Il circo è uno spettacolo dal vivo che fa divertire grandi e piccini. Comicità eccentrica dei clown, numeri aerei, giocoliera, acrobazie, equilibrismo, arte equestre ed addestramento di animali: queste sono le esibizioni diffuse in un circo. Certo, tutto ciò che vediamo è molto bello e piacevole, ma gli animali utilizzati in questi spettacoli in che condizioni vivono? Come vengono addestrati? E’ risaputo ormai che in questi ambienti si verifichino diversi maltrattamenti nei confronti degli animali, costretti a vivere in pessime condizioni e addestrati con i metodi a volte molto crudeli. La maggior parte delle persone pensa che l’utilizzo di animali nei circhi sia sbagliato; ad esempio, secondo il rapporto Eurispes 2011, solo il 10,1 % degli italiani giudica positivamente l’utilizzo di animali nei circhi.
Il 6 gennaio 2019 a Firenze, presso il Circo Medrano, si è svolto un presidio informativo in cui alcuni animalisti si sono battuti contro lo sfruttamento degli animali nei circhi e hanno dichiarato:
Gli animali, privati del loro habitat e della loro dignità, sono chiusi dentro anguste gabbie e costretti con metodi crudeli a esibirsi in spettacoli che li ridicolizzano e umiliano. Alcuni circhi hanno scelto di non utilizzare più gli animali: gli australiani Flying Fruit, i francesi Les Colporteurs, gli americani Minimus, Nuage, Hiccup, i canadesi Cirque du Soleil e molti altri, valorizzando la bravura dei giocolieri, trapezisti, clown, comici, contorsionisti e altri. Questa è la direzione da seguire, l’unica civile e rispettosa.
Anche in altri paesi ci si sta muovendo nella stessa direzione. Addirittura in tutto il territorio scozzese l’utilizzo di leoni ed elefanti ammaestrati negli spettacoli circensi, è già stato proibito. In che modo? Con un decreto che ha raccolto il 98% dei voti a favore.
E in Italia invece? Alberto Bonisoli, ministro dei Beni e delle Attività Culturali del governo Conte, in un post sul suo profilo Facebook ha annunciato:
So che il desiderio di molti di voi è che gli animali non vengano più usati negli spettacoli circensi. È un desiderio che condivido anche io e che diventerà realtà nel più breve tempo possibile.
C’è chi però pensa che il problema etico, nell’utilizzo o meno degli animali nei circhi, non sussista. Proprio un professore di etica alla Northumbria University, Ron Beadle, ha sostenuto ciò, affermando che:
Se il benessere dovesse essere il criterio per la protezione degli animali, allora anche altre attività come le corse di cavalli (oltre 1.500 cavalli sono morti nell’ultimo decennio nel Regno Unito e in Irlanda), la caccia o la pesca forniscono un materiale molto più solido per legiferare in nome del benessere degli animali.
E ancora:
Il motivo per cui questo argomento prevede il divieto dell’esibizione di animali per l’intrattenimento umano non è più forte e non è più debole dell’argomento relativo al divieto del consumo di uova.
Paul Bernhard, direttore e fondatore del Roncalli circus, dichiara:
Anche il circo è mosso dalle tendenze socio-culturali ed è ora il momento anche per il Circo Roncalli di seguirle.
Aggiunge inoltre:
Niente più animali in un complesso che vuole essere innovativo ma vuole mantenere l’etichetta di Circo tradizionale con un fascino dei tempi che furono. Il circo si chiama Circustheater Roncalli, sperando di poter continuare ad assistere ad uno spettacolo circense.
Già da un anno il circo tedesco non usufruiva più di animali negli spettacoli, ma comunque c’è da dire che, anche in precedenza, il Roncalli si avvaleva di soli due animali, nello specifico aveva in pista solo un pony e un cavallo. Per questo motivo era già annoverato tra le strutture circensi virtuose.
Sembra che ci sia un cambio di tendenza. Le persone sono più consapevoli del fatto che gli animali nei circhi vengono maltrattati. Non è naturale per una foca giocare con un pallone o per un orso ballare. Eppure, grazie all’iniziativa di queste compagnie circensi, sembra che la fine di un’usanza troppo arcaica e poco educativa, sia molto vicina.