Disabili e arteterapia

Arteterapia: storia e declinazioni del trattamento più antico

L’arte è espressione dei sentimenti umani fin dai tempi più antichi, dalle incisioni rupestri ai mandala indiani, tornati di moda tra pennarelli e pagine prestampate, passando per murales, quadri e sculture.

Dagli antichi Egizi che incoraggiavano le persone affette da disturbi mentali a perseguire interessi artistici, passando per la catarsi Greca raggiunta attraverso il teatro e il sollevamento dalle sofferenze umane dei Romani attraverso la musica, arriviamo al Rinascimento europeo dove l’artista diventa una figura dotata di particolare sensibilità e l’opera d’arte viene vista come una sorta di strumento terapeutico che permette l’espressione di una realtà più profonda.

Grazie a personaggi come Freud e Jung, l’arte come espressione dell’inconscio viene sdoganata nel XX secolo e nasce la moderna arteterapia.

quadri di pazienti
Quadri di pazienti del Dottor Massimo Croci

L’arteterapia oggi

Oggi, è spesso vista come forma di svago e divertimento, di rilassamento ed evasione dallo stress quotidiano, ma l’arte non è solo questo. Ogni forma artistica mette in movimento una parte profonda di noi stessi. Spesso, si accede ai ricordi più reconditi e si inizia a rielaborarli. Viene sempre più usata come fattore benefico nelle terapie psicologiche e mediche, in bambini e ragazzi che hanno subito traumi durante la crescita, oppure in adulti malati o portatori di handicap. L’arte diventa una via per avviare un processo di trasformazione, crescita personale e conoscenza di se stessi, una possibilità per scavarsi dentro.

L’arteterapia sfrutta le potenzialità che giacciono all’interno di ogni persona, non perché si voglia diventare tutti dei nuovi Leonardo da Vinci, ma perché tutti gli esseri umani posseggono la capacità di elaborare creativamente tutte quelle emozioni che non si riescono a far emergere con le parole. Si entra nel proprio inconscio e si procede alla ricerca del cambiamento positivo, verso lo sviluppo di un linguaggio fatto di pittura, scultura e simbologia, che parta dai propri ricordi, dolori e contraddizioni per farne le basi di un percorso personale.

Immagine interna e immagine esterna

La funzione dell’arteterapia è quella di spingere il soggetto nel profondo di se stesso, trasformando “l’immagine interna” in “immagine esterna”, rendendone possibile la lettura anche da parte di terzi. Ogni opera diventa una fotografia di quanto vi sia all’interno della mente e dell’animo del paziente.

La cura è indicata a chi ha difficoltà a esprimere i propri sentimenti e le proprie sensazioni, per età, o per problemi fisici o mentali. È un percorso a lungo termine che aiuta a svelare paure recondite, traumi e ricordi e serve a chi vuole attivare la propria capacità espressiva e comunicativa, a chi sceglie di mettersi in gioco in modo autentico e spontaneo.
Questo sostegno psichico va integrato ad altri interventi sulle patologie del paziente e non ha controindicazioni. Al contrario, è utilizzata su persone con problematiche fisiche e psichiche, produce risultati con i malati terminali, i detenuti, gli emarginati, soprattutto se non parlano la lingua autoctona, i tossicodipendenti, perché creare qualcosa con le proprie mani, li porta a una rivalutazione di loro stessi. Mentre, nelle persone anziane aiuta a ricostruire il proprio passato e a rielaborarlo positivamente.

Le forme artistiche dell’arteterapia

Le forme artistiche dell’arteterapia sono il disegno, la pittura e il modellaggio. Questi tre modi di analizzare e analizzarsi portano a un’espressione diretta, immediata e istintiva di noi stessi che non passa attraverso l’intelletto.
I materiali e le tecniche che il paziente utilizza gli permettono di dare un’identità precisa al problema che l’ha portato in terapia e a trovare una soluzione. Questo, non avviene in solitudine, ma attraverso l’aiuto dei terapeuti, che guidano, passo dopo passo, chi è alla ricerca di se stesso. L’arteterapeuta deve avere un’empatia estetica capace di cogliere il significato e non la bellezza oggettiva delle opere. Quello che più conta nelle forme di arteterapia sono comprensione e contemplazione, alla ricerca del significato personale dell’artista, alla ricerca del messaggio che vi è nascosto.

Arteterapia in una scuola

Come si declina l’arteterapia

L’Arteterapia può essere declinata in diversi modi, dipendentemente dalle problematiche e dai disturbi dei pazienti.

Può essere inserita in un programma riabilitativo per chi soffre di gravi handicap o ha subito interventi come la tracheotomia e per chi ha disturbi psichiatrici come l’autismo, andando a integrarsi al lavoro dei medici che hanno in cura il paziente. In questi casi le tecniche espressive non sono mai le uniche responsabili dei miglioramenti, ma diventano gli strumenti che un terapeuta empatico può utilizzare per scoprire e conoscere le immagini, le sensazioni e i sogni di una persona che non riesce a esprimersi con il linguaggio.

Possono essere utilizzare anche con bambini e anziani senza gravi traumi o malattie, diventa un’esperienza ludica in cui si è liberi di esprimersi attraverso le proprie possibilità senza barriere e senza essere giudicati. L’obiettivo non è avere una votazione alta, ma tirare fuori se stessi spontaneamente. Questo può accadere anche in soggetti adulti che hanno periodi di stress e in quei centri di accoglienza in cui i rifugiati non riescono a esprimersi in quanto la barriera linguistica crea un muro di incomprensione.

A volte si pensa che il linguaggio, la parola, sia l’unico modo per riuscire a comunicare, a esprimere se stessi e a far capire agli altri chi siamo davvero. Tuttavia, i dolori e le gioie più profonde non riescono quasi mai a esprimersi a parole. L’arteterapeuta diventa una guida e l’arteterapia non solo agevola la guarigione ma, soprattutto, cerca di promuovere il benessere, con se stessi e con gli altri.


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