“Il mondo dei cantautori piange Rino Gaetano, maestro d’ironia”.
Questo è solo uno tra i titoli dei giornali che vennero pubblicati il 2 giugno del 1981. Muore Rino Gaetano, cantautore dalla voce rauca e graffiante, colui che non aveva paura di dire le cose come stavano. Riusciva a denunciare i problemi di allora con brani leggeri e spensierati. Nuntereggae più, che all’epoca era stata tanto criticata, oggi è tra le canzoni più importanti della musica italiana. Ma chi era davvero Rino? E perché viene ascoltato ancora oggi?
Da Crotone a Roma
Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, nasce a Crotone il 29 ottobre 1950. Con i genitori si trasferisce a Roma, dove mostrerà sin da subito una grande passione per la musica. Pubblica il suo primo album nel 1974, dal titolo Ingresso Libero, che conterrà brani come Tu, forse non essenzialmente tu, Ad esempio a me piace il Sud e A Khatmandu. L’album non ebbe il successo sperato, forse il mondo della musica non era ancora pronto ad accogliere un artista di questo calibro. Il vero successo arriva con un singolo che tutti noi conosciamo: Ma il cielo è sempre più blu. Brano storico che può essere considerato un inno, non una canzone, ma la canzone. Il pezzo non è mai stato incluso in nessuno dei suoi album. Questa decisione dimostra chi fosse veramente Rino Gaetano, un personaggio che ha lasciato una macchia indelebile nella scena musicale italiana.
Chi è morto d’invidia o di gelosia
Chi legge la mano, chi vende amuleti
Chi scrive poesie, chi tira le reti
Chi mangia patate, chi beve un bicchiere
Chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
Ma il cielo è sempre più blu.
Un personaggio scomodo
Dopo i primi due album e il singolo Ma il cielo è sempre più blu, Rino Gaetano raggiunge la tanto attesa popolarità. La sua arma per eccellenza era l’ironia, con la quale attaccava tutti, usandola come mezzo di denuncia verso la società e la vita politica di quegli anni. Basti ascoltare Berta Filava, classica canzone orecchiabile che in realtà parlava del famoso compromesso storico tra Aldo Moro e Enrico Berlinguer.
E Berta filava e filava la lana
La lana e l’amianto del vestito del santo
Che andava sul rogo e mentre bruciava
Urlava e piangeva e la gente diceva
Anvedi che santo, vestito d’amianto.
Rino Gaetano non era la classica persona che si accontentava, non gli andava bene quell’Italia degli anni ’70, l’Italia degli anni di piombo. Scrisse Nuntereggae più, canzone che denunciava il binomio politica-società. Lui stesso disse:
Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò. Insomma, per me Nuntereggae più è la canzone più leggera che ho mai fatto.
A differenza di altri, il cantante calabrese ha avuto il coraggio di elencare tutti quei personaggi che cercavano di corrompere gli italiani di quegli anni. Sono state elencate più di venti persone, dagli Agnelli a Maurizio Costanzo. Il riferimento più importante è stato quello a Vincenzo Cazzaniga, ex presidente della Esso, il quale controllava le multinazionali del petrolio di tutta Italia.
Cazzaniga, Nun te reggae più
Avvocato Agnelli, Umberto Agnelli
Susanna Agnelli, Monti Pirelli
Dribbla Causio che passa a Tardelli
Musiello, Antognoni, Zaccarelli, Nun te reggae più.
Come ci si aspettava, la canzone ottenne parecchie critiche. A quanto pare l’Italia quarant’anni fa non era tanto diversa da oggi, solo che prima si aveva meno paura di denunciare. Rino Gaetano rischiò molto poiché mise in gioco la sua carriera artistica per sostenere quello che riteneva giusto.
I conflitti con la Rai
Lo spirito di denuncia del cantante lo portò spesso ad avere degli screzi. Un primo esempio: Rino Gaetano avrebbe dovuto eseguire Nuntereggae più per un programma Rai, che cercò in tutti i modi di impedirgli di eseguire il brano. Gaetano dovette quindi lasciare il programma senza esibirsi. Le proteste non avevano solamente uno sfondo politico: in Rai, fino agli anni ’80, si cantava in playback e il cantautore, contrariato, avrebbe voluto eseguire il brano dal vivo. Altro momento di scontro si ebbe invece durante l’esecuzione di un brano, sempre per un programma Rai e sempre per la protesta contro il playback. Il cantante crotonese sbagliò di proposito le parole dicendo:
C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni.
