L’omicidio di John Lennon e dell’ultima utopia del Novecento

L’omicidio di John Lennon, avvenuto l’8 dicembre 1980, nei pressi del Dakota Building, la sua residenza a New York, è ancora vivo nella memoria collettiva. Non solo perché John Lennon era l’icona dei Beatles e rappresentava la leggenda del rock, ma in quanto era anche il portavoce di una nuova era di pace e di un’utopia rivoluzionaria espressa in modo simbolico e dirompente nel testo del suo brano musicale più significativo: IMAGINE. La struggente ballata utopistica che resterà il suo testamento spirituale e un inno per le generazioni di pacifisti e sognatori.

A quasi quarant’anni di distanza da quel misterioso omicidio per mano di un ambiguo personaggio, Mark Chapman, rimangono ancora molti inquietanti dubbi sulle ragioni che hanno spinto l’assassino a sparare freddamente 4 colpi di pistola mortali a John. L’assurdità di quel gesto si è cristallizzata nel comportamento dell’omicida che anziché fuggire si mise a sedere accanto al corpo di John Lennon, facendosi arrestare poco dopo dalla polizia, mentre leggeva una copia de Il Giovane Holden che teneva con sé. Alcune ore prima John aveva firmato un autografo al suo assassino su una copia del suo ultimo album Double Fantasy, mentre gli chiedeva: “è questo tutto quello che vuoi?”. Una testimonianza che venne immortalata dal fotografo Paul Goresh in una foto di Lennon con Chapman sorridente.

Su quel marciapiede di New York oltre alla vita di Lennon si spensero anche il suo impegno e il sogno utopico di un mondo in pace. Lennon in quegli anni era diventato insieme alla sua compagna Yoko Ono un simbolo del pacifismo, grazie ai ripetuti appelli contro la guerra in Vietnam e agli attacchi ostili alla politica estera americana. Diversi furono, infatti, i tentativi dell’amministrazione Nixon e della CIA di espellere Lennon dal paese, revocandogli il permesso di soggiorno negli USA.

Usando i limitati mezzi di comunicazione di quei tempi, prima di Internet, Lennon ebbe il coraggio di affrontare il potere in un’epoca di guerra fredda in cui l’America viveva nella paura di possibili nemici. La coppia Lennon-Yoko Ono portò avanti con gesti clamorosi e inusuali un’ispirata – e per certi versi romantica – battaglia per la pace. La loro protesta contro la guerra del Vietnam e per la pace mondiale fu rappresentata da situazioni eclatanti per l’epoca, come il “Bed-in” che durò 2 settimane nelle stanze degli hotel di Amsterdam e Montreal. Dopo il loro matrimonio, infatti, nel marzo del 1969 passarono la luna di miele in una stanza dell’Hilton hotel di Amsterdam per 15 giorni consecutivi con la presenza dei giornalisti. Durante tutta la giornata i due coniugi in pigiama a letto palavano continuamente di pace e di amore universale. Tempo dopo, invece, si spostarono a Vienna e tennero una conferenza stampa sul pacifismo rinchiusi dentro un sacco.

Fu durante questa battaglia per la pace che insieme svilupparono la loro idea di utopia pacifista, rifacendosi all’archetipo tradizionale del modello utopistico dell’isola che non c’è’. Un luogo senza frontiere e di appartenenza a un’idea, a un concetto, a un’utopia appunto. Essi inventarono il termine “Nutopia” (neologismo di New-nuovo e Topos-luogo) simbolo di una geografia della differenza, e la sancirono con un atto formale il 1 aprile del 1973 in una conferenza stampa, annunciandone la sua nascita come isola che non c’è. Si trattava di un progetto paradossale, poetico e simbolico, intriso della cultura hippy dell’epoca di Peace, Freedom & Love che voleva contrastare il potere aggressivo e repressivo del sistema. Una ir-realtà in cui Lennon sognava l’uomo libero, senza confini, che condividesse il mondo con i suoi simili all’insegna della pace e della fratellanza. Una visione che rappresentasse Il tentativo di elevarsi sopra le macerie dei totalitarismi e delle distopie di cui si erano tragicamente alimentate la società e le generazioni nella prima metà del Novecento.

Le stesse parole del testo di IMAGINE riportano con le sue semplici e rivoluzionarie dichiarazioni d’intenti a questa possibile utopia di un mondo privo di inferni e paradisi, di religioni, di patrie e di proprietà, fatto solo di uomini in pace e del vissuto di un continuo momento presente. Un inno alla fratellanza che mantiene inalterato ancora oggi il suo messaggio universale di speranza in un mondo migliore e contro il nichilismo che gradualmente si è radicato e persiste, col suo individualismo esasperato, nella nostra società contemporanea.

Imagine

Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today…

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace…

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world…

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one.

Nella storia, spesso l’omicidio interviene a spezzare una vita, ma soprattutto è finalizzato a distruggere la potenzialità delle idee portate avanti da grandi uomini illuminati o portavoce di una convinzione di cambiamento che si scontra con il potere costituito o l’ideologia dominante. Oltre a John Lennon ne sono testimonianza alcuni personaggi del secolo scorso come Rosa Luxemburg, Giacomo Matteotti, Jean Jaurés, Martin Luther King, Mahatma Ghandhi, Malcom X, Oscar Romero, Yitzhak Rabin, o lo stesso attentato a Giovanni Paolo II, per citare solo alcuni esempi famosi. Poco importa se dietro questi omicidi ci sia la mano di un fanatico isolato o di un complotto dei poteri occulti e forti per far tacere la loro voce, perché il risultato alla fine è una sconfitta per l’umanità intera e per la libertà degli uomini. La sola considerazione di ciò che rimane dalle conseguenze di questi omicidi è l’elaborazione della memoria che serve a costruirne in prospettiva l’immortalità del loro mito.

FONTI:

Leonardo Vittorio Arena, La filosofia di John Lennon. Rock e rivoluzione dello spirito, Mimesis, Sesto S. Giovanni (MI), 2018.

David Nieri, Imagine. Utopia o nichilismo? La Vela, Viareggio, 2016.

John Lennon, Testo del brano Imagine, Dall’album: Imagine – EMI, 1971

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