Spesso e volentieri l’argomento delle fobie è ancora oggi trattato e giudicato in maniera molto approssimativa. La società, al riguardo, si esprime nei modi più disparati: chi le sottovaluta, chi non le prende sul serio. E c’è anche chi romanticizza eccessivamente una condizione che, in casi limite, può creare non poche problematiche.
Che cosa sono le fobie?
Il termine fobia indica un’ansia o una paura marcata nei confronti di un oggetto o una situazione, alla quale consegue una reazione esagerata per la pericolosità effettiva del contesto. Si tratta, talvolta, di una condizione estremamente debilitante per chi ne soffre: il soggetto può limitare le proprie uscite e le proprie attività anche in maniera molto significativa, a causa delle proprie fobie.
Questa condizione può esplicarsi nei modi più disparati. C’è chi ha paura di un animale, come l’aracnofobia, ovvero la paura dei ragni, o la cinofobia, la paura dei cani. Ma ci sono anche fobie specifiche che coinvolgono situazioni circoscritte (per esempio, la paura di volare, l’aviofobia), o ambienti precisi, come l’acrofobia, la paura delle altezze.
Poi, chiamata anche disturbo d’ansia sociale, c’è la fobia sociale, molto differente dalle fobie specifiche. Infatti chi ne soffre manifesta una preoccupazione eccessiva riguardo all’opinione e al giudizio che gli altri formulano sul suo conto. Si può declinare in diversi sottotipi.
Fobia sociale: En e Xanax
Quindi, l’argomento delle fobie è estremamente variegato e così estremamente variegato è anche il punto di vista di chi ne parla. Samuele Bersani, nel singolo En e Xanax (2013), parla dalla prospettiva di una persona che ha sofferto d’ansia e che incontra una donna, che ha sofferto della stessa condizione. La canzone prende il proprio nome da due benzodiazepine (ansiolitici) utilizzati proprio come terapia farmacologica per questo specifico stato.
Se non ti spaventerai con le mie paure,
Un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle.
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
E su di me puoi contare per una rivoluzione.
Tu hai l’anima che io vorrei avere.
Come ha dichiarato il cantante stesso in un’intervista per «Vanity Fair»:
E questa canzone è tutto quello che spero: che due dubbi, insieme, facciano una forza. In un mondo che chiede di nascondere le paure, perché delle paure ci si vergogna, En e Xanax le mischiano: è un atto d’amore, una rivoluzione possibile.
L’idea di fondo di Samuele Bersani è che due persone, per quanto insicure, danneggiate e invase dai propri mali, insieme possano trovare la forza per affrontare qualsiasi situazione. Che possano andare oltre alle imposizioni sociali e possano trovare la migliore via per stare bene, senza provare vergogna per quello che sono.
Perché spesso e volentieri si pensa, erroneamente, che la presenza di una fobia specifica o della fobia sociale siano dovute a qualche colpa da parte del soggetto che ne soffre. Il semplice fatto che egli non riesca a uscire da quella determinata condizione, oppure a evitare una reazione “esagerata”, è valutata come negligenza.
La Cherofobia di Martina Attili
Oltre alla canzone di Samuele Bersani, da segnalare riguardo alla trattazione di questo tema è Cherofobia. L’ex concorrente di X Factor 12 Martina Attili si è presentata alle audizioni proprio con questa canzone, scritta di suo pugno, che è in seguito diventata un singolo.
Qui si parla della cherofobia, non riconosciuta ufficialmente come fobia, poiché non presente nel DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). In ogni caso sembra essere una fobia effettivamente diffusa, nella quale il soggetto ha paura della felicità, dei momenti positivi. Questo timore può insorgere per motivazioni diverse: c’è chi pensa che a un momento positivo debba conseguirne immediatamente uno negativo, chi pensa che la felicità effettivamente non esista.
Ma…
In realtà, la stessa Martina sembra non esserne affetta, e come lei anche tante altre persone. Soprattutto a seguito
La bravura della giovanissima cantante è stata proprio quella di riuscire a comporre un testo estremamente commovente sfruttando degli atteggiamenti che probabilmente rappresentano lei, la propria personalità e le proprie apprensioni, amplificandoli e facendoli risaltare attraverso il riferimento a questa peculiare fobia.
Quindi, effettivamente, ci sono non pochi punti foschi riguardo alla tematica delle fobie. C’è chi minimizza a tal punto da far provare senso di vergogna ai fobici, c’è chi non ne capisce la serietà, e chi se le attribuisce erroneamente. In realtà le fobie necessitano di essere trattate e sicuramente c’è bisogno di molta più informazione riguardo a un tema sempre troppo spesso ignorato.