La ballata di Renzo: la canzone che previde la morte di Rino Gaetano?
Sembra strano no? Come può una canzone predire un evento così tragico come la morte? Rino Gaetano morì il 2 giugno del 1981 in seguito a un incidente stradale. Fin qui nulla di strano, se non fosse per il fatto che circa dieci anni prima, quando pubblicò La ballata di Renzo, il testo descriveva per filo e per segno quella che sarebbe poi stata la sua morte. Il brano non è presente in nessuno dei suoi album e parla di un ragazzo vittima di un incidente, che perde in seguito la vita a causa del mancato ricovero da parte di vari ospedali.
Le coincidenze
Dieci anni dopo, forse per una macabra coincidenza, gli stessi fatti narrati nel brano successero anche a Rino Gaetano. Il cantante venne investito e in seguito all’incidente i soccorsi arrivarono quando il cantante versava ormai in gravi condizioni. L’ambulanza lo portò al Policlinico Umberto I, ma l’ospedale non aveva reparti che si occupassero di quel tipo di trauma.
Quel giorno Renzo uscì,
andò lungo quella strada
quando un’auto veloce lo investì
Quell’uomo lo aiutò e Renzo allora partì
per un ospedale che lo curasse,
per guarir.
Successivamente vennero chiamati altri cinque ospedali, tra cui il San Camillo e il San Giovanni, ma senza risultati.
La strada molto lunga
s’andò al San Camillo
e lì non lo vollero per l’orario.
La strada tutta scura
s’andò al San Giovanni
e li non lo accettarono per lo sciopero.
Una notte passata agonizzante, una notte in cui oscillava tra la vita e la morte, tra speranza e disperazione. Sono le sei del mattino, finalmente viene trovato un posto, ma un posto dove morire. L’unico ospedale che lo ricoverò fu il Gemelli. In seguito a questi eventi vi furono numerose polemiche e un’inchiesta parlamentare.
C’era il sole
si disse che Renzo era morto
ma neanche al cimitero c’era posto.
Ma questa morte è stata premeditata? Qualcuno voleva uccidere Rino Gaetano? Alcuni sostengono che facesse parte della massoneria e che sia stata proprio questa a commettere l’atto. I più scettici invece hanno pensato che questo potesse essere un gesto politico: Rino era un personaggio scomodo, quindi bisognava eliminarlo in qualche modo.
Il rapporto con la massoneria
Essendo, secondo alcune fonti, molto vicino all’ambiente massonico, si pensava che il coinvolgimento di quest’ultimo fosse probabile. Tramite la massoneria, si dice che Gaetano fosse venuto a conoscenza della verità su alcuni casi della storia italiana contemporanea, e che l’avesse poi inserita nei suoi testi.
Rino Gaetano forse aveva raccontato troppe cose, forse erano fatti troppo segreti per essere rivelati oppure non erano stati enunciati in modo abbastanza implicito. Alcuni studiosi hanno approfondito i testi del cantante e si sono chiesti perché tra tutti proprio lui fosse un personaggio scomodo. All’epoca anche altri cantautori avevano denunciato alcuni fatti della politica e della società. Quindi perché proprio Gaetano? Bisogna infatti considerare che il cantante non sopportava gli venisse attribuita l’etichetta di cantautore che partecipava attivamente alle questioni politiche. Un esempio di questo rifiuto è il fatto di non aver mai dichiarato esplicitamente il proprio pensiero politico.
A te che non ami i servi di partito
Che ti chiedono il voto, un voto pulito
Partono tutti incendiari e fieri
Ma quando arrivano sono tutti pompieri.
Secondo alcuni studiosi Rino Gaetano non faceva parte in prima persona della massoneria, semplicemente era interessato alla materia e aveva letto alcuni testi al riguardo. Di certo nei suoi pezzi i riferimenti a questo argomento sono presenti: secondo l’avvocato Bruno Mautone, il quale ha studiato a fondo i testi dei brani, nella canzone I Love You Marianna, Marianna non è una donna qualunque ma il simbolo della Rivoluzione francese. Era una donna che rappresentava i valori della Repubblica francese, i valori di quella rivoluzione massonica nata in Francia. La famiglia di Rino Gaetano smentisce tutto. Forse per rifiuto? O forse per il semplice fatto che dietro c’è qualcosa di più grande?
