. E se questo numero non sembra abbastanza inquietante, basti pensare che il 32% non crede che esso sia causato dalle attività umane.
Think I’m addicted to my phone
My scrolling horror show
I’m live-streaming the final days of Rome
One tab along, it’s pornographic
Everybody’s at it
No surprise we’re so easily bored.
Ma il negativo del venire a conoscenza di tutto nell’immediato e in qualsiasi luogo ci si trovi ha delle conseguenze notevoli anche sull’impatto mentale che una notizia provoca in situazione di mancanca di educazione digitale. Paradossalmente, una maggiore informazione, come quella dalla quale si è bombardati oggi, non provoca solo consapevolezza. Sembra quasi provocare un inebetimento delle coscienze: rende tutti ignavi, ingordi dello streaming live di un disastro tanto quanto incapaci di fare qualcosa al riguardo. E il riferimento agli ultimi giorni a Roma potrebbe assumere una doppia valenza: Roma come simbolo di una grande civiltà, quindi il “godimento” catartico che deriva dall’osservare da lontano una distruzione. Oppure, Roma come simbolo dell’attuale umanità, secondo la quale l’uomo si starebbe distruggendo con le sue stesse mani.
Inoltre, la dipendenza da internet porta anche a un uso, che diventa abuso, incontrollato della pornografia, ormai estremamente facile da reperire in rete. E questo comporta una conseguenza importante, che in realtà va estesa anche al di là del reperimento di materiale erotico: si pensa che quanto visto su internet sia la realtà. Il che fa sì che la vita vera sembri estremamente noiosa. Niente è mai come lo si vede sul web, vero?
Il punto cruciale di questa canzone sembra essere, a questo punto, l’evasione dalla realtà. In uno scenario a dir poco apocalittico e poco incoraggiate, sembra che l’unico modo per salvarsi sia scappare, fuggire via da un presente pesante e inquietante. Dan Smith, frontman dei Bastille, dà una grande importanza a questa evasione, giudicandola essenziale, ma solo se svolta in un certo modo:
I think escapism is vital, but in moderation, obviously. It’s about balance. There’s no answer, but I think it’s really important to be aware and engaged.
In recent years, there has been a polarization of opinion around subjects like Brexit, and Donald Trump, with a lot of politics leaning way further to the right. Societies around the world are feeling quite divided in their opinions about big topics. We digest news via constant alerts on our phones and a lot has been written about how anxiety-provoking this constant stream of, often negative, information can be.
Quindi non basta fuggire. Bisogna diventare consapevoli dei mali che attanagliano la società e fare qualcosa.
Del resto, è vero che alcune trasformazioni irreversibili sono ormai avvenute e forse è vero che siamo ormai giunti ai Doom Days. Questa comunque non è una scusa valida per restare fermi a guardare la distruzione procedere nello streaming live più esteso di tutti, la realtà.