Le mani al centro dell’attenzione: storia dello smalto

Utilizzato in larga misura, lo smalto per unghie è un classico intramontabile per donare a un look un aspetto più curato e definito. Oggi le manicure sono sempre più particolari: si va dalla classica French fino a unghie abbellite con diamanti, anellini e piume. Ma come nasce lo smalto? Come si sono evolute le tendenze unghie negli anni?

L’idea di dipingere le unghie è molto antica; le fonti attestano che la cura per le mani esisteva già durante l’età del bronzo in India dove si usava il famoso hennè, composto dalla polvere ricavata dall’ essiccazione delle foglie dell’omonima pianta. Nel 3000 a.C., in Cina e in Mesopotamia, avere le unghie dipinte diventa simbolo di appartenenza ad una classe sociale. Donne e uomini usavano una miscela fatta di albume d’uovo, gelatina, cera d’api e gomma arabica oppure un composto di rosa, orchidea ed altri petali misti ad allume. Successivamente i nobili iniziarono a colorare le unghie con tonalità oro e argento,  mentre il popolo con il rosa. Questa funzione distintiva dello smalto era propria anche della popolo egiziano.  La bellezza esteriore e la cura del corpo erano fondamentali per gli abitanti delle sponde del Nilo e di certo non poteva mancare una particolare attenzione per le mani. I colori prediletti erano le nuances pastello per i ceti inferiori, mentre ai nobili era concesso l’uso del rosso in tutte le sue sfumature. Dalle fonti storiche si evince che la regina Cleopatra usava toni tendenti al cremisi, mentre Nefertiti prediligeva il rosso rubino ottenuto da un tipo particolare di henné e da alcune gocce di sangue.

Da questo busto si evince la grande attenzione per l’aspetto esteriore

Nel Medioevo la pratica di dipingere le unghie fu abbandonata e addirittura in alcuni contesti proibita. È solo durante il Rinascimento che si riprende questa usanza in relazione alla nascita di prodotti specifici per la cura delle mani. Influenza la storia dello smalto la popolazione sudamericana degli Incas; decoravano le unghie con disegni sempre più articolati e precisi che spesso ritraevano animali. Il soggetto più rappresentato era l’aquila, simbolo molto importante per la loro tradizione culturale. Durante l’epoca vittoriana la cura per le unghie è massima, come testimonia Gustave Flaubert che descrive in Madame Bovary la protagonista intenta a lucidarsi le unghie con un panno di camoscio e dell’olio. Nel 1911  Northan Warren fonda il marchio Cutex, che si occupa della creazione di prodotti per le unghie. L’azienda produce il celebre Cutex Cuticle Remover,  un prodotto che rimuove le cuticole, e successivamente anche un solvente a base di acetone, che verrà utilizzato per rimuovere i residui di smalto. Da questo momento in poi la manicure diventa più accessibile per le donne. La nail-art come viene intesa oggi è stata lanciata da Michelle Menard. Questa estetista ha infatti sdoganato le tendenze degli anni 20 che prevedevano che l’unghia fosse colorata solo nella sua parte centrale lasciando naturali la mezzaluna sopra le cuticole  e l’estremità superiore. L’innovazione di Menard fu quella di dipingere tutta l’unghia utilizzando i colori delle vernici fiammanti delle automobili che iniziavano a circolare proprio in quegli anni.

Primo smalto creato con pigmenti disponibile in diverse nuance

Il primo smalto liquido viene messo in commercio nel 1932 dalla Revlon, azienda  fondata durante la Grande Depressione, da Charles Revson, dal fratello Jospeh e dal chimico, Charles Lachman. L’azienda proponeva un innovativo tipo di smalto realizzato con pigmenti al posto dei coloranti.

L’usanza di abbinare il rossetto alle unghie resiste ancora oggi

Il successo fu immediato. La regola di Revlon era coordinare il rossetto allo smalto e si consigliava di cambiare nuances a seconda della stagione, optando per esempio per colori più tenui durante la primavera. Nel 1934 il dentista Maxwell Lappe inventa le unghie finte e solo pochi anni dopo viene depositato il primo brevetto per la tecnica dell’estensione. Queste pratiche si diffonderanno soprattutto più tardi, quando negli anni 70/80 le unghie finte laccate in colori sgargianti (per esempio fucsia) diventeranno un must-have per tutte le donne. La seconda guerra mondiale segna ovviamente un arresto nella diffusione della manicure, ma, cessato il conflitto, lo smalto torna protagonista indiscusso di quel periodo. Le tinte rosse diventano iconiche nel mondo del cinema e attrici del calibro di Marilyn Monroe e Audrey Hepburn ostentano orgogliose  la propria manicure , visibile sul grande schermo grazie al Technicolor, il nuovo strumento per la cinematografia a colori. Negli anni 60 le nuances pastello diventano le più gettonate e le unghie, ispirate allo stile hippie, si accorciano sempre di più così da rispecchiare lo spirito libero delle donne

Oggi la nail art è tendenzialmente libera. Si alternano varie mode, come per esempio lo smalto bianco dell’estate 2018, e parallelamente ci sono colori considerati dei classici intramontabili, adatti in tutte le stagioni e in tutte le occasioni, come il nero e il rosso.


FONTI
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