Altre voci affermano che la morte del cantante potrebbe essere avvenuta a causa di dissapori con alcuni colleghi. Questa ipotesi sarebbe sostenuta dal testo del brano Al compleanno della zia Rosina, dall’album Mio fratello è figlio unico, dove lo stesso Gaetano afferma:
Vedo già la mia salma portata a spalle
Da gente che bestemmia che ce l’ha con me.
Quindi sapeva già del suo futuro? Rino Gaetano sapeva che da lì a poco la sua vita sarebbe giunta alla fine? E chi sono queste ipotetiche persone che “ce l’avevano con lui”?
Riflettiamoci su
Rino Gaetano con le sue parole metteva nero su bianco quello che vedeva e quello che provava. Pensandoci, La ballata di Renzo può essere solo una macabra coincidenza, ma facciamo un resoconto: se Gaetano scriveva davvero la verità, quindi è davvero stato ucciso da qualcuno? In una città grande come Roma è mai possibile che la notte dell’incidente non ci fosse nemmeno un ospedale libero che fornisse servizi adeguati? Analizzando ancora una volta il brano profetico Gaetano diceva:
Quando Renzo morì, io ero al bar
bevevo un caffè
Quando Renzo morì, io ero al bar,
al bar con gli amici
Quando Renzo morì, io ero al bar.
Adattando la canzone ai fatti si potrebbe pensare che in realtà gli amici al bar fossero quelli che avrebbero, in un certo senso, commissionato la sua morte, come dei sicari.
Rino Gaetano: ieri, oggi e domani
Nonostante siano passati più di trent’anni non si sa ancora se la morte di Rino Gaetano fosse premeditata o meno. Ognuno sostiene le proprie ipotesi, secondo alcuni la somiglianza degli eventi reali a quelli ne La ballata di Renzo è solamente una coincidenza, secondo altri invece la massoneria c’entra parecchio. Ognuno pensa quel che vuole, sta di fatto che nel 1981 la musica italiana ha perso uno dei suoi più grandi interpreti. Un cantante che ha sempre vissuto con leggerezza, e con questa stessa leggerezza ci ha lasciato. Forse era consapevole del suo destino ma, nonostante tutto e tutti, ha sempre voluto denunciare quello che non andava. Era capace di passare da canzoni di protesta a canzoni d’amore.
Ancora penso alle mie donne quelle passate
E le presenti le ricordo appena
Mentre io aspettavo te.
Perché Rino Gaetano viene cantato ancora oggi? Era capace di unire tutti i generi e tutte le ideologie politiche. Lo si ascoltava al mare, in discoteca, da soli a casa, ovunque. È stato il rivoluzionario, il primo a pronunciare la parola sesso al Festival di Sanremo con la fortunata canzone Gianna.
Ma la notte la festa è finita, evviva la vita
La gente si sveste, comincia un mondo
Un mondo diverso, ma fatto di sesso, chi vivrà vedrà.
“Chi vivrà vedrà”. Chissà cosa intendeva, chissà quante cose avrebbe voluto dire ancora. Rino Gaetano era musica, un amico, una bella giornata. Era il cantautore che più sapeva ricordare il Sud Italia. Era come un ritorno a casa dopo essere stati via tanto tempo. Era quel tramonto estivo che si guardava fuori dal finestrino in macchina, era famiglia, era libertà.
Ad esempio a me piace rubare
Le pere mature sui rami se ho fame
Ma quando bevo sono pronto a pagare
L’acqua, che in quella terra e’ più del pane.
Che sia stata una morte accidentale o meno poco ci interessa. Rino va ricordato con rispetto e dedizione perché, oltre a essere uno dei più grandi interpreti di sempre, era una persona che amava la sua terra, la sua Italia. Proprio perché amava così tanto il suo paese, non avrebbe voluto che questo degenerasse.
L’Italia non sempre l’ha voluto comprendere e, come si dice, una persona diventa importante solo quando muore.