La seguente analisi de L’attimo fuggente (1989) di Peter Weir, con Robin Williams, non vuole commentare il film da un punto di vista cinematografico, ma studiarne le opinioni sulla pedagogia.
Riassumiamo brevemente la trama: in un college maschile rigoroso e tradizionale, un professore dai metodi rivoluzionari insegna ai propri studenti a cogliere l’attimo (carpe diem), a pensare con la propria testa e ad amare la poesia. Seguendo gli insegnamenti ricevuti, il giovane Neal Perry si ribella al padre e si avvicina al teatro ma, quando il genitore decide di iscriverlo nell’esercito, il ragazzo si suicida. Il professore diventa il capro espiatorio della scuola, ma i suoi studenti non lo abbandonano.
La vicenda è ambientata in un college maschile nello stile degli anni Cinquanta, prima che la rivoluzione degli anni Sessanta e Settanta mettesse in discussione la pedagogia tradizionale. Più volte nel film si afferma che gli adolescenti sono troppo giovani per pensare con la propria testa, il rigore e la disciplina sono sostenuti dai professori con fermezza. Inoltre, la funzione della scuola è considerata la trasmissione di nozioni mnemoniche con lo scopo di essere ammessi al college. Alcune scene del film descrivono l’ambiente in cui i ragazzi sono chiamati a studiare: compiti difficili e faticosi da un giorno all’altro per chimica, un approccio mnemonico e arido al latino, aule studio in cui non è concesso radunarsi per parlare, nemmeno a bassa voce, punizioni corporali per coloro che infrangono le regole. Lo scopo è guidare gli allievi verso le prestigiose professioni dei genitori, tutti borghesi facoltosi. Non sembra esserci scampo alla tradizione e all’ordine in questo metodo pedagogico antico, ottocentesco, classico.
In questo ambiente claustrofobico viene affidata la cattedra di letteratura al professor Keating, che adotta un approccio radicalmente opposto. L’atteggiamento nei confronti degli studenti è più informale, continua a dare del Lei ai ragazzi ma scherza con loro, chiacchiera e offre dei consigli di vita. Le sue lezioni sono molto teatrali, sono dei veri e propri monologhi con pause ad effetto, frasi colme di figure retoriche e una personalità estremamente carismatica, in modo tale da conquistare l’attenzione e la simpatia dei ragazzi. Spesso interrompe il discorso per fare delle domande ai ragazzi, coinvolgendoli attivamente nel discorso. Per sottolineare alcuni concetti importanti, utilizza degli esempi pratici e delle metafore che prevedono di lasciare i banchi della classe e compiere attività inusuali, altamente simboliche in modo tale da rimanere impresse nella mente. Per trasmettere il messaggio che siamo tutti destinati a morire e che dobbiamo cogliere l’attimo, mostra le foto degli alunni della scuola dei decenni precedenti; per insegnare che ciascuno di noi è diverso dagli altri, li fa marciare e osservare come la camminata di ognuno sia unica; per dimostrare quanto sia importante il proprio punto di vista, sale in piedi sulla cattedra. Il professore segue un programma diverso da quello imposto dalla scuola, saltando alcuni capitoli del libro, inoltre non è un mero insegnante di nozioni, ma trasmette anche importanti lezioni di vita e l’amore per la disciplina. I principi pedagogici che il professore trasmette appartengono alla filosofia trascendentalista che, secondo Bronson Alcott, dovrebbero essere alla base dell’educazione dei giovani: individualismo, libero pensiero, anticonformismo, spirito critico, crescita e sviluppo di sé.
Non solo i ragazzi trovano più piacevoli le lezioni di Keating, ma iniziano a manifestare un profondo amore per la poesia, approfondendo l’argomento anche al di fuori delle lezioni nella Setta dei poeti estinti. In effetti il metodo di Keating è più moderno e la sua efficacia è scientificamente provata. Nonostante ciò, gli insegnamenti di Keating portano anche alla morte il povero Neil Perry: opporsi alle istituzioni e all’ordine costituito in nome dell’autenticità dell’esistenza seguendo il trascendentalismo può portare infatti a emarginazione, dolore, solitudine, rassegnazione; lo stesso Thoureau, padre della dottrina filosofica, ebbe una vita infelice e colma di fallimenti. Sebbene il libero pensiero comporti sofferenza e difficoltà, è indispensabile all’essere umano. Il film, infatti, si conclude con i ragazzi in ribellione contro la scuola per appoggiare il professore licenziato ingiustamente, dimostrano di essere diventati uomini adulti indipendenti e consapevoli.
Per quanto riguarda l’insegnamento della propria materia, Keating dimostra di avere un approccio moderno, ma sotto certi aspetti anche controproducente. Per il professore non è importante semplicemente che i ragazzi imparino delle nozioni, in quanto vorrebbe trasmettere la passione per la poesia. I concetti di critica o tecnici vengono omessi dal programma strappando letteralmente il capitolo dalla pagina, inoltre alcuni argomenti, come il realismo, vengono ignorati. Quest’ultima scelta del professore andrebbe giustificata perché a noi sembrerebbe un aspetto negativo dei suoi metodi didattici, inoltre, riteniamo che un insegnante dovrebbe trasmettere l’amore per la propria disciplina senza omettere le nozioni tecniche. E’ invece efficace leggere Shakespeare imitando gli attori del cinema, per renderlo più piacevole e per spronare gli studenti ad immaginare come si potrebbero rappresentare in teatro le opere del Bardo.
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