Potrebbe esservi capitato, girovagando per i social durante le ultime settimane, di imbattervi in immagini simili a questa:
Si tratta di un’iniziativa promossa da solisti o da gruppi italiani in favore del modello di accoglienza adottato dall’ormai celeberrimo sindaco di Riace, Domenico Lucano (detto Mimmo).
Il “modello Riace”
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di un modello molto inclusivo che prevede l’accoglienza, appunto, di un numero piuttosto elevato di migranti in ragione del fatto che si tratta di persone che, spesso portandosi dietro molto dolore, scappano dalla propria terra a causa di difficoltà oggettive e si trovano a richiedere l’aiuto di un paese straniero.
Il sindaco di questo paesino calabrese si occupa da diversi anni della questione migranti. In effetti, all’inizio del proprio mandato, nel lontano 2004, Riace era quasi una città fantasma: la povertà e la disoccupazione che l’attanagliavano l’avevano svuotata, i cittadini erano stati costretti a spostarsi in zone più floride. Chiaramente, una città senza i propri abitanti non può essere che un mucchio di case vuote e prive della vita che invece dovrebbe scorrere per le strade di giorno e illuminare le piazze la sera.
Quelle stesse case, prima vuote, sono ora abitate non più da calabresi, bensì da profughi provenienti dagli angoli più disparati del mondo (Afghanistan, Senegal, Mali, ecc.). La città ha riavuto indietro la vita che le era venuta a mancare, grazie alle scelte in campo sociopolitico del proprio sindaco che è riuscito a intravedere un possibile lato positivo nella crisi migratoria degli ultimi anni e il cui ottimismo è valso una nuova casa a un gran numero di persone. Secondo le parole di Mimmo Lucano:
Qui non ci sono centri di accoglienza, qui ai migranti diamo una casa vera.
Inutile dire che questo modello ha procurato al sindaco anche dei nemici e si è trovato diverse volte nell’occhio del ciclone: negli anni, Lucano è stato accusato di truffa aggravata, concussione, abuso d’ufficio e favoreggiamento all’immigrazione clandestina (le prime tre accuse sono poi state respinte, mentre per la terza è stato condannato ai domiciliari, in seguito revocati).
L’iniziativa
Ma ritorniamo all’iniziativa di cui parlavamo: si tratta di un vero e proprio manifesto a favore di un’accoglienza disinteressata e di un atteggiamento di apertura nei confronti dello straniero. Gli artisti che l’hanno sottoscritto hanno preso una posizione chiara a sostegno di Mimmo Lucano e del cosiddetto modello Riace.
Si tratta di più di 70 artisti italiani fra i quali gli Afterhours, Brunori Sas, Caparezza, Daniele Silvestri, Eugenio Bennato, Ex-Otago, Fiorella Mannoia, Giuliano Sangiorgi, Levante, Lo Stato Sociale, Mannarino, Marlene Kuntz, Max Gazzè, Modena City Ramblers, Negrita, Roberto Vecchioni, Thegiornalisti, Tre Allegri Ragazzi Morti, Vasco Brondi, e la lista potrebbe continuare. Questi sono solo alcuni dei nomi citati sul sito ufficiale di Artisti per Riace tramite il quale, se lo si desidera, si può diventare parte del movimento sottoscrivendo il manifesto in prima persona: il processo è molto semplice e, alla fine, vedrete comparire il vostro nome nella lista dei firmatari che a oggi conta circa 8000 persone.
Sempre sul sito ufficiale (e sul profilo instagram dell’iniziativa) troviamo qualche riga contenente i concetti base che questo movimento vuole sostenere e una spiegazione riguardo l’origine della frase “È stato il vento”:
“È stato il vento” è la frase che Mimmo Lucano ha pronunciato quando nel 1998 la prima imbarcazione carica di curdi è approdata sulle coste di Riace. È stato il vento, a portarli in quelle acque, prima di allora conosciute solo per il ritrovamento dei famosi Bronzi. “È stato il vento – Artisti per Riace” è un manifesto, semplice, quasi scarno, poche parole a testimoniare la solidarietà nei confronti di un modello che è stato più volte elogiato e che ha cambiato il volto di una piccola cittadina della Calabria indicando un percorso diverso e possibile per l’accoglienza.