Piccoli consigli per ridurre il consumo di plastica in attesa del 2021

Save the date: dal 2021 tutti gli oggetti di plastica monouso saranno banditi dai negozi. A dirlo è il Consiglio dell’Unione Europea, che ha recentemente dato il via libera formale a questa direttiva. Tra i prodotti interessati troviamo in primis le stoviglia usa-e-getta, quindi bicchieri, posate e piatti di plastica, che non saranno più presenti alle feste di compleanno in Europa. La norma riguarda anche le aste per i palloncini e i cotton fioc che, insieme alle bottiglie di plastica, sono una delle cause maggiori di inquinamento dei mari. A tal proposito, gli Stati membri dell’UE hanno confermato il loro impegno per far arrivare al 90% la raccolta delle bottiglie di plastica entro il 2029.

Nonostante il 2021 sembri dietro l’angolo, in realtà manca ancora molto. Per questo motivo la prima mossa deve essere fatta dalla singola persona, iniziando proprio dal quotidiano. Sono moltissimi i piccoli gesti che ognuno di noi può fare e che nel tempo fanno la differenza.

Banale, ma mai scontato, per tagliare il consumo della plastica, la prima cosa da fare è investire in una borraccia. In questo modo non sarà più necessario acquistare acqua fuori casa e ci sarà una bottiglietta in meno da smaltire. Inoltre, ormai nella grande maggioranza dei comuni italiani l’acqua dei rubinetti è potabile, quindi è possibile riempire la borraccia in qualsiasi momento della giornata, per esempio nei bagni dell’università o dell’ufficio.

Se in casa non si dispone di acqua corrente potabile, si può valutare di acquistare una depuratore. Non solo toglierà il tipico sapore metallico, ma andrà anche a rimuovere le sostanze che potrebbero rivelarsi dannose. Molti comuni hanno anche installato degli erogatori d’acqua, sia naturale che frizzante, per incentivare i cittadini alla riduzione dell’uso delle bottiglie di plastica. Qui infatti si possono riempire bottiglie di vetro (ovviamente lavabili e riutilizzabili) secondo le esigenze del nucleo famigliare. All’inizio può risultare un po’ scomodo, ma con il tempo “uscire per prendere l’acqua’’ diventa un gesto abitudinario.

Nonostante ormai sia raro che in un negozio diano il classico sacchetto di plastica, è bene avere sempre con sé una tote bag riutilizzabile di tela. In commercio ce ne sono moltissime e spesso vengono addirittura offerte come omaggio agli eventi. Non occupano spazio nello zaino o nella borsetta e possono ritornare sempre utili in qualsiasi evenienza.

In aggiunta, nelle grandi città stanno sempre di più prendendo piede negozi che abbracciano la filosofia della spesa sfusa. Qui si possono trovare prodotti come frutta e verdura, ma anche legumi, uova e cereali, che si possono acquistare a peso, evitando così sprechi perché ognuno acquista soltanto la quantità che realmente necessita. La particolarità di questa modalità di spesa consiste nel ridurre a zero gli imballaggi esterni, permettendo così ai clienti di utilizzare sacchetti di carta o barattoli portati da casa. Un’alternativa valida anche per chi vive in paesi più piccoli è comprare prodotti di stagione al mercato, che solitamente si tiene una volta a settimana.

Per quanto riguarda la cura della persone, molte marche hanno incluso nella loro offerta linee biologiche che, oltre all’attenzione per gli ingredienti, scelgono di utilizzare confezioni riciclabili. Alcuni brand invece adottano un’idea simile a quella della spesa sfusa, riducendo il più possibile (se non del tutto) gli imballaggi. Per esempio a Milano, in via Torino, c’è il primo Naked Shop Lush, ossia un negozio che vende esclusivamente prodotti solidi e, come suggerisce il nome, nudi.

Una piccola attenzione va dedicata anche agli ingredienti dei vari prodotti cosmetici. Molti scrub, infatti, contengono microplastiche responsabili delle proprietà esfolianti. Una volta sciacquato il viso, queste microplastiche finiscono nello scarico e successivamente negli specchi d’acqua. Diverse case di produzione cosmetiche stanno prendendo i dovuti provvedimenti, ma nel mentre sta ai clienti interessarsi a quali ingredienti siano più o meno dannosi per l’ambiente. Inoltre, l’ideale sarebbe prediligere prodotti make-up con un packaging in vetro piuttosto che di plastica, in quanto più facilmente riciclabile. Anche le matite per labbra e sopracciglia temperabili in legno andrebbero preferite alle versioni automatiche in plastica.

Perfino le scelte nella moda possono essere significative per l’ambiente. I più famosi marchi di moda economici si basano sul meccanismo del fast fashion, ossia sulla produzione di capi ispirati alle grandi passerelle che vengono rinnovati velocemente. Ovviamente, la t-shirt a 9,99 fa gola a tutti, ma ci sono anche altre soluzioni. Un esempio sono i negozi vintage e dell’usato, dove si possono trovare pezzi unici a prezzi convenienti. Taglia permettendo, anche frugare negli armadi dei genitori potrebbe riservare piacevoli sorprese. Come è ben risaputo, le mode sono cicliche: il blazer che metteva la mamma negli anni 80 è uguale a quello venduto nelle più famose catene di moda (una volta tolte le spalline!).

Non è facile seguire uno stile di vita che riduca al minimo l’impatto ambientale. La cosa più importante è essere consapevoli di ogni scelta: se si decide di acquistare un capo in una grande catena di fast-fashion, bisogna farlo sapendo cosa comporta. Inoltre, non bisogna ragionare nell’ottica secondo la quale sarebbe inutile prendere piccoli accorgimenti, “perché tanto se lo faccio solo io non cambia nulla’’. Al contrario, sono proprio i gesti all’apparenza insignificanti che sul lungo termine fanno la differenza, anche senza aspettare le  normative del Consiglio UE.